Una settimana dopo aver saputo dell'assunzione, tutti noi eravamo più che eccitati all'idea di andare in quel locale per le prove e per i vari ritocchi alle luci che avevamo pensato nel corso degli anni. Tra l'altro, era anche Halloween, e questo non fece altro che aumentare la nostra voglia di divertirci e spassarcela con qualche tipo o tipa alla festa.
In ogni caso, avevo in mente di iniziare ad uscire con Castiel come due semplici amici.
Avevamo infatti passato gli ultimi giorni a chiacchierare al telefono su tutto quello che ci passava per la mente, passando così buona parte delle giornate. Era straordinario come riuscisse a farmi divertire anche quando ero giù di morale. Di contro, come a sdebitarmi, lo ascoltavo con piacere quando mi raccontava della scuola, dei libri che stava leggendo o anche quando semplicemente si lamentava per ore di qualcosa. Nell'ultimo periodo mi aveva pure espresso il suo disappunto per la clamorosa sconfitta che ebbe la sua squadra di basket preferita in finale; ingiusta a parer suo.
Per quanto non sembrasse sospettare niente, avevo sempre il timore che se avessi parlato a sprosito mi sarei fatto scappare più informazioni del necessario. Ecco perché parlavo più che altro di musica in generale, di hobby e di cinema: ogni cosa che non potesse collegarmi direttamente a 'Dean Winchester'.
A causa di questo, dovetti far attenzione ad ogni parola che pronunciavo. Un mercoledì però, rischiai veramente di mandare tutto all'aria: senza badare a quel che dicevo, gli chiesi cosa avesse fatto se un giorno avesse scoperto che dietro quella maschera si nascondesse Dean; se quello che avesse di fronte non fosse un totale sconosciuto alla fine. Ci furono attimi di silenzio che mi sembrarono anni. Sentii l'irrequietezza scivolare sul mio cuore e farlo accelerare in modo spaventoso, poi lo sentii fare un respiro profondo e dire solamente "è una domanda difficile...".
Provai a domandargli il perchè ma cambiò discorso, come se non ne volesse parlare.
Che nascondesse qualcosa anche lui?
La situazione si fece ancora più complicata quando prima di chiudere mi disse una frase che mi fece raggelare: "Colore degli occhi, capelli, fisico... Persino i lividi sulle mani" sussurrò "Tu sei fin troppo somigliante a Dean e questo mi fa paura".
A quel punto mi salutò e chiuse la chiamata, da quel giorno fino a venerdì mattina lo vidi osservarmi in modo diverso a scuola. Sembrava mi studiasse; e spesso gli urlavo contro di smetterla di farlo. Continuavo a dargli fastidio come al solito, spintonandolo e prendendolo in giro per non farlo sospettare e, inconsciamente, mi sembrava la mossa giusta da fare per rimediare a quella sciocca domanda che gli feci. Eppure, nonostante sapessi che era tutta una montatura, e che dovevo farlo per non alimentare altri sospetti, sentivo come se qualcosa fosse cambiato. Io volevo solo aiutarlo e sboccarlo, ma tutto ciò che c'era tra noi, persino la conoscenza poi diventata amicizia, era insopportabile. E come potevo dirglielo? Come potevo dirgli che ero Dean? Mi sentii come se fossi spaccato in due parti: il Dean prepotente che lo umiliava davanti a tutti e il Dean amichevole che c'era sempre se aveva bisogno di parlare. Stavo davvero giocando al dr. Jackyll e mr. Hyde con lui?
Mi sentii una merda per giorni.
In tutto questo una cosa era sicura: Halloween era alle porte, e noi avevamo due finti assassini nella band, ovvero Greta e Tom; i quali ormai avevano iniziato a vestire i panni delle coppie più famose nei film. Questa volta era il turno di Joker e Harley Queen. Per l'occasione, entrambi avevano preso delle tinte temporanee che andavano via con il lavaggio dei capelli, e non nascondo che questo incuriosiva un pò tutti; soprattutto perché Tom doveva colorare i capelli di un verde brillante per il suo Joker.
Quel sabato mattina mi svegliai che erano già le 11 ormai e mi sentii più affaticato di quando ero andato a dormire, tra l'altro la notte precedente restammo svegli finché non sentimmo la stanchezza prender possesso del nostro corpo e, per intenderci, questo accadde intorno alle 3 del mattino. Io e Ricky avevamo passato la nottata a chiacchierare di fronte a una birra, facendo zapping nei diversi canali disponibili, poi mi raccontò di una ragazza che aveva conosciuto, una certa Tanya; la quale era più piccola di lui di qualche anno e che perlomeno dall'aspetto sembrava simpatica.
STAI LEGGENDO
We'll find the happiness in the hell.
RandomDean è un ragazzo problematico con alle spalle una famiglia di tossicodipendenti, questo lo porta a sfogare la sua rabbia repressa contro chiunque gli dia fastidio, in particolare con Castiel Novak. Dean, appassionato di musica, crea una band in cu...