Arrivammo in pizzeria dopo circa 20 minuti di autobus e ci sedemmo a un tavolo accostato alla finestra. L'interno della pizzeria era addobbato da graziose decorazioni a tema natalizio: alcune erano appese al soffitto, altre invece alla parete; insieme, legandosi e intrecciandosi tra di loro, richiamavano con quel rosso, verde e qualche nastro argenteo e dorato il clima della festività. All'angolo della sala c'era un enorme albero di natale che dava un pò di privacy a quelle che erano le entrate per i bagni, mentre sul bancone vi era una piccola scia di luci a intermittenza bianche e rosse che a Greta piacquero particolarmente. Per ultimo, il pizzaiolo indossava un cappello natalizio, simile a quello degli elfi.
Guardai il menù mentre John parlava con Castiel riguardo quell'anime che mi aveva fatto vedere la settimana prima. Ancora non riuscivo a capire cosa ci fosse di così particolare in quest'ultimo, ma sorvolai la questione e mi concentrai su un altro aspetto di tutta quella situazione.
A quanto pare i ragazzi avevano accolto Cas come se fosse sempre stato parte del gruppo, scherzandoci su e mettendomi spesso a disagio quando iniziavano a dire quanto fossi cambiato negli ultimi mesi. Tra l'altro anche lui non era molto a suo agio a ricevere così tanti complimenti o cose simili e spesso se ne stava zitto o con lo sguardo basso a sussurrare un debole "Grazie". Non riuscivo ancora a capacitarmi di come fossi finito lì dentro, seppur la risposta fosse ben chiara non appena ripensavo al nostro primo incontro al Celtic o quando, senza un minimo di ripensamento, lo baciai su quella spiaggia.
Sorrisi a quei pensieri, e mi passai una mano sul volto per cercare di eliminare quell'espressione da ebete che mi compariva al pensiero di quei ricordi che, di tanto in tanto, anche senza un apparente motivo, si insinuavano nella mia testa come se fossero piccole pietroline nelle scarpe, dando lo stesso fastidio a quella parte di me ancora forte e orgogliosa.
Ordinammo le stesse cose di sempre e pregammo il cameriere per delle birre: ovviamente all'età di 17 anni ci era impossibile bere qualcosa di alcolico, ma nonostante ciò, e dopo diverse richieste, il cuoco ce ne rifilò qualcuna e fummo più che soddisfatti.
Qualche momento prima di prenotare, accennai anche al fatto di voler provare la pizza con l'ananas o il kiwi, ricevendo tempestivamente un occhiataccia da Georgie e John. Quest'ultimo mi minacciò che avrebbe venduto il mio corpo al mercato nero, e che organo dopo organo sarebbero diventati più che ricchi senza provare alcun rimpianto se solo mi fossi azzardato a ribadire una cosa del genere. Subito dopo si unì George affermando che se avessi avuto anche la minima idea di cosa significava ordinare quello scempio a Napoli, quella sarebbe stata l'ultima cosa che avrei detto e mi fidai.
Da quello che mi avevano raccontato, Napoli era una città abbastanza calorosa con gente altrettanto affettuosa e - tra le tante cose - la madrepatria della pizza. Quest'ultimo punto lo sapevo già, e anche per questo provavo una sorta di rispetto per quest'ultima dato che veniva tramandata di generazione in generazione e resa sempre più buona.
Una volta arrivate le pizze ci mettemmo a mangiare, non prima però di aver fatto una foto di gruppo con Greta: lei amava salvare questi ricordi, stamparli e appenderli nella sua stanza vicino al letto. Difatti la sua stanzetta era piccola e molto modesta, ma la cosa che la caratterizzava era un filo posto in alcuni punti del muro in cui lei appendeva, con delle mollette, le polaroid con le nostre foto; parecchie di queste erano sue e di Tom ovviamente.
"Ho sentito che Leonard organizza una festa." disse George "Ci andiamo? Dicono che ci sarà alchool e sapete già cosa gira in quelle feste."
Castiel guardò prima George e poi me, come per capire di cosa stessimo parlando.
"Non sei mai stato a una festa? Le classiche feste devastanti del college?" chiese Tom quando notò la sua reazione. Il moro scosse la testa. "Cas... Io sarei scappato da quell'orfanotrofio solo per poter andare a godermi una di queste feste!"
STAI LEGGENDO
We'll find the happiness in the hell.
RandomDean è un ragazzo problematico con alle spalle una famiglia di tossicodipendenti, questo lo porta a sfogare la sua rabbia repressa contro chiunque gli dia fastidio, in particolare con Castiel Novak. Dean, appassionato di musica, crea una band in cu...