Il giorno dopo quella festa ci svegliammo tutti rintontiti e con l'umore a terra, difatti sembrava come se ci fosse passato un camion in pieno senza nemmeno accennare a fermarsi nello schianto. Quella più messa male era Greta dato che era passata dall'avere un aspetto fantastico a sembrare una senzatetto alla ricerca disperata di una doccia. Era divertente pensare che nel guardarsi allo specchio per poco non le veniva un attacco di panico perchè "Tom non può vedermi in questo stato"; come se fosse stata la prima volta che la vedeva con i capelli disordinati e il trucco sbavato intorno agli occhi.
Ci mettemmo a sogghignare a quella scena nonostante quello stesso rumore di risate facesse male alle tempie, provocando un silenzio tombale subito dopo. Cercammo invano una soluzione su internet a quell'odioso post sbornia e tra i vari consigli vi fu quello che usavo più spesso; ovvero caffè doppio senza zucchero. Faceva decisamente ribrezzo, ma per lo meno aiutava a smaltire l'alcool e allietava - anche se minimamente - il mal di testa.
Da quella mattina passarono circa due o tre giorni tra studio di interi libri, vari test scolastici e serate a chiedersi semmai sarebbe finita presto quella maledetta scuola; quegli stessi momenti in cui non si parlava molto, ma si stava insieme a commentare qualche film senza senso passato in tv.
George ci aveva chiesto e supplicato di guardare Terminator. Tom si era unito commentando che non era tanto male come idea, e che gli avrebbe dato la carica per affrontare quella partita amichevole contro una squadra nel quartiere di Newport Beach. Quest'ultimo era praticamente il quartiere parallelo a Huntington Beach, ma decisamente meno malfamato di quanto il nostro fosse. Sembrava nervoso a causa di quella partita, eppure sia lui che i suoi compagni di squadra conoscevano bene il potenziale che possedeva. Nonostante ciò lo si poteva vedere mentre studiava le strategie di altri giocatori più famosi con un interesse spassionato verso il lavoro dei colleghi: il suo era un amore pieno verso quello sport, quasi quanto lo era per la musica.
La partita si sarebbe svolta in un professionale campo da basket a Newport Beach. Avevano tutti lavorato sodo per arrivare a quel punto e in quello medesimo luogo. Quel giorno si sarebbero sfidate quattro squadre: un incontro femminile e uno maschile, dove ovviamente Tom ne faceva parte.
Noi eravamo nel mezzo degli spalti a goderci la partita; difatti preferivamo guardare tutto il campo in modo chiaro, al posto di essere troppo vicini e avere una visione quasi in 2D. Un pò come la regola non scritta dei posti al cinema in cui i posti migliori erano sempre quelli centrali.
Da lì potevamo notare quasi tutti i partecipanti e, di tanto in tanto, vedevamo Tom entrare in campo per controllare qualcosa nelle panchine del coach per poi tornare indietro con una piccola corsetta. Sembrava ben concentrato su ciò che stava per accadere, e insieme ad altri ragazzi del team discuteva di qualcosa - probabilmente tecniche di gioco - che ancora non gli erano chiare.
Greta diceva che ne parlava da una settimana di quell'incontro, molto di più del fatto che sarebbe stato l'ultimo o che di lì a poco sarebbe stato Natale. Per lui non era un qualcosa di amichevole, ma qualcosa da odiare dal più profondo dell'anima dato che era contro - parole testuali - "quegli stronzi dei Newport", e che lasciava trapelare un velo di rivalità tra le squadre e tra le stesse scuole. Difatti Huntington Beach e Newport Beach non andavano molto d'accordo tra di loro.
"Quando inizia la partita?" Domandò John annoiato.
Feci spallucce e mi guardai intorno. Avrei voluto capire se da qualche parte vi era anche la squadra di Natalie o se, perlomeno, lei fosse presente. Non sapevo come contattarla dato che in quelle occasioni badare al telefono era qualcosa di irresponsabile e irrispettoso per il coach e per la squadra.
"Perchè sei così preoccupato?" chiese Cas. Mi guardava con quegli occhi celesti e un timido sorriso. "Tom spaccherà il culo a Newport Beach!"
"Ci puoi contare, Castiel!" disse Greta subito dopo.
STAI LEGGENDO
We'll find the happiness in the hell.
RandomDean è un ragazzo problematico con alle spalle una famiglia di tossicodipendenti, questo lo porta a sfogare la sua rabbia repressa contro chiunque gli dia fastidio, in particolare con Castiel Novak. Dean, appassionato di musica, crea una band in cu...