La porta si aprì e iniziai a vivere quei secondi come se fossero secoli. I miei occhi guizzavano da una parte all'altra, scrutando l'interno della casa dall'angolo aperto che notai fosse esattamente uguale alla mio, mentre piccoli e famigliari tratti facciali si fecero strada sui miei occhi facendomi battere il cuore così velocemente da aver paura di aver un mancamento: vidi il suo sorriso farsi così grande e gli occhi da celesti diventare immediatamente vitrei, poi le sue spalle rilassarsi, le braccia cadere lungo i fianchi e in quell'attimo fui sicuro che non seppe neanche lui cosa stesse succedendo, se fosse tutto vero o un allucinazione, ma fu certo che io provai la stessa sensazione.
Difatti la mia reazione fu simile, non barcollai indietro come lui, ma mi misi a ridere senza un vero motivo, infine iniziai a studiare quel corpo adulto che aveva Castiel.
Era cresciuto in altezza e aveva lo stesso corpo muscoloso, il viso aveva tratti più duri e maturi, mentre i capelli erano rimasti sempre scompigliati, come se fosse stato inutile pettinarli e prendersene cura. Come a sentire i miei pensieri passò la mano tra di essi e chiuse la bocca leggermente aperta dallo stupore: sembravamo due idioti che si fissavano uno più sbalordito dell'altro ed entrambi incapaci di muoversi dalla gioia o chissà che stesse passando per la nostra testa in quel momento.
Avrei voluto sporgermi verso il suo corpo e abbracciarlo, sentire di nuovo il suo profumo sul mio, inspirarne a pieni polmoni e non me ne fotteva un cazzo se c'era quel tipo in casa sua, quel presunto fidanzato che già da ora mi faceva rodere l'anima, io avevo bisogno di questo.
Io avevo passato infinità di Stati per arrivare a questo punto.
"Castiel." dissi con un filo di voce "Solo ora Ricky mi ha detto-"
Provai a finire la frase, ma quella stessa sembrò aver rotto quel velo silenzioso di stupore nel vederci rendendo tutto ancor più vero, così lo vidi avvicinarsi e rendere quel desiderio appena pensato qualcosa di palpabile. Sentii il suo corpo tuffarsi contro il mio e abbracciarmi così forte da far male, da non permettermi persino di respirare regolarmente, ma anche questo era un dettaglio a cui non tenei conto perchè stavo dando lo stesso trattamento all'uomo tra le mie braccia, per poi inspirare profondamente quell'aroma di non so quale shampoo che rendeva la sua pelle così buona e pulita.
Subito dopo, sentii Castiel piangere a dirotto tra le mie braccia, sentii le sue lacrime bagnare l'interno del mio collo e le sue dita stringere lembi della mia maglia fino a farla tirare lungo il mio petto, difatti non negai a me stesso che fu difficile trattenere quelle fragili lacrime che stavano per rigare il mio viso: era difficile per me esprimere così tanto le mie emozioni, solo Castiel era capace di non farmi sentire un idiota a riguardo.
"Pensavo fossi morto." disse con voce tremante.
"Anche io." gli sussurrai nell'orecchio e scostai la mia mano per asciugare una solitaria lacrima.
Ancora stretti mi diede un fugace bacio vicino all'orecchio, di nascosto tentando di non farsi vedere da quella famiglia che aveva in casa, ma dandomi una piccola illusione che niente era cambiato, anche se potevo ammettere obiettivamente che lui avesse potuto sbagliare nella fretta di darlo.
"Che ti è successo?" chiesi. "Ricky mi ha raccontato di Tanya, John e George e quando chiesi di te mi ha detto che eri qui."
Non osai staccarmi ancora e quando lui ci provò, lo tirai a me per qualche altro secondo tenendolo stretto.
"Mi mancano..." disse con lo sguardo basso "Un anno e mezzo fa siamo arrivati qui, tu? Mi ha detto Negan di alcuni arrivati, ma-"
"Ricky non ti ha detto nulla?" chiesi ancor più incredulo, poi gli asciugai il viso accerezzando la pelle con il pollice.
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We'll find the happiness in the hell.
CasualeDean è un ragazzo problematico con alle spalle una famiglia di tossicodipendenti, questo lo porta a sfogare la sua rabbia repressa contro chiunque gli dia fastidio, in particolare con Castiel Novak. Dean, appassionato di musica, crea una band in cu...