Tom e Greta - Superhero.

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Quella mattina una ragazza di quinto anno mi invitò a una festa tra amici, diceva ci saremmo divertiti, e nonostante non mi aspettassi una proposta di quel genere a causa del mio carattere, decisi di accettare con piacere. Mi sembrò strano in un primo momento che una ragazza dell'ultimo anno volesse invitare una del secondo, mi sembrava strano che volessero proprio una tipa introversa come me, ma la smisi di farmi domande e decisi di prepararmi a quella nuova esperienza senza pensarci due volte: passai tutto il pomeriggio al telefono con una mia amica, urlando da entrambi i ricevitori quanto fossimo eccitate all'idea di poter partecipare a un qualcosa del genere - difatti sull'invito vi era scritto di venire in coppia e decisi di chiedere un passaggio a chi mi era più vicino - per non parlare del fatto che volevamo provare le cose che tutti gli adolescenti fanno, una tra queste fare sesso.

Prendevamo alla leggera questo argomento perchè eravamo troppo immature da soppesare questo genere di cose, eppure in quel momento sembrava un idea geniale quella di provare a rimorchiare qualcuno solo per quello scopo: entrambe decidemmo di indossare una gonna a metà coscia, con una maglietta leggera con una scollatura a v ben pronunciata sul seno, una collana lunga ad accentuare tutto ciò e infine delle converse perchè i tacchi sarebbero stati troppo pericolosi per chi non vi era abituata. Comunque le mandai una foto alla fine e mi accorsi che l'unica cosa fuori posto fossero i capelli biondi che disordinati caddevano sulle spalle, decisi quindi di raccoglierli in uno chignonne disordinato.

"Mamma, papà, vado a una festa." dissi con un sorriso e saltellai in cucina. "Coprifuoco a mezzanotte?"

"Tu non vai da nessuna parte conciata così!" fece burbero mio padre, Gregory.

"Ma papà è una festa in piscina!" mi lamentai "Starò attenta!"

Voltai lo sguardo a mia madre che in quel momento stava mangiando delle patate lesse in silenzio, lei era molto riflessiva e studiosa e lasciava parlare entrambe le parti prima di dare un proprio giudizio. Era un bravo avvocato, nonostante questa professione gli dava dei difetti, tanto che delle volte sembrava stesse argomentando un accusa, più che spiegarti qualcosa che non andava.

"Mettiti qualcosa a coprire quella scollatura." disse lei "Per tutto il resto... è ok, più o meno."

"Ok?!" domando sbalordito Greg.

"Grazie, mamma!" urlai e gli diedi un paio di baci sulla guancia.

Quando tornai in camera a prendere un fular per coprire il tutto, sentii i mia mamma spiegare a mio padre di come stessi crescendo e tutti quei discorsi che da genitori si dovrebbero fare: credetti in quel momento che agli occhi di mio padre potessi sembrare ancora la bambina in fasce che aveva solo 15 anni prima e questo mi fece sorridere, quando tornando da loro con ancora quei pensieri a fluttuare per la mente, mi accorsi che mio padre mi guardava con un certo giudizio... O forse era commozione? Non sapevo come interpretare quello sguardo così malinconico.

"Così va meglio!" disse mia madre, Lara.

"Tieni questi." fece Greg subito dopo, mi porse una banconota e riluttante sorrise "Se hai bisogno urgente di tu sai cosa!"

"Di cosa avrei bisogno a una festa?! C'è tutto lì!" mi giustificai, ma presi comunque i soldi "è tutto gratis!"

"Papà, vuole farti capire che... Bè, sei un adolescente e-" provò a dire mia madre, ma la interruppi di colpo.

"Oh mio dio! Non il discorso dell'ape e del fiore!" esclamai imbarazzata, le guancie in fiamme "Ci vediamo a mezzanotte precise! Vi voglio bene!"

Uscii di casa il prima possibile, quasi dissi quelle parole frettolosamente per non far trasparire il nervoso che vi era nascosto nelle mie parole.

We'll find the happiness in the hell.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora