Mi posai sullo stipite della porta con le braccia conserte. Avrei voluto chiedergli della litigata di ieri notte o di quei lividi, ma ero cosciente del fatto che se avessi iniziato a fare domande di questo genere, di punto in bianco, avrei solo avuto l'effetto contrario; ovvero la chiusura più totale nei suoi confronti.
Ci eravamo giurati eterna sincerità e avevamo mantenuto quella promessa per tutto il tempo in cui eravamo stati insieme, ma ora che lui era fidanzato con Danny non ero sicuro se quella promessa fosse ancora valida o se entrambi fossimo ancora collegati dal filo rosso del destino. Forse averlo incontrato qui era una prova di quel fato vigliacco che lo aveva collegato anche a quel biondino vent'anni più grande di lui; nonostante ciò lo guardai per qualche secondo negli occhi e non potei ignorare quei segni sul collo e lungo le mani. Era più forte di me non pensare alla peggiore delle ipotesi dato che sia lui che io sapevamo fin troppo bene cosa significava esser picchiati, nonchè sapevamo come i lividi si creassero in base al modo in cui venivamo abusati.
A quel punto abbassai lo sguardo e guardai altrove. Non riuscivo a mantenere il contatto visivo con quell'uomo lì di fronte a me. Più che altro però, non riuscivo a tener a bada quei brutti pensieri, quindi optai nel concentrarmi sul chiacchierio dei nostri amici nella sala da pranzo poco lontana da noi. Su Greta che parlava in modo tenero a Chris e Sam che pur essendo un pò più grande riceveva un tono diverso dagli altri, oppure su Tom che parlava con Danny di qualcosa che non capii a primo impatto e che dopo qualche secondo capii fosse pesca, ed infine su Ricky che di tanto in tanto lo sentivi intervenire nei discorsi di questi ultimi due. Sembravamo una vera famiglia, ancora una volta.
Sentii Castiel fare qualche passo e fermarsi di colpo lì dove era il frigo. Probabilmente anche lui sentiva quella sorta di tensione tra di noi. Non sapeva come rompere quel silenzio che si era creato, eppure avremmo potuto parlare di tante cose e, soprattutto, di quella notte passata insieme siccome entrambi non volevamo che finisse così velocemente. Avevamo passato anni a volerci, anni a cercarci silenziosamente tra gli sguardi che non riuscivavamo a capire, anni in cui combattevamo contro quel sentimento che ci diceva quando fossimo chimicamente vicini. Non poteva finire così in un batter d'occhio, non dopo esserci ritrovati.
Mi scostai dallo stipite e gli andai vicino. I suoi movimenti erano lenti, quasi volesse passare più tempo possibile a prendere quelle bottiglie dal frigo alimentato ad energia solare solo per attendere una mia mossa, quindi lo abbracciai dalle spalle e sentii il suo corpo irrigidirsi al contatto con il mio calore contro la sua schiena. Affondai il viso nell'incavo del collo come mia abitudine fino a sentirmi finalmente rilassato e fuori da ogni pericolo. Lui era sempre stato una sorta di panacea per me, e anche nei momenti più duri riusciva a farmi sorridere con un solo sguardo. Ora però lo vedevo immobile con le mani a stringere il bordo del mobile lì di fronte a noi come se gli costasse rimanere fermo nelle mie braccia. Mi imposi di non stringerlo ancor più forte per non far male a quei maledetti lividi che in tutti i modi cercavo di ignorare, poi accarezzò le mie mani e le strinse piano.
"Dean..." sussurrò dopo qualche secondo.
Mi scostò le mani solo per voltarsi e guardarmi con quei suoi occhi celesti come il mare. Mi osservò il petto poco dopo e con un velo di tristezza nel volto posò la fronte sulla mia spalla. Mi intristiva non comprendere pienamente i suoi gesti, e mi faceva incazzare ancora di più quel sesto senso che mi sussurrava che la colpa di tutto ciò fosse quello stronzo nell'altra stanza. Nonostante ciò, rimasi immobile a guardare il corpo di fronte a me quasi accasciarsi tra le mie braccia. Tra una carezza e l'altra lo sentivo comunque di nuovo vicino, e sentivo più di tutto quella strana sensazione di amore diversa da come la provavo con i miei amici. Con loro non potevo sentire quello che sentivo con Castiel, non quella morsa allo stomaco che mi avrebbe fatto venir voglia di proteggerlo da qualsiasi cosa.
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We'll find the happiness in the hell.
De TodoDean è un ragazzo problematico con alle spalle una famiglia di tossicodipendenti, questo lo porta a sfogare la sua rabbia repressa contro chiunque gli dia fastidio, in particolare con Castiel Novak. Dean, appassionato di musica, crea una band in cu...