Ungrateful.

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Le settimane successive alla discussione, tra me e Castiel, furono abbastanza difficili per entrambi, difatti era impossibile non notarci quando le nostre case erano praticamente una di fronte all'altra. Mi fu arduo ignorare la sua voce e camminare a testa bassa perchè sia io che lui dovevamo stare distanti l'un dall'altro per darci il giusto spazio e tempo per pensare alla prossima mossa. Nonostante ciò - pensandoci bene - fui felice del fatto che quell'angelo avesse capito pienamente che quello che stava vivendo fosse deleterio sia per lui che per Chris, e iniziai a pensare che la sua scelta di cambiare vita era determinata soprattutto dal voler far vivere la tranquillità al bambino e non per un reso conto che comprendeva sé stesso.

In quei giorni lo sentii litigare spesso con Danny. Ad ogni ora mi alzavo vigile e uscivo fuori dalla porta, e in alcune di queste mi avvicinavo fin all'ingresso di casa sua e con codardia ritiravo la mano dal bussare; così come reprimevo la rabbia quando sentivo il suono assordante di uno schiaffo o di chissà cosa. Le mie conferme poi venivano accertante dal pianto di Cas, dalle urla ancor più strazianti e, il giorno dopo, dai lividi presenti sul suo corpo. Questi ultimi erano abbastanza profondi e in lati del corpo che era difficile notare, ma che io sapevo scovare. In ogni caso, si notava anche dal modo di camminare e muoversi, dalle sue smorfie di dolore quando Chris lo abbracciava o quando a furia di nascondersi si accertava di aver la benda ben salda per coprire cosa ci fosse sulle braccia.

Sospirai e lo osservai per qualche secondo mentre beveva un succo d'arancia in giardino, anche lui sui gradini d'ingresso, che però a sua volta aveva lo sguardo per tenere d'occhio Chris, il quale giocava a pallone con alcuni dei suoi amici. Sembrava bello quel quadro famigliare, solo loro due, ma la verità dei fatti era fin troppo cruda e cattiva da dover accettare, così ingiusta che mi faceva incazzare e aver voglia di prendere quello stronzo e sbatterlo con la testa al muro fino a farlo diventare uno zombie.

Questo pensiero era fisso nella mia mente ogni qual volta desse il bacio di Giuda a Castiel rivelandosi al momento dolce e nascondendo quella doppia faccia meschina e disgustosa che aveva nel privato. Quel pensiero era presente quando le sue mani erano così dure sul corpo di un uomo che per disperazione si era avvicinato alla parte più oscura di questa vita, dando amore alla persona sbagliata e non certo meritevole.

Castiel spostò lo sguardo verso di me. Ci furono diversi secondi in cui restammo a studiarci, io pensieroso sulla vita che stesse conducendo e amaramente consapevole del fatto di non poter far nulla a riguardo, lui forse pensieroso sulle scelte che avrebbe dovuto compiere prima possibile se avesse voluto riavere un rapporto anche solo amichevole con me o in generale con noi. Tutti eravamo d'accordo con la mia scelta, forse un pò meno Greta perchè gli dispiaceva per lui, infatti ogni tanto andava a casa sua per consolarlo, ma certa che in qualche modo fosse la scelta giusta.

"Ciao Dean!" sentii poco lontano, era la voce di Sam. "Come mai da queste parti? Non hai lavoro con Seki?"

Scostai lo sguardo da Cas per guardare Sammy che in piedi al mio fianco era controluce e difficile da guardare in contrasto con il sole. Subito dopo si sedette di fianco a me. Tra le mani aveva uno straccio sporco di terra, anche le sue dita e le unghie lo erano, così come il resto del suo corpo.

"No, abbiamo finito di smontare quell'auto e ora aspettiamo che tornino gli altri dalla missione... Tocca a me lavare i cavalli. " spiegai. "Tu sei reduce da... Cosa?"

"Oggi sono stato un agricoltore!" rispose ridendo. "Negan mi ha spiegato come coltivare le piante e poi mi ha fatto il discorso... Sai, quello dell'ape... è stato imbarazzante. "

Scoppiai a ridere e spinsi Sam da un lato. Mi sarebbe piaciuto vederlo in quella situazione, impacciato e arrossito nel sentire le parole di Negan che cercavano di spiegargli come evitare di aver figli o come anche solo iniziare una discussione del genere. Sicuramente i nostri nonni - se così possiamo anche solo minimamente chiamarli - non avrebbero mai fatto un discorso del genere al marmocchio al mio fianco. Ringraziai mentalmente Negan e sorrisi a Sam: sapevo poco di lui, ma ero orgoglioso di vederlo così puro e ingenuo, sbattuto in una realtà troppo forte per chiunque.

We'll find the happiness in the hell.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora