Dopo aver visto il concerto dei Vatus ce ne tornammo in camerino percorrendo i lunghi corridoi bianchi. Notai nel tragitto qualche artista visibilmente nervoso che scaldava la voce - cosa che dovevo fare anche io, ma di cui non avevo voglia - e certi batteristi che con le bacchette battevano sul pavimento o contro il muro a tempo di musica. Quest'ultima immagine mi ricordò di quando Ricky nel dietro le quinte del primo concerto, non smetteva di far rumore con quei dannati bastoncini in legno; tanto che iniziò a colpire persino il divano che tanto rumore nemmeno emetteva. Dovette prendergliele John per far cessare quel rumore, anche se poco dopo Ricky cominciò comunque a tamburellare le dita su ogni cosa possibile. Arrivati quasi a 6 anni di amicizia e di passione per la musica, ci rendemmo conto che quel tamburellare era ormai il sottofondo della nostra band nei momenti di paura; e soprattutto quando il batterista era nervoso.
La voce della folla si sentiva appena dato che i camerini erano lontani, ma anche il minimo urlo di gioia mi elettrizzava; persino quando non ero io ad essere sul palco, o perfino quando il pubblico chiedeva con un fare famelico un'altra canzone, un altro gruppo ed un'altra esibizione. Questo era il bello; e chiunque si aggirava nel dietro le quinte ne veniva trascinato. Tra l'altro, anche gli addetti alle luci si mettevano a cantare qualche pezzo di tanto in tanto, cosa che succedeva soprattutto con i Vatus. Loro erano infatti talmente bravi e talentuosi che riflettei molto spesso sul perchè non fossero in qualche talent show americano, o suonassero in un vero concerto. Uno di quelli dove ti danno una vera paga; e dove i tuoi sforzi vengono ripagati.
Appena entrammo, mi sedetti sul divano e guardai gli altri: c'era chi andava direttamente alla chitarra per strimpellare qualcosa, chi controllava il cellulare e anche Ricky approfittò di quella attesa per truccarsi gli occhi con un ombretto; il quale gli dava un aria stanca e triste nonostante il forte colore rosso. Non mi piaceva particolarmente, ma lui lo adorava.
"Come fa un tipo come Castiel a piacergli la nostra musica?" chiesi perplesso.
"Da quanto ti interessa quello che fa o non fa Castiel?" Domandò George. "Ricky, credo Dean ti tradisca."
"Ma come ti permetti?" rispose con un finto shock. "Non avrai mai il mio culo ora!"
"Idiota!" sbottai, e nascosi una risata abbassando lo sguardo. "Ero solo curioso... Voglio dire, guarda tutti i ragazzi partecipanti al concerto, persino il barista, e poi guarda lui che se lo spingi cade come un sacco di farina."
In quel momento scoppiai a ridere, ricordando quella volta al parco quando mi invitò alla festa in spiaggia ed io lo spinsi facendolo cadere a terra. Inevitabilmente mi venne anche un pensiero sfocato della sera in spiaggia; anche se non ricordassi granché, avevo lo strano presentimento che fosse successo qualcosa quella sera.
"Hai ragione." rispose George.
"Bè anche la mia Greta è piccolina, ma spero per voi che non riceviate mai un suo schiaffo." affermò Tom quasi triste, come se avesse ricordato qualcosa in quel momento. "Fidatevi."
"Ma che dolce il nostro Tom: 'la mia Greta'." Disse Ricky con la voce sottile come quella di un bambino. Ridemmo tutti di gusto tranne Tom; il quale gli riservò solo una brutta occhiataccia. "Ok, ok, va bene."
"In ogni caso, è strano." sussurrai.
Appena finii la frase mi misi a scaldare la voce. Prima facendo dei normali vocalizzi, e poi cantando la mia canzone preferita: Crawling; dei Linkin Park.
Data la mia passione per questo gruppo avevo un tatuaggio riguardante una loro canzone. Avevo semplicemente scritto 'Heavy' sul polso perchè descriveva ogni cellula del mio essere. Quella canzone era la mia anima; anche se, ogni volta che l'ascoltavo, ripensavo tristemente alla morte di Chester; il cantante. Ogni volta che mi veniva in mente sentivo la rabbia crescere con prepotenza; tanto da volerlo prendere a pugni io stesso per quel suo gesto così crudele ed ingiusto verso i suoi fan e, specialmente, verso se stesso. Non sopportavo di ricordarlo come un corpo senza vita.
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We'll find the happiness in the hell.
AcakDean è un ragazzo problematico con alle spalle una famiglia di tossicodipendenti, questo lo porta a sfogare la sua rabbia repressa contro chiunque gli dia fastidio, in particolare con Castiel Novak. Dean, appassionato di musica, crea una band in cu...