Cinema.

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How dare you play the victim

These tortured eyes, they see right through you

Right through you

But still you keep my captive

And make me feel like I deserve you

But I hate you, hate you

Il concerto era partito alla grande, così come lo eravamo noi: presi dall'adrenalina di saltare e suonare il nostro primo concerto da veri e proprio musicisti, pagati con un vero stipendio per le nostre canzoni. Senza contare che quella canzone fosse più importante di quando potesse sembrare, tanto che dovetti abbassare lo sguardo quando una lacrima mi scese sul viso e la voce si inclinò di poco dati i ricordi che mi suscitava. Era una delle prime canzoni che avevo scritto alla mia famiglia, una delle prime prese e riadattate al nostro stile per poi crearne persino una versione acustica, anche se questa idea non piacque particolarmente a Tom.

In quella canzone c'era un pezzo in cui George, la cui voce era più soffice e delicata della mia, cantava ed esprimeva al meglio la tristezza, frustrazione e demotivazione di qualcuno sottoposto per anni ad abusi verbali e fisici; difatti solo una volta uscito da quella casa ed iniziato una nuova vita nella casa di Ricky, mi accorsi di come ogni cosa mi risultasse diversa e di come avessi voglia di ridere e scherzare con tutti. Quando ero in quella catapecchia, non potevo far nulla a causa di James e Kate. In pratica dovevo esser un fantasma; presente solo per servirli.

La canzone parlava persino degli effetti psicologici che un maltrattamento del genere ti porta a pensare. Leggendo alcuni libri in merito, mi resi conto del perchè quelle parole mi sembrarono così adatte da doverle scrivere in quel testo. Sentivo costantemente addosso il loro disappunto e disprezzo in ogni momento della mia vita, e da lì non mancò poco che cominciassi a pensare che le botte, le urla e tutto ciò che ne derivava fossero, dopotutto, solo un mio problema; e questo faceva male, troppo male.

I feel asphyxiated

It's more than I can take

But nothing ever changes in the end

No more I'm suffocating

You've gone and lost your grip

But nothing ever changes in the end

Appena finimmo il concerto a mezzanotte, Tom e Greta preferirono continuare la serata ad una festa in maschera di un loro amico, mentre noi altri tornammo ai nostri camerini. Ci struccammo e tornammo ad essere dei normali 17enni con la passione della musica che, di certo, erano troppo grandi per andar in giro travestiti a fare dolcetto o scherzetto.

"George, c'era una ragazza che non ti toglieva gli occhi di dosso." disse John con un sorrisetto "Secondo me, dovresti andare a cercarla."

George lo guardò e divenne rosso come un peperone, lui era il classico tipo abile nel parlare di qualsiasi cosa e in qualsiasi modo, ma quando in ballo c'erano potenziali ragazze interessate non poteva far a meno di arrossire. Questo lo consideravo come un pregio anche se lo odiava

Ricky avvolse il braccio sulla sua spalla e gli diede un colpetto sul petto sorridendo.

"Fa conquiste il nostro rubacuori" disse e ridacchiò a fine frase.

"Non mi riconoscerà mai, anche perchè avevo la mascherina" sbuffò e prese una birra.

"Vacci con la mascherina." gli risposi e lo guardai con un sorrisetto malizioso. "Forse gli piacciono le cose bdsm."

Appena finii la frase mi avvicinai al suo fianco sul divano, gli rubai la birra e ne presi un sorso. Lui protestò di rimando, ma subito dopo posò la testa sulla mia spalla e io feci lo stesso sulla sua. Alcune volte pensavo che le quinte fossero al secondo posto nella lista delle cose che amavo fare con i miei amici, anche perchè si instaurava quel rapporto di intimità e forte amicizia che ci faceva riflettere su tutte le cose che avremmo potuto fare dopo la scuola o una volta che il nostro gruppo sarebbe diventato un pò più famoso di quando già non lo fosse ad Huntington Beach.

We'll find the happiness in the hell.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora