Quei secondi a guardarlo mi sembrarono attimi infiniti da cui non riuscivo a sboccarmi. Era come se non riuscissi neanche a comprendere le parole che stava pronunciando. Mi sentivo in imbarazzo ad avergli detto ogni cosa ed essermi scoperto per quello che ero; ma quella non era altro che la prova che io provassi per lui qualcosa di cui non riuscivo neanche io a darmi una spiegazione certa. Probabilmente, una parte di me era già a conoscenza di questa nostra attrazione l'uno per l'altro; eppure nessuno dei due riusciva a fare il primo passo o, per lo meno, sbagliavamo il modo poichè io non facevo altro che insultarlo, mentre lui scriveva pezzi di canzoni o leggeva. Come quella volta in cui - mesi prima - Tom iniziò a leggere alcune frasi in evidenza di uno dei suoi libri, per poi sentirci dire di essere troppo idioti per capirne il significato di alcune.
In quel momento fu lui a guardarmi e a studiarmi, forse per farmi capire che io e lui eravamo i protagonisti di quel complicato libro. Lo lessi in seguito per il puro scopo di comprendere il significato di quella frase e di quello sguardo, ma non riuscii a capirne il senso sulle prime: non ero bravo a comprendere quel genere di libri così complessi. Mi appuntai nella mente di chiederglielo, ma di farlo come Dean, e non come Charlie.
Ora però tutto era andato in fumo e lo potei capire quando Castiel si alzò dalla panchina lasciando uno spazio; una lontananza ancor più profonda e marcata di quella che in precendenza già non era. Nella mia testa iniziai a risentire più chiaramente quelle parole, dapprima ovattate e confuse, che uscivano dalle sue labbra ora contratte per la sorpresa. Sentii il mio nome pronunciato con una nota di stupore, e poi un "Non ci credo..." sussurrato. A quel punto mi sentii di alzarmi e andargli vicino. Volevo reagire a quel tepore e a quell'agitazione che si erano a un tratto impossessate di me senza avermi dato il tempo di reagire o controllarmi.
Avevo aspettato questo momento da settimane, studiandone ogni dettaglio e reazione dal momento in cui lo baciai, mettendomi così in gioco di nuovo. Ora che tutto era finalmente successo però, non sapevo che fare o come comportarmi.
Questo non era Dean: non era più quel Dean chiuso in sè stesso dentro a una fortezza d'acciaio. Ora come ora - anche non riconoscendomi - paradossalmente riuscivo a vedere il vero me, quello abbandonato due anni prima, quello eliminato il 4 dicembre del 2017.
Mi ero aperto a Castiel, mostrando il mio passato senza paura di esser giudicato. Tutto questo, nonostante non fossi protetto da quella bolla di sapone che era la mia maschera; la quale, fino ad allora, mi aveva dato la forza di dare voce a quei pensieri. Anche se ciò non fu presa bene dal moro di fronte a me.
Mi alzai e gli andai vicino, poi gli misi una mano sulla spalla per voltarlo delicatamente verso la mia direzione: non mi guardava, e si poteva sentire nell'aria quella tensione che c'era tra noi, la stessa che si provava quando si voleva far qualcosa, qualsiasi cosa, ma non se ne possedeva il coraggio. La mia codardia mi bloccava dal baciarlo in quel momento, o alzargli lo sguardo per decifrare quello che gli passasse per la testa, e infatti non feci nessuna delle due cose.
Semplicemente scostai le sue dita dal graffiarsi l'un l'altra, tenendole tra le mie, e posai la fronte tra i suoi capelli senza proferir parola.
"Perchè?" chiese infine, stringeva i pugni tra le mie mani. "Perchè Dean?"
"Di cosa?" chiesi di rimando "Cercavo di proteggerti."
Inizia a pensare che forse quel Dean duro e arrogante non esisteva dopotutto, e che probabilmente Castiel mi aveva cambiato molto più di quanto volessi ammettere. Di fronte agli altri non sarei mai stato così, e ripensando a noi, capii che diventavo così "debole" solo quando ero da solo con lui.
"Non mi hai lasciato scelta, Dean." Pronunciò quelle parole con amarezza. Finalmente alzò lo sguardo, rivelando dolore e quegli occhi così celesti ormai vitrei. "Non mi hai lasciato scelta di decidere, hai fatto lo stesso gioco di quel mostro!"
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We'll find the happiness in the hell.
De TodoDean è un ragazzo problematico con alle spalle una famiglia di tossicodipendenti, questo lo porta a sfogare la sua rabbia repressa contro chiunque gli dia fastidio, in particolare con Castiel Novak. Dean, appassionato di musica, crea una band in cu...