His first party, part 2.

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Castiel era diverso sotto l'effetto dell'alcool: era come se fosse più libero da tutto ciò che probabilmente gli impediva di essere se stesso. Non era quel ragazzo impacciato che a stenti ti guardava negli occhi, ma quello che ti avvicinava e ti baciava con una passione che poche volte avevamo vissuto, quello che non si preoccupava dei demoni del passato e anzi, in un certo senso, li esorcizzava e ci scherzava su, ridendo quando si rendeva conto che quello che aveva detto forse era qualcosa di troppo spinto da far uscire dalla propria bocca.

Ora capivo perchè in quella foto al concerto con Marcus era così felice e spensierato: entrambi erano ubriachi, ed entrambi non avevano quel disturbo che li portava a ripercorrere in maniera ossessiva quel che gli era successo. Stavano soffocando la propria anima con qualcosa che - per un breve periodo - li avrebbe fatti sentire felici, davvero felici, e noi non eravamo da meno siccome ogni componente del gruppo aveva i suoi tormenti, le sue guerre da affrontare. Quel nasconderci nella trincea della festa rendeva tutto quasi più sicuro, più vivibile e sopportabile.

Guardai Castiel prendermi la mano e per un attimo restammo fermi ad osservarci, spinti da quelli che erano gli altri partecipanti a quel sfrenato ballo. Mi venne vicino e posò le labbra sul mio orecchio. Non seppi precisamente come decifrare quel gesto, ma non mi lasciai trasportare da quei pensieri e richiamai all'attenzione la parte della mente libera dal fastidio di ragionare, quella che ora avrebbe fatto le cose più imprudenti. Gli misi la mano sotto la felpa e accarezzai lentamente la schiena marcata dalle cicatrici che tanto adoravo, quelle che lo rendevano simile a una tigre maculata e altrettanto piena di quell'aggressività che mostrava sul ring.

In quel momento si ritrasse e spostò anche la mia mano. Potei immaginare il perchè, ma ancora una volta mi sforzai di non pensare troppo, lasciandomi trasportare dagli eventi nello stesso modo in cui, con codardia, facevo con James e Kate quando mi ordinavano qualcosa. L'unica differenza, però, era che questi eventi erano decisamente migliori di quelli che mi sarei aspettato. Castiel mi aveva infatti preso per il polso e trascinato via. Non mi sarei mai aspettato una tale iniziativa proprio da lui, ma nonostante ciò non mi lamentai; anzi fui io stesso a spingerlo contro il muro di un corridoio isolato e baciarlo sul collo, marcando con segni rossi quel territorio che pregavo fosse completamente mio.

"Così questo è Castiel da ubriaco?" gli sussurrai sulle labbra, prima di morderle.

"Da ubriaco sono un idiota!" disse "Sei tu che mi fai questo."

Sorrisi maliziosamente e gli accarezzai i fianchi da sotto la felpa: era dannatamente caldo e provocante. Sembrava urlasse e implorasse di farsi prendere dalle mie mani, di far si che quello che ci passava per la mente fosse finalmente reale e vero.

"Davvero?" Domandai. "E cosa ti faccio esattamente?"

Sta volta fui io a trascinare Castiel nella stanza al fianco: lì vi erano i mobili che avevano spostato per fare spazio, facendo in modo che quello sgabuzzino improvvisato non fosse utilizzato da nessuno. Filtrava solo della luce dalla finestra che rendeva tutto quasi romantico, così spinsi Castiel sul divano e mi sedetti sulle sue gambe, per poi guardarlo.

"Tu..." disse

"Io?" lo incitai.

Mi prese per la giacca e mi baciò con la stessa foga che avevamo provato qualche minuto prima. Sentivo le sue mani ovunque, le sue unghie graffiarmi la schiena e le labbra creare una scia di baci lungo ogni centimetro del mio collo: quei giorni a provocarci e a creare dell'intimità tra di noi avevano fatto si che quella situazione si creasse. Ne ero più che felice dato che ora mi stava mandando ai limiti del controllo su me stesso.

Dovevo trovare un modo per distrarmi da quello che stava facendo, dal suo modo di sussurrare il mio nome nel mio orecchio quando ero io a provocarlo; non potevo lasciarmi andare in quel momento e non da ubriachi. In ogni caso, quello che stavo provando era pura droga mischiata ad adrenalina e ad altri meccanismi che mi portavano a volerne ancora e in modo più intenso.

We'll find the happiness in the hell.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora