Il compito di letteratura sembrava come riguardare me e Castiel e tutto quello che era la nostra intricata storia, fissavo il foglio bianco con insistenza, mentre tenevo la penna a mezz'aria come incerto sulle parole da usare o, semplicemente, da dove era più opportuno iniziare. Avrei voluto scrivere ogni cosa mi passasse per la mente, dare sfogo a tutto quello che avevo da dire e tutto ciò che avevo vissuto in quei giorni. Stavo rivivendo man mano tutta la scena nella mia testa: quando avevo veramente scelto di dividere mente e cuore dalla mia vita e quando - fissando il cellulare - chiamai Castiel. Era in quel momento che creai un allontanamento fra noi due, decisivo affinché lui potesse essere al sicuro; lontano dai pericoli che, quasi sicuramente, avrebbe incontrato se mi fosse stato ancora vicino. Questa consapevolezza, mi spingeva giorno dopo giorno a convincermi che era la cosa giusta da fare, poichè la ragione era ed è sempre stata più forte del sentimento.
In quei giorni, arrivai alla conclusione che vederlo vivo era molto più importante dell'egoistico sentimento iniettato nel mio cuore di averlo stretto a me, lo stesso che mi spingeva a guardarlo con desiderio mentre tamburellavo la matita sul banco.
Sospirai, e guardai di nuovo quel foglio bianco, poi pensai a quanto fosse difficile il lavoro da scrittore: mi era ignoto come potessero prendere un idea e trascriverla così facilmente, argomentare qualcosa con semplicità e astuzia portando il lettore ad amare, odiare o persino avere dei sentimenti contrastanti riguardo ad un determinato capitolo di una storia. Chissà, magari anche io avevo creato questo tipo di sentimenti con i miei testi.
Nonostante avessi cosa dire, non riuscivo a spillare una parola da poter scrivere per cui trovai la scusa del braccio, dell'operazione e di tutto il resto per rinviare quel compito alla prossima settimana. Fortunatamente il professore accettò.
Alla fine della prima ora, gli studenti si fermarono dallo scrivere e ognuno di loro iniziò a parlare del loro tema, elencando e spiegando il perchè scegliessero di far predominare una delle due scelte: Tom parlò del sentimento - ovviamente collegato a Greta - e di come questo può cambiarti in modo quasi imbarazzante, Ricky della ragione per la quale decise di rinunciare a determinate cose, George della ragione per cui è sempre con i piedi per terra, accettando la dura realtà ed i suoi obiettivi, mentre John spiegò come entrambe potrebbero coesistere se solo si avesse un pò di sale in zucca, di come un individuo possa raggiungere i suoi sogni e, al contempo, crearsi una quotidianità con qualcuno al proprio fianco.
John era bravo in queste cose, forse perchè aveva letto anche il libro da cui era tratto il tema, o forse perchè cercava di vivere la vita in pieno equilibrio; persino la musica era in sintonia con lui. Difatti nel gruppo suonava della bella musica aggressiva, mentre sul telefono aveva una playlist di composizioni di musica classica partendo dai più famosi artisti fino ad arrivare ad alcuni di cui non avevo mai sentito parlare. Spesso mi diceva che suo nonno gli faceva suonare Clair de Lune di Claude Debussy poichè lo rilassava fino a farlo dormire.
Questa cosa mi ricordava i miei nonni paterni, coloro che mi insegnarono tutto riguardante musica, canto e quant'altro, introducendomi nel mondo del rock classico fino a quello più moderno, saltando dalla musica classica al reaggeton.
Sorrisi a quel pensiero.
Il professore si alzò dalla cattedra e guardò John annuendo.
"Quindi il tuo punto di vista è ispirato al credo indiano." spiegò poi "Una sorta di yin e yang, ma nel quale c'è ragione e sentimento."
"Si, professore." rispose John "Non puoi essere completamente impuntato sulla ragione e sugli obiettivi perchè anche negli obiettivi c'è l'orgoglio di non fallire; e l'orgoglio è un sentimento."
"Ottimo punto di vista, Mansers... Anche se per sentimento noi intendiamo quello di due persone che si amano, che si confrontano l'un l'altra. Il tema era più incentrato sul ragionare una situazione o farsi trasportare dai sentimenti di quest'ultima."
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We'll find the happiness in the hell.
RandomDean è un ragazzo problematico con alle spalle una famiglia di tossicodipendenti, questo lo porta a sfogare la sua rabbia repressa contro chiunque gli dia fastidio, in particolare con Castiel Novak. Dean, appassionato di musica, crea una band in cu...