You're the one that I want.

45 1 0
                                    

Ci avvicinammo verso ragazze e potei notare - ora più che mai - quanto Tom fosse innamorato di Greta e quanto vederla in quel vestito di velo celeste chiaro gli illuminasse il viso facendolo sorridere come poche volte lo avevo visto. Si avvicinò a lei e le baciò la mano prima di essere lievemente più moderno e avvicinarla per dargli un vero bacio su quelle labbra truccate da un rosa perla, quasi impercettibile.

Ricky fece una cosa simile a quella del nostro amico, porgendo però il braccio per entrare in quello che era il nostro campo da basket ora adibito a una mini discoteca: a fianco, vicino alle pareti, vi era un buffet con il classico punch che sicuramente qualche studente aveva alterato, rendendolo alcolico, sotto agli occhi ignari dei professori, mentre i muri erano pieni di foto ritraenti quei bellissimi anni 50 dove la musica rock dava un accento diverso al mondo. Certamente migliore della musica che si sentiva ora.

Mi avvicinai a quelle foto per osservarle, studiando quelle macchine d'epoca nello sfondo e quei ragazzi vestiti con abiti imbarazzati per i nostri tempi, ma certamente apprezzabili per chi ne capisse lo stile.

"Winchester!" mi chiamò una voce maschile che da dietro le spalle si fece sentire nonostante la musica in sottofondo.

"Preside Ketch!" lo salutai con un sorriso di cortesia. "Finalmente si è levato dalle palle me e il mio gruppo."

Lui sbuffò una risata e scosse la testa divertito, tra le dita della mano destra aveva del punch e un sigaro spento.

"Oh no, Dean." disse, cercando di calmare quella risata. "Mi mancherete e mi mancherà la schiettezza di Ricky."

"Avresti avuto tutte le basi per bocciarci." ribattei. "Ma ormai quel che fatto è fatto."

"Avresti voluto passare un altro anno con noi?" chiese.

Scossi la testa istintivamente e ripresi a guardare quelle foto ora più pensieroso di pochi minuti prima. Era ovvio che ora la vera vita si stava affacciando alla finestra di tutti noi e ci stava mostrando quello per cui avevamo lottato per tanto tempo. Io ed il gruppo ci sentivamo come trasportati sulla nuvola più alta del cielo e - mentre gli altri si godevano il panorama - io pensavo a quanto sarebbe stato duro cadere da un altezza così alta. Ne parlai anche con George di questo e mi rassicurò sul fatto che sarei stato il suo manager quando in Italia avrebbe realizzato il piano B, ovvero diventare un Dj. Gli sorrisi e annuii a quel sogno: si meritava questo e altro.

"Dove sono ora?" chiese dopo un minuto il preside. "Uscite sempre insieme e ora ti abbandonano qui?"

"No, sicuramente Tom e Ricky ballano con Tanya e Greta, mentre Castiel, John e George sono andati a prendere del punch... O stanno discutendo su qualche cosa da sfigati" gli spiegai. "Vuole salutarli?"

"Vi verrò a trovare durante la cena." ribattè. "Ora vado a salutare gli altri. È inutile dirti di non fare cazzate, vero?"

"Più che inutile, Ketch!"

Continuai a osservare quelle foto per un pò. Ognuna di loro era stata agganciata l'un l'altra come se fosse una catena di immagini, e questo faceva notare più che mai come il gruppo d'arte si fosse impegnato a fare quella cascata di scatti. Infine mi spostai verso altri oggetti che richiamavano la mia attenzione.

Guardai i palloncini e le strisce colorate, e i fotografi della festa che scattavano attimi indimenticabili. Per un attimo mi sentii stranamente malinconico, triste del fatto che avevo appena saltato quel traguardo che mi aveva accompagnato per tutta la vita. Fino ad un mese fa bramavo di finire queste ore di studio e disperazione pre esami, ma ora era tutto diverso.

"Dean." mi chiamò John. "Ti abbiamo cercato per l'intera sala. Eri sparito!"

"Guardavo le foto con Ketch. Ha detto di volervi salutare dopo." riferii. "Credo si sia affezionato a noi, era... gentile."

We'll find the happiness in the hell.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora