Subito dopo quelle parole, Danny gli comparve alle spalle quasi come volesse sorprenderci in fragrante su qualcosa che stessimo facendo in modo fugace e furtivo. Non che avesse tanto torto siccome fino a due minuti prima eravamo intenti a provocarci l'un l'altro, ma il suo modo di fare mi dava sui nervi e l'astio che volava tra di noi era palpabile come qualcosa di ovvio, schietto, quasi difficile da nascondere sotto la maschera sorridente e pacifica che gli mostravo. Lui mi trasmetteva solo odio profondo e mi sembrava di rivedere nei suoi occhi quelli di mio padre quando, sotto effetto di quella merda, non faceva altro che perdere il controllo e farmi male. Anzi, farci male siccome alcune volte capitava anche mia madre tra le sue sporche mani.
Più di una volta mi resi conto che quei comportamenti strani di Chris fossero causati da questo, eppure cercai di calmarmi per non cadere nel solito istinto che mi spingeva a pensare alla peggiore delle ipotesi, a quella soluzione veloce che mi urlava di entrare in quella casa e prendere a pugni quella bestia perchè sapevo fin troppo bene cosa significasse vivere una vita di quel tipo o vedere quello che avevo visto io e subire abusi da chi credevi dovesse proteggerti e amarti.
Fallii nell'autocontrollo e quindi accarezzai quelle mani ormai violacee a causa dei pugni dati contro i tronchi che recintavano la cittadina, quasi a ricordarmi quella sottomissione che mi spingeva a star zitto e ubbidire a quei fantasmi che ora fluttuavano nella casa del mio amante e che non erano ben chiari da vedere. Ancora una volta mi ritrovai ad accettare e a star zitto, impotente.
Guardai Castiel negli occhi per vari secondi. Riusciva a farmi capire le cose con un solo sguardo anche se era misterioso, quasi volesse parlarmi e allo stesso momento non volesse esser scoperto dall'uomo che aveva affianco; difatti distolse lo sguardo per guardare quest'ultimo con un sorriso.
Sembravano davvero perfetti insieme, se non fosse che conoscevo fin troppo bene il mio ex ragazzo per poter dire che la sua felicità fosse sincera e pura nei confronti del suo compagno; anzi, era tutto fuorchè questo. Castiel sorrideva per nascondere quella tristezza che per fin troppo tempo aveva imparato ad accettare, come quando mi urlò contro dell'orfanotrofio o quando mi stava lasciando, oppure quando si mordeva le labbra dal nervoso dandosi il coraggio di sorridere ancora una volta perchè lasciarmi andare per farmi vivere una vita normale era molto più importante che badare a sé stesso e alla sua vita.
Quell'uomo non aveva capito che io non volevo una vita normale. Io volevo quel complicato pezzo di merda che si svegliava durante la notte urlando di paura. Io volevo che urlasse con me l'odio che ci accomunava così tanto, che vivesse davvero e non si chiudesse in quella dannata stanza a pensare che quello schifo lo avesse sporcato per sempre. Io volevo lui e cazzo, non avevo neanche il coraggio di dirglielo.
Sospirai.
"Quindi di pomeriggio sei di turno?" chiesi a Cas per spezzare l'imbarazzo creatosi.
"Si, sono alla seconda torre a controllare il cancello con Eugene!" rispose. "Probabilmente vedrai Chris giocare con i bambini in piazza, così tengo sotto controllo anche lui."
"Ok... Allora ci vediamo a pomeriggio." risposi. "Io sono in garage a riparare qualche ferro vecchio."
"Da quando fai il meccanico?" domandò sbalordito. "Non sapevi neanche guidare "
"Ci sono tante cose che non sai su di me, Cas." ribattei e scesi le scale del portico. "Dovresti iniziare a scoprirle!"
Non mi voltai a guardarlo. Era come se sapessi già che stesse trattenendo una piccola risata imbarazzata data da quello che stessi insinuando, e sapevo anche che fosse diventato lievemente rosso a causa di questo, quindi attraversai la strada e aprii la porta di casa senza aggiungere altro. Ripensai a quando Tom mi insegnò a guidare. Lo fece in una tratta in cui di zombie non vi era l'ombra e avevamo una macchina di fortuna rubata nei pressi di Zebulon in Georgia. Lì mi insegnò ogni cosa, anche se la nozione più difficile risultò frenare senza rischiare di ritrovare entrambi i miei amici schiantati contro il finestrino anteriore dell'auto.
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We'll find the happiness in the hell.
RandomDean è un ragazzo problematico con alle spalle una famiglia di tossicodipendenti, questo lo porta a sfogare la sua rabbia repressa contro chiunque gli dia fastidio, in particolare con Castiel Novak. Dean, appassionato di musica, crea una band in cu...