I will kill you.

39 1 0
                                    

Oscar mi guardò attentamente negli occhi quando disse quelle parole. In realtà era quasi come se stessi ripercorrendo ricordi del passato che avrei voluto dimenticare, quasi come se tutto fosse stato un sogno creatosi da un coma e che quella vita fatta di non-morti fosse la vera vita di tutti i giorni; dove persino Castiel e gli altri fossero stati succo di un immaginazione ferrea, o di una vita che desideravo avere. Comunque non distolsi il mio sguardo stanco dal suo e osservai quelle iridi grigie fissarmi di rimando, per poi scendere lentamente sulle mie labbra e sul mio corpo magro ma certo abbastanza forte per poterlo prendere per la gola e farlo fuori.

Avevo quasi voglia di farlo, tanto che sentii le mani formicolare dall'istinto di agire e prendermi la mia vendetta; anche se questo gesto significava morte certa. Difatti gli scagnozzi di quel pezzo di merda avrebbero scoperto, prima o poi, il suo corpo e ci avrebbero fatto fuori seduta stante; e anche se avessi avuto le chiavi per poter scappare - ragionai tra me e me - non saremmo stati abbastanza scaltri da trovare la via d'uscita in tempo, soprattutto con Greta in quelle condizioni.

"Sai, in tutti questi anni" iniziò a dire Oscar dopo qualche momento di completo silenzio. "Sei sempre stato il mio preferito, Dean. Dio, avrei pagato interi sacchi di soldi per poterti scopare!"

"Che peccato tu non l'abbia fatto!" ironizzai con un sorriso sarcastico.

"Potrei farlo ora." sbottò.

Mi prese il viso tra le mani sbattendo le guance e zigomi alle sbarre fredde e logore. Io gli misi la mano sul polso nella speranza vana di spostarlo ma fallii. L'unica cosa che potei fare - oltre che ascoltare le urla di Greta e Tom che lo minacciavano di lasciarmi andare subito - fu sopportare il suo sguardo viscido sul mio corpo.

"Potrei prenderti e portarti in ufficio." sussurrò sulle mie labbra, poi passò la lingua su di esse. "Ti piacerà sentire il calore di un uomo su di te, non sono mica quel ragazzetto... Come si chiamava?" si domandò e fece un momento di riflessione. "Castiel, giusto!"

"Fottiti." sbottai di rabbia a denti stretti.

"Baci tua madre con quella bocca?" sbuffò Oscar. "Oh già, è morta! Mi dispiace, Dean. Ero presente quando successe, ero nel camion con i tuoi amichetti!"

Non dissi una parola, ma gli sputai in faccia per rendere chiaro quanto mi facesse schifo.

"Oscar, lascia andare Dean!" urlò Tom.

"O cosa?" disse. "Mi ammazzerai... Come? Siete i miei animaletti ora e vi avvisai più di una volta, Tom! Alla terza volta mi stancai e decisi di liberare i miei cuccioli. Tutto questo è causa mia."

"Per colpa della Flakka?" chiese Greta.

Oscar annuì e riprese a guardarmi con lo stesso sguardo sporco e perverso di poco prima. Si avvicinò a baciarmi e fece scivolare la sua mano tra le mie gambe anche se ovviamente non ricambiavo i gesti e cercavo di spingerlo via. Lui mi teneva con quella forza che ora mi mancava e non era presente nei corpi di tutti noi.

Gli morsi le labbra con forza e a quel punto lasciò la presa. Mi allontanai schifato e con una morsa allo stomaco mi alzai i pantaloni ormai larghi. Cercai in tutti i modi di guardarlo con sguardo duro, come se non mi avesse fatto nulla, ma la verità era che ora come ora capivo perfettamente Castiel. Perfino Stean non mi aveva fatto uno schifo talmente tanto forte da farmi venire il voltastomaco e farmi sentire un blocco alla gola.

Avrei voluto urlare, piangere e vomitare quel peso che aveva creato con le sue mani. E avrei voluto non sentirmi in colpa per tale abuso.

"Pezzo di merda!" urlò con un leggero graffio sulle labbra sporche di sangue.

We'll find the happiness in the hell.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora