Paradiso per tutti

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Sai,
Certe volte mi chiedo,
Come mai,
Le anime morte le pensiamo solo in cielo.

E tu andrai,
Davvero lì tra le nuvole bianche,
Oppure sarai,
Lo sguardo di un gatto sulle vette delle cupole.

Guai,
a chi pensa che loro non più esistono,
Se qualcuno lo dice casomai,
non le pensa nelle braccia di Dio,
e neppure quaggiù nell'essenza di un ghiro.

Come stai,
persona che si muta in animale,
tu non ci dimenticherai,
Non sei un defunto, ma vivo nella terra,
e non solo nel celestiale.

Se muoio,
Rinasco,
Finchè non finirà.

Sai,
Certe volte mi chiedo,
se tu gatto e tu ghiro solcherai,
Le porte dell'Arcobaleno.

Sai,
Credo nella reincarnazione,
E se così non sarà mai,
Spero che dal cielo tu mi guardi,
E non hai piu dolore.

Ho letto della reincarnazione, e sarebbe eterno se dopo la morte fossimo un animale. In questo testo ho ripreso due animali: il gatto ed il ghiro, che sono molto tranquilli, e la tranquillità mi trasmette un senso di stabilità, di certezza. La fede avrebbe un senso molto umano se le anime morte le pensassimo presenti sia in cielo, sia allo stesso tempo in terra, poichè sono sempre con noi, in ogni pensiero. Chi non ha fede e pensa che dopo la morte sia tutto finito, non dico che si perda qualcosa, ma facendo così ammette, certo, che la reincarnazione non può esistere, ma anche che non ci sia un paradiso sia per gli umani, sia per gli animali. Stesso discorso vale per gli animali che si reincarnano in persone, ma ovviamente io l'ho vista da una prospettiva umana, e può essere riferita ad entrambi la strofa ripresa da Guccini(finchè non finirà). Questa strofa prelude una separazione, ossia che non avendo neppure io certezza che esista la reincarnazione, penso che gli animali vadano, come da tradizione, nelle porte dell'Arcobaleno, e gli umani si stabilizzino in cielo, e non abbiano più dolore.

Cenerentola ama la notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora