Seduta su un tavolo,
Qualcuno scrive la mia storia,
O sono io che entro nel mio libro,
Leggendomi nella scrittura della memoria.Nuda come una parola,
Che non ha nessuna veste,
Per rappresentare il suo nume
E per indicarci la sua provenienza.A gambe incrociate,
Una pagina che si piega,
Dove lasciamo le nostre note
O il segno per la prossima volta.Con le cosce e ginocchia attaccate,
Le due gambe e polpacci si baciano,
Ali di farfalla comode al caldo,
Una gamba io, l’altra la forte morale fra le righe.Senza scarpe,
La sincerità di ogni frase,
La macchia o la gioia nel mio vivere,
Calpestando sempre il raggiungibile.Con le piante scalze nell’aria,
All'ombra sull'erba una coperta,
Io distesa che leggo d’Avenia,
E la natura d’estate che mi accompagna.Le mie mani si tengono i capelli,
La scorrevolezza di un capitolo,
Il paragonarsi o riflettersi tra i versi,
Libertà ed apertura al mio senso di centro.La chioma mi scende fino al gluteo,
Sembrano le sottolineature od il contenuto in una pagina,
Leggere come yoga o casa della mia spudoratezza,
Sono nata nuda con le favole, con i romanzi o saggi nuda cresco.Tette fuori senza remissioni,
Hanno l’odore di un nuovo libro,
Capezzoli duri alla voglia matta di aprirlo,
Per la ricerca di sete nei fugaci istanti.La pancia è così piatta e liscia
Tela per la pennellata di un artista,
Magra e pesante come una risma,
Dall’ombelico tingo il calamaio di ogni punto di vista.Tra le mura vedo generi letterari,
Si nascondono nella pittura del tufo,
in ogni oggetto o stanza vedo dappertutto
una danza, un'arte, una didascalia dei loro lineamenti.C’è una linea che divide il fondoschiena,
Quel segmento che trovo fra una pagina e l'altra,
La vedo e sembra un confine che frena l'immaginazione,
La copertina del mio andare avanti e fermare.Il mio naso formato da due gallerie,
Sono in mezzo ed ai lati due cavità a picco molto buie,
Se ci cado sarò dentro lo scirocco delle parole più grandi di me,
Se le scavalco con la loro forza l'ispirazione assume forme.Ho paura che io rispetto ad una parola non resti,
anche se sono quella che ha scritto i testi,
voglio pure essere anonima o non aver scritto niente,Basta sia una scrittrice che scende ogni volta dal tavolo,
E risale quando sta bene o vuol combattere il suo diavolo,
Riempiendomi di discussioni e pace come un termine.Chiudo gli occhi e guardo in alto
il bordo di un foglio lungo la schiena
Una sensibile alba piena di letteratura,
io sono nuda e la parola è il mio vestito.Questo tavolo duro
Che mi fa sentire stabile
È anche una solida base
Per dare dignità a me stessa e passare al sogno.