Francesco che il sentiero percorreva,
Alzò gli occhi e notò che sugli alberi,
I quali fiancheggiavano la strada,
Erano presenti una infinità di uccelli.
Francesco abbandonò il suo cammino,
E si diresse verso un campo,
Qui iniziò a predicare ogni uccello,
Che stava posato su ogni ramo.
Gli uccelli subito gli si avvicinarono,
Vennero a lui stando in silenzio,
Francesco si vide essi che gli stavano attorno,
E con attenzione cominciarono ad ascoltarlo.
Francesco quando finì la sua predica,
Fece agli uccelli il segno della croce,
E dopo la sua bellissima cantica,
Indicò agli uccelli che potevano volare.
I volatili eccoli con le ali spiegate,
Tutti insieme meravigliosi nel cielo a cantare,
Si spostarono in quattro direzioni,
Come i bracci del Signore,
Posti sulla sua croce,
Con cui san Francesco li aveva segnati.
Guardate questi uccelli,
Che sono sparsi nel cielo,
Loro non seminano, né mietono,
E non ammassano nei granai.
Tu, uomo, perché temi,
Di non valere mai abbastanza,
E perché ti ostini a riporre nei tuoi averi,
Quello che ti fa valere, ossia la tua dignità.
Tu, uomo, che ti scontri in guerra,
Con altri tuoi simili per ammassare i tuoi beni sulla terra,
Esponi il tuo predominio perché forse non hai credo,
E credi nel valore fatuo che poni a te stesso.
Qualcun Altro creatore della natura,
Non smette di credere sempre in te,
Fallo nei tuoi riguardi con la sua stessa misura,
Fidati e vedrai che è possibile.
Se sono le cose che vi preoccupano,
Credere in sé stessi è come essere nudi,
Non usate mente e cuore per avere quello che cercano gli uccelli,
Voi siete uomini, superate il loro passo.
Mi farebbe piacere se in paradiso,
Davanti alla Madonna e al santo cristo,
Ci fosse ogni animale alla mia vista,
Che Dio ha creato con me durante la vita.