Matteo era un bimbo come tanti
Nato tra vigne, case antiche e boschi
La domenica sul fiume od a pallone
Voleva fare l'artista e studiava scienze umane.In paese aiutava se c'era qualche festa
Riservato, dolce e con la testa altrove
Senza social ed alla ricerca della donna giusta,
Religioso, lettore di gialli e collezionava foglie.Si immaginava in camera a salire su un palco
Con la colla come microfono spaziava dal rap al cantautorato
Intenditore di Freud, militante in politica,
A 12 anni tante cose, poca pazienza e sogni, ma buona prospettiva.Ma la vita ed i suoi giorni
Non sono sempre magici
Queste grandezze sembrano tradire
Quando la casualità viene ad interferire.E lui nella sua routine
Ha dovuto fare i conti
Con una voce forte che gli è entrata dentro
E gli ha spazzato fede, foglie, politica e libri.A 12 anni nel suo cervello qualcosa non andò
Una cosa peggio di una delusione
Dall'ospedale vai e vieni quasi ogni giorno
Sulle lastre un'alba stanca: un grave tumore.I genitori rimasero a pezzi
Le lacrime facevano stringere i denti
Si guardavano allo specchio, non trovavano un modo
Per dire a loro figlio che dovevano aprirgli il cranio.Matteo continuava a mettersi tacchetti,
Sul molo ad attendere qualche sogliola
A partecipare in paese alle riunioni,
Ed a pubblicare su YouTube una cover nuova.Un giorno tornò dal liceo
Disse "Mamma ho preso otto in greco"
La madre lo guardò con il volto scavato
"Bravo amore, ma ora devo dirti un fatto".Si sedettero sul divano, lei lungo la schiena gli mise le mani
E gli fece vedere una carta dell'ospedale
"Ti ricordi quando stavi male,
Quei tuoi sintomi preludono esiti peggiori".Lui lo lesse riga dopo riga
Capì che si trovava di fronte la più grande sfida
Non disse nulla, si chiuse in camera e guardò la finestra
"Foglie nei prati non posso lasciarvi prima".La madre pianse lungo il divano
Mentre in camera rimbombava un silenzio vuoto
Il padre tornò dal lavoro, abbracciò la moglie
"Da domani dovremo stare sempre in ospedale".Il giorno dopo nel bagagliaio borse e valigie
Durante il viaggio respiri irti e poche parole
Nella camera del reparto non si staccò un attimo
Da quel quaderno dove i pensieri erano di ghiaccio.Perse interesse a quello che aveva intorno
Si rassegnava a fare flebo e prendere medicine
I genitori pur di stargli accanto non sapevano come sollevarlo
E per rallegrarlo fecero venire i suoi amici del cuore.La sua sensibilità lo fece deperire
Un fiume in piena, un giallo irrisolvibile
I cantautori per la prima volta dicevano verità forti
Troppo grandi e dolorosi per un bimbo di dodici anni.I genitori si affidarono ad una ragazza
Un'operatrice sanitaria, una sorella mai avuta
Con la quale dopo una pesante diffidenza
Inizio a raccontarle i luoghi e volti della sua anima.Le condivise tutti i suoi interessi
Ed insieme fecero attività stimolanti
Dai suoi occhi scacciò un po' di polvere
Lei gli disse "La vita fuori ha bisogno del tuo colore".Imparò con lei il significato della pazienza
E calmò i suoi bellissimi sogni
Riprese la scuola, era la sua lenza
Che sicuramente lo avrebbe portato ai suoi obiettivi.La sua adolescenza la passò in quel luogo in cui diventò uomo
E con la stessa intraprendenza di sempre affrontò le numerose operazioni
Una cicatrice dopo l'altra, il suo nuovo tatuaggio
Ora doveva solo reimparare a leggere, scrivere e le altre azioni.Ebbe delle difficoltà enormi
A cui davvero sembrava non risestarsi,
Ansia e rabbia in quella stanza d'ospedale
Finché arrivò l'oss con in mano una borsa piena di cose.Lo portò fuori e lui ebbe un momento di quiete,
Mentre in stanza i genitori mettevano dei fogli alla parete,
Matteo rientrò e passeggiò guardandosi intorno,
Un filare, Varesi, Battisti, Marx, una foglia e Gesù Cristo.Poi vicino al letto notò uno strumento
Che accarezzò nelle sue parti e toccò incuriosito
Cominciò a schiacciare a casaccio dei tasti
Fino a comporre sequenze melodiche dagli intenti più chiari.Ogni giorno suonò e parlava sempre di più
La musica gli fece ricrescere il suo mondo dentro,
Ritornò ad approfondire ed amare quei simboli al muro,
Ma a scuola per le assenze in quinta lo bocciarono
Lui non si arrese "La tempesta non spezza il cielo se lui resta su".Nei mesi la famiglia riempì con i sorrisi di paesani quel giardino da cui fumava un barbecue,
Matteo era più sicuro, astuto, un eroe contro il mondo,
Non aveva perso di tutto i suoi anni migliori,
Riuscì a diplomarsi, avere una ragazza ed a 20 anni il primo album di canzoni e nella psicologia tra i nuovi geni futuri.