Gli abitanti di Gubbio erano terrorizzati,
Di un grosso lupo nero che anche ai popolanti delle campagne faceva razzie nelle stalle e pollai,
Non risparmiava di assalire anche l’uomo,
Che aveva la sfortuna di incontrarlo.
Il lupo viveva un bosco,
Situato alle porte della città,
Ma quando aveva fame, feroce e selvaggio,
Per procurarsi il cibo si avvicinava alle mura.
Il popolo divenuto disperato,
Sapeva che in quelle zone,
Francesco di solito veniva a predicare,
Era la loro salvezza e gli chiesero un aiuto.
Francesco udì la storia,
Si inoltrò nel verde petrolio,
Per cercare un incontro con la bestia,
Con quell’animale definito feroce e selvaggio.
Egli riuscì a trovarlo,
Iniziò a parlargli,
Gli disse che se non avesse dato terrore agli abitanti,
Essi avrebbero dovuto ogni giorno sfamarlo.
Alcuni anni dopo,
L’assassino morì per vecchiaia,
Il volgo addirittura verso il lupo,
Alla sua notizia provò tristezza e pietà.
Secondo varie testimonianze,
Il lupo di Gubbio non era un animale,
Ma era un terribile brigante,
Che in cattività derubava e assaliva persone di città e campagne.
San Francesco lo fece redimere,
E fu reinserito nella società,
Soprattutto grazie al generoso aiutare,
Degli abitanti della città.
C’era un uomo che non si fidava di nessun pentimento,
Si sentiva che un altro lupo non avrebbe fatto un passo indietro,
Ed avrebbe di nascosto vessato la sua moglie,
Che lo portò in disparte e gli rispose con poche storie.
“Amore mio non devi stare in pena,
Questa vita è una catena,
Qualche volta fa un po’ male,
Guarda come son tranquilla io,
Anche se attraverso il bosco,
Con l’aiuto del buon Dio,
Stando sempre attenta al lupo”.