La morte di Marat

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Ucciso per divisioni politiche
Nella sua vasca colma di sangue
Il braccio a terra che afferra la piuma
E il foglio delle idee con lui nell'aldilà.

Nella stanza non ci sono quadri
Solo una parete marron scura
Così come buio è il suo petto
Mentre la luce è sul volto e sulle forti spalle e braccia.

Il suo sguardo sembra ridente
Ma è in estasi nel suo dolore
Pallido di pelle, per prendere colore faceva delle cure
Il casco di lenzuolo sul capo, gli zigomi rossi e la ruga lieve sulla fronte.

Secco ed integro
Ecco come muore un eroe
Un rivoluzionario santificato
Fondatore de "L'Ami di peuple".

Presidente dei Giacobini
Scriveva articoli contro i girondini
Dove diceva alla gente "vi dovete ribellare"
E nel 1873 Marat poté esultare.

Ma la vittoria non fu definitiva
Perché da Caen arrivò una donna
Disse:"Marat stai tradendo la Rivoluzione
Vuoi una guerra civile, tu sei il volto del terrore".

Per farsi ricevere dal giacobino
Gli scrisse una falsa lettera di supplica
Che lui leggeva nella sua vasca
In un'acqua particolare che curava la sua malattia irritante.

Mentre lui era immerso nel suo bagno
In una vasca adornata da coltri bianche e verdi
Giunse Charlotte che dopo avergli parlato
Prese un coltello ed al petto lo colpì.

Fatto l'atto scappò via
Il coltello rimase lungo il pavimento
E sul tavolo dov'era poggiato l'inchiostro
Ancor oggi c'è scritto "A Marat" da Jacques David.

Cenerentola ama la notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora