Davvero davvero

1 0 0
                                    

Dicono di battere alle nostre porte
E di portarci degli aiuti,
Ma coi fatti riceviamo solo sputi
E il nostro lamento rimane di morte.

In questo mare che cambia solo nome
Noi vogliamo essere la sua fantasia ed il sale
Invece i potenti sono torpide onde
Che ci fanno morire per poi fregarsene senza colpe.

Noi vorremmo raccogliere le conchiglie
Giocare con i racchettoni e la palla
Invece sulla barca giungiamo come anime stanche ed abbandonate
E trattate da plastiche buone per l’immondizia.

Sogniamo una sicura spiaggia
Cerchiamo un ricordo felice
Ma marchiata nelle pelle abbiamo una cicatrice
L’utopia.

In Africa lo sapete del torrido caldo
Che i ricchi godono ma nella ricchezza
Invece noi pure all’ombra lo subiamo
Sopra le nostre teste nei secchi chiediamo più fortuna,
Ma la loro anima è secca.

Chiediamo medicine per i bimbi malati
Un po’ di cibo e qualche casa che resista
Dei rinforzi ci sono arrivati ma ancora non basta
Non servono i doni da 2 euro ma per cambiare servono i fatti.

Quando arriva un bianco che a noi vuole bene
I bambini in massa col sorriso lo circondano
Passa il giorno con i nostri costumi e la tradizione
Viviamo quegli attimi di condivisione che al mondo mancano.

I sovrani ci vedono facili prede
Su cui estendono il loro regime,
Noi non siamo rappresentati dalle guerre
Invero noi siamo i migliori, come gli indiani, perché abbiamo radici ben salde.

Non è solo il fatto che i sovrani siano tirchi
Ma il punto di base è che sono razzisti
Per i padroni noi siamo dei rimorchi
A cui si agganciano quando devono prendere voti.

Il massimo per la nostra giostra di scorribande
Sarebbe integrarsi senza problemi
Alcuni di noi trovano lavoro, sono nei centri o hanno delle case
Altri si vendono, sono posti fissi nelle mense o dormono davanti ai supermercati.

Dei miei amici girano tra gli ombrelloni
Vendono bracciali, casse, orologi e cocco
Poi vanno nell’ampio verde nei loro camper
Arriva la polizia e li caccia perché dicono siano abusivi.

Non c’è altra soluzione, che dovremo fare
Con le guerre della nostra terra solo scappare,
E quando lo facciamo abbiamo una certezza
Quella che la madonna in ogni istanza ci protegga.

E ritorniamo da punto e da capo
A morire in mezzo ad un grande vuoto,
Quel mistero già risolto dove cade la pace ,
E si vanifica un’altra volta l’uguaglianza sociale.

L’unica riga di confine che conosco è quella degli occhi
Che tu li guardi ma non facendoti un esame di coscienza,
Il loro colore è un zaffiro che inevitabilmente lo possono tutti di tutte le nazioni,
Gli occhi quindi sono la prima forma di libertà senza confini,
Quindi la loro profondità non merita di guardare questa schiavitù.

Cenerentola ama la notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora