La danza del 10 agosto

0 0 0
                                    

Brilli fra gli astri,
quando danzi sui marmi,
con quei verdi tacchi,
componendo idilli ed immagini.

E attacchi alle tue sinapsi,
i miei occhi drudi ed incantati,
pronti a tratteggiare da ape,
i movimenti dei tuoi passi fausti.

Accendi la radio,
sopra i gradoni di casa,
e fendi da dea il vento,
coi veli che ti giungono fino alla coscia.


ti giri e ti rigiri,
a suon di tamburi,
alzando la seta
e con una risata
che apre ai denti puri.


il tuo capello riccio,
tipico dei luoghi siciliani,
mi fa battere le mani,
mentre tu salti a suon di capriccio.

Ti fermi un attimo,
ti inginocchi e alzi il ritmo,
poi rimetti le nocche sui fianchi,
e ti assistono curiosi i passanti.


Qualche bimbo si unisce al ballo,
divertendosi a modo proprio,
una coppia d'anziani si esibisce sulle note
di questa piccola festa che hai composto stanotte.



Quello sguardo dolce,
quel fiore di limone sul capo,
era come se mi chiamassero,
per sposarmi alla tua voce.


Ero abbastanza lontano,
su una panchina in silenzio,
sembra che mi abbia sedotto piano,
per finire a tenderti le braccia nel disio.

Tanti metri tra di noi
Eppure è scattato qualcosa
Mentre deponevi note nell’aria.


Tarantella e ciuri ciuri,
Nicuzza e vitti na crozza,
balli estroversi e lenti,
i tuoi polsi lungo il mio collo.

Tu metti una musica
Ci pensa il vento a farla danzare
Basta che muovi la tua corporatura
Poi ci pensa il vento a farti sciogliere.


Io a guardarti le labbra garofani,
tu ammaliata a studiarmi l'anima,
Ci siamo dati un bacio e diventati ziti,
mentre il pubblico insorse in un applauso.

Io che inventavo storie,
dopo un lungo blocco,
mi avevi ridato nuove gioie
per riscrivere un testo poetico.

La seconda notte rimasi sveglio,
con un lume a far sul vetro il riflesso,
tu con una coperta addosso mi lasciasti un bicchiere,
io finì il testo e lo lanciai fuori perché era una storia che doveva volare.



La musica era finita,
Ma la tua aria mi è per sempre entrata,
dopo sessant'anni brilli tra gli astri,
ed io a seguire la scia con i nostri ricordi.


Chiudo la porta,
mi siedo sui gradoni,
poi vedo sulla panchina,
che ridono due bambini.


Il mio silenzio era vuoto,
ora ha un pensiero indimenticabile,
il mio mondo divenne un fuoco
un disio quindi un brusio inspiegabile.


Ad un certo punto uno dei bimbi
disse alla bimba "guarda nel cespuglio"
il bimbo tirò fuori a fatica tra i rami,
"guarda Carla ma qui è nascosto un foglio".


Il bimbo lo aprì e lo lesse ad alta voce,
alla fine del foglio il bimbo disse a Carla
"questa sembra una vecchia storia d'amore"
"Si Luigi e quella là di fronte è proprio la casa".


"Forse ci vive quel vecchio andiamo a chiedere"
"Aspetta, c'è anche una scritta dietro"
"Luigi leggila, poi gli andiamo a domandare"
"Saremo nell'eterno e ti riavrò tramite il tuo movimento".

Ero emozionato e ripensai a quel giorno,
sapendo che era una favola che andava rivissuta,
In questa notte magica del dieci agosto,
Non mi serviva l’ispirazione, era l’amore che adesso mi basta.

I due bimbi ancora più curiosi,
alzarono gli occhi per andare a chiedere,
ma ad un tratto salí un vento tambureggiante e di fischi,
che li portò ad abbracciarsi abbassando il capo,
il momento finì e Carla disse "Luigi stai bene?"
Lui disse si accarezzandola,
E lei a denti grandi fece una risata,
Poi si rivoltarono ed esclamarono "Dov'è il vecchio?".




Cenerentola ama la notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora