Alice nella tana del coniglio

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Alice non era annoiata
Come quando era in giardino,
Era di molti centimetri più alta,
Sola in quel luogo che se lo descrivesse a sua sorella,
Probabilmente non ci crederebbe nemmeno un poco.

Alice era innamorata di quell'ambiente
Così fantasioso e vissuto solo di notte,
Eppure voleva trovare quel coniglio
Strano e dal portamento umano,
Per dirgli dove andava e se ogni giorno
Doveva compiere quel percorso
Così pericoloso e scomodo.

Quell'atrio aveva dei quadri
Raffiguranti dei conigli
Alcuni di loro erano grandi
Altri di essi erano piccoli.

Erano una serie di fotografie
Con didascalie sotto ad ognuna
Il primo partiva con gli antenati
A seguire nonni, genitori e nipoti.

Era la famiglia di Paolo
Così chiamo Alice quell'animale
Interessante e dolce quanto l'intrecciare
Di margherite e pensare a chi in futuro
Sarebbero state meglio
Attorno al proprio collo.

Quel corridoio sembrava un museo
Una casa od una fabbrica
Forse più una fabbrica, dato l'odor di zolfo
E carbone nelle sue nari sempre più intenso
Man mano che piano camminava
Lungo quell'atrio più surreale e concreto.

In fondo alla stanza una porta verde
E dietro il legno sentì voce
Voci umane di fatica e di forza
Suoni di metallo come macchinari.

Alice era incuriosita e spaventata
Aprì la porta e notò una vera e propria azienda
Dove c'erano dei conigli, grandi e piccoli
Che lavoravano e fabbricavano vestiti pesanti.

"È estate ma loro sono già avanti
Gli animali sono più avanti degli umani"
Pensò Alice che poi guardando i conigli in tenuta di lavoro
Gli ricordavano dei lavoratori come i suoi genitori.

Alice chiese ad un sarto
Dove fosse il coniglio con l'orologio nel taschino
Le rispose che si trovava in alto
"Sali le scale ed è a destra nel suo studio".

Andò al piano superiore e bussò alla porta
Il coniglio la riconobbe e le disse
"Sai ti ho vista seduta sul prato
Mentre di fretta andavo a lavoro".

Alice le rispose come mai di tutto questo
Tutto questo mondo, dal pozzo al posto di lavoro,
Paolo le disse "Noi lavoriamo giorno e notte,
Per permettere agli umani di tenersi caldi nei mesi più freddi".

"I maglioni che vedi nei negozi
Li facciamo noi"
Alice non ci credeva, rispose che era impossibile
Il coniglio rise e le propose di farle un maglione.

"Alice tutti gli animali fanno qualcosa
Le api raccolgono il miele
Le vespe e le cicogne fanno il nido
Tutti questi danno da mangiare ai figli
E le galline proteggono le uova".

"Anche gli umani fanno questo
Con le loro case ed amori
Ma a differenza di noi animali
Loro case ed amori li rinnegano e distruggono".

Ad Alice venne in mente la noia di sua sorella
Sempre sui quei libri e fredda verso il resto
Così da perdersi tutto,
Ed anche l'odio sociale di quasi tutto il popolo
Verso loro stessi e verso gli elementi della natura.

Alice al coniglio disse questo
Ed il coniglio aggiunse "Anche l'odio
Che danno gli indifferenti
Verso chi costruisce qualcosa e fa del bene agli altri".

"Come noi che facciamo maglioni
E nessuno se lo ricorda e non ci ringrazia
C'è chi confeziona prodotti nelle fabbriche
Poi li vedi nei negozi e si ringrazia il punto vendita non i lavoratori".

'Chi costruisce centri commerciali,
Caselli, teli di capannoni, ristoranti, palestre, attrezzi, mensole, pavimenti e giochi,
Barattoli, bottiglie, chiavi, panchine, studi dentistici, biblioteche, occhiali, tecnologie ed acquari
Tutti quei servi anonimi dietro ai luoghi e marchi straordinari".

"Anche chi si procura i materiali,
Chi permette che essi vengano usati
Chi costruisce cartoline, monta palchi, fa magneti
Guardati intorno e pensa a chi ti tiene in piedi".

Ma chi è famoso o sistemato non pensa a questo,
Ma a complotti e magie, a distrarre la gente
Oppure lo pensa ma è invidiosa e dice
"Allora io che sono una celebrità valgo meno di quello che usufruisco".

Alice si guardò intorno, si guardò e gli disse che è vero
Il coniglio la ringraziò della visita e la portò all'uscita
Lei gli disse contenta "Ciao Paolo"
Lui le rispose:" Non sono Paolo, chiamami Utopia".

"Alice se puoi fammi una collana di margherite
Lasciala sul prato che quando finisco di lavorare
Stasera la prendo e la dò a mia moglie".

Ad Alice a tal proposito vennero in mente queste foto di conigli
E per curiosità gli chiese chi fossero
"Questi cara bambini sono i miei parenti
Coloro che per primi hanno aperto la fabbrica e progettato tutto il percorso".

Alice lo ringraziò e lo salutò per l'ultima volta
E mentre salì le scale del pozzo
E strisciava verso il fuori
Ritornò bassa come sempre ma per nulla annoiata.

Quando si rivide la stessa fuori
Ma diversa dentro
Fece un pensiero mai fatto sino ad allora
"Dalla verità ne usciamo sempre piccoli".

E qui la sua idea di sogno iniziò a cambiare
Fare del bene è più importante di star lì ad immaginare
Sua sorella era sempre seria e distratta che leggeva
E lei ebbe il tempo di fare una collana e poggiarla sull'erba.

Pensò mentre intrecciava margherite
Che il mondo ha delle precise meraviglie
Nascoste dietro una notizia apparente
E se è bella è grazie a quello che c'è dietro
A chi lavora per i ricchi e mangia cordite.

Pensò ancora mentre finiva la collana
Sentì dentro di lei qualcosa che batteva
Non era il cuore ma il risveglio della coscienza
Che le fece dire ad alta voce
"La fantasia e la giustizia
Sono rifiutate da chi vuole il potere".

Cenerentola ama la notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora