Mosè

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Mi hanno detto che qualcuno,
Ha infranto ogni comandamento,
Mi hanno risposto che nessuno,
È vissuto in eterno sopra il cemento.

Un uomo ha salito il monte,
Ha respirato Dio, ed è stato assalito da una visione,
“Mosè prendi le tavole e mostrale al popolo con attenzione”
L’ebreo gliele sparse, e nel loro cuore nascevano incisioni di onte.

L’uomo ritornò in paese,
Un carbonaro voleva che venissero spaccate,
Nei campi un contadino che arava maggese,
Si domandava se un martello non le avesse spezzate.

Mosè guardò in lacrime il plebeo,
Corse verso il cielo a ricercare Dio,
Una donna lo accorse con il suo “Fillio meo”,
L’ebreo era già oltre il feudo che ebbe rovinato.

Salì il monte,
La roccia si sgretolava,
Chiamò la sua fonte,
Neanche l’ombra si notava.

“Dio dove sei finito,
Nessuno più ti crede,
Jahvè, il tuo nome è tradito,
Forse non perché qualcuno non ti vede”.

Stette in ginocchio,
Aspettò una apparizione,
Mise le mani sul costato,
Una luce tra le nuvole si aprì,
Ma era solo il monogramma del sole.

“Dio, non sarai mica quel raggio,
In paese la plebe non ha più coraggio,
Per salire qui con me a farti omaggio,
Erano pronti a spaccarmi il cuore,
Come un arboricoltore fa sul faggio.

Mosè senti una voce da sotto,
La donna gli urlava di scendere,
Lui disse che preferiva guardare in alto,
Piuttosto di camminare e ad ogni passo cadere.

La donna gli confessò.

Le morti baciano sempre gli estemporanei sulle labbra,
Dimenano nella pancia le tenebre degli aborti spontanei.

Mosè la conficcò.

“Un professore spiega il profondo in maniera superficiale,
Un maestro spiega il superficiale in maniera profonda”.



             

Cenerentola ama la notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora