Il mio sogno non è dormire di più,
Ma non svegliarmi nella cronica notte,
E rimanere almeno normalmente con il cervello attivo,
Come i lampioni di luce fissa sui sentieri.Di notte solo tenebre e fantasmi,
Sul mio letto gli spettri di Dickens,
Sussurri d'insonnia al mio sguardo scarso:
"Tu soffri con noi caro umano la narcolessia".La sua reazione autoimmune non mi fa inscenare,
Il sonno ha sommerso i confini di un decifit da appianare,
Nelle ore piccole apro gli occhi mettendomi a scrivere,
La mia stanchezza un cemento su cui il semplice riposo non può sopravvivere.Chino il peso di giorno per ogni dove,
Al lavoro, in autobus, una foglia sullo schiaffo del foehn che non si muove,
La luna è in un chiaro in cui si sente inadeguata,
Fa da buio alla mia patologia che inizia dopo ogni aurora.Vivo scombussolato,
Tra la debolezza muscolare,
Ed una veglia incoerente,
Nella sindrome di Gelineau.L'ipotalamo laterale che attacca le abitudini,
Sobbalza diurno le ipersonnie delle paralisi,
Papere di mattina fuori dal laghetto,
starnazzi senza ipocretina nelle trincere di un narcolettico.Il difetto neurologico mi invalida,
L'addormentamento Rem,
Scende su di me imminente,
E per genetica non gravita.In amore è una sfida confusa,
Se mi emoziono cado a terra,
Ricerco alla ribalta una donna,
Nel girone non ritorno alla mia idea.Il ritmo della narcolessia non dipana le due allucinazioni,
Un varco eccessivo che dalle alterazioni sogno realtà non mi allontana via,
In un giorno quante volte mi alzo,
Sicchè mi appisolo in un altro mondo per ore,
Sbadiglio a bocca chiusa e stringo la mandibola della dentatura,
Finchè pare verosimile il pianto spremuto sulla retina,
Come successe a Dante tale disturbo liso sono dei sintomi irrisolvibili ,
Li puoi solo attraverso la terapia trattare.