Mai con la giustizia

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Giuseppe andava a cavallo,
Un fante dalle qualità di cristallo,
Lui piccolo domava quell'enorme bestia
La sua cresta forte al vento come la sua divisa.

Vinceva ogni gara e si allenava con costanza,
Dodicenne nei suoi giorni ma in sella diventava un adulto,
Finchè un giorno il suo puledro scosse il muso fermandosi prima
Perchè sentiva dalle sue parti un odore pessimo.

"Perchè ti fermi bello mio, cosa ti succede"
Giuseppe cercò il padre ma quel giorno non c'era,
"Dov'è mio padre perchè non è qui a vedere"
Gli altri non potevano dirgli che era stato preso dalla mafia.

Finita la gara e tornato al maneggio,
Uscì ed incontrò due poliziotti,
Forse sapevano dove fosse finito Santino,
Ma erano solo due mafiosi travestiti.

Gli dissero che gli avrebbero fatto rivedere il padre,
Che era stato portato dopo la collaborazione in una località protetta,
Giuseppe lo invocò chiamandolo suo amore,
I due malavitosi come lo si fa ad una bestia,
Lo rapirono, lo legarono e buttarono in un cassone,
Giuseppe urlava e piangeva, aveva perso il comando,
I falsi tornarono indietro e disse loro "devo andare in bagno".

No, non doveva andare in bagno,
Voleva scappare, era terrorizzato,
Quella domenica sembrava un capello spettinato,
Loro lo rassicurarono:"Ci vediamo all'indomani bimbo".

Il bambino ancora vivo,
Per la prima volta non sapeva cosa fare
Si poteva vincere con la mentalità di un fante
Ma lì era l'infallibile vita da superare come un ostacolo.

I mafiosi avevano una mappa,
Portarono da Palermo fino ad Agrigento
In masserie e vecchi edifici,
Quella creatura tenuta in prigionia,
Difficile per loro da gestire ora dopo ora,
Finchè sotto un pavimento per sei mesi,
Rimase chiuso in un casolare bunker a San Giuseppe Jato.

I mafiosi quando capirono che Santino
Non avrebbe mai trattato con i Boss,
Decisero di assassinare suo figlio,
Che dopo il lungo crudele tempo era morto indebolito.

Il cavallo al maneggio sentì due fulmini
Il cielo si fece di nuvole scure e pallide,
Scappò di corsa a cercare qualche riparo
Giuseppe fu strangolato con una corda e sciolto nell'acido,
Come lo fu da allora il cuore di sua madre
E il cavallo morì in aperta campagna non trovando mai più guide ed accampamenti.

In 25 anni suo fratello non è andato a trovare
Sul luogo del martirio colui che non la doveva pagare,
Solo qualche volta a Natale,
Ma a vedere il casolare è stato rivivere quel male.

Giuseppe è quel fante che corre attraversando la storia,
La storia dell'ingiustizia che colpisce ogni buon senso,
Ed oggi che è morto Matteo Messina Denaro,
Si può dire che qualcuno non è morto, che una società non è sparita.

Cenerentola ama la notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora