Se parto,
Non ritornare,
Dove ti ho salutato.
Se non ti ho salutato,
Non ritornare,
Per partire.
Se ritorno,
E parto,
Dove mi saluti?
Se mi saluti,
Dovrei partire,
Per non ritornare,
Ma con il pensiero non ce la faccio.
Ti ricopio,
In qualunque modo,
e lo so che tornerai uguale,
Ad un saluto che non parte.
Non ci sono separazioni,
Piango se pensieri vecchi,
Ritornano in nuovi viaggi.
La notte,
Al chiaro di un abatjour,
Sei una attrice naturale.
In accappatoio,
Con le gambe incrociate,
Ed una pantofola piumosa che da un piede penzola.
La morte sospende tutto,
La luna non sa se è necessario o meno che illumini,
Tanto hai già due stelle diane nella policoria degli occhi.
Sognare ti fa venire i capelli lucidi,
Illuminano quattro tane di vespa con le rughe e senza fard,
Un gatto disteso con la testa alzata,
e le due zampe anteriori piegate sul dorso,
All'ombra dorme, o strizza delle ossessioni.
L'ombra del lume,
Sul muro fiotta un bubbolare,
Al vetro delle finestre,
Una voglia di caffè.
E sotto le mie unghie,
Sei già struccata,
E con il piumoso pigiama.
Mi bastano le stelle anarchiche,
Non la luna democratica,
Nessuno è tutto una pienezza.
O tutto rotondo,
In un cerchio,
Bagnato ed elasticizzabile.
Seguire,
Il volo di un uccello,
Con i propri piedi,
Vuol dire,
sentirsi responsabili,
Di quello che non c'è.
Sussistono dolori che non vanno detti agli altri,
E si presentano dolori, che se asseriti,