lycan circondarono il Ghiaccionero ferito. Il suo corpo venne totalmente nascosto dai grossi lupi mentre alcuni medici accorrevano per curarlo e altri licantropi lo liberavano dalle corde insanguinate, che vennero poi lanciate via. La pergamena ingiallita non sfuggì allo sguardo di Dream. Mentre guardava attonita la scena, tirò a sé il foglio e si ritirò, qualche passo più indietro, per poi tornare umana. Silas cercava di aiutare Joy a restare in piedi: la ragazza zoppicava disorientata verso la sua Alpha. La osservò aprire con cautela la carta, le mani che le tremavano. I suoi occhi corsero lungo le righe e si spalancarono in modo disumano. Jocelyn non era lontana da lei. Silas chiamò il nome dell'Alpha, sperando di essere udito nonostante il gran vociare dei due Branchi.
Gli occhi di Dream si bloccarono sull'ultima frase del messaggio scritto sulla pergamena. Un brivido la scosse visibilmente e la costrinse ad alzare gli occhi dal foglio. Per fortuna, in quel preciso istante le parole di Sil raggiunsero le sue orecchie e lei si voltò nella sua direzione. Guardò Joy, che grondava sangue e sudore, dalla divisa dilaniata e la pelle sporca di polvere. Mosse un passo in sua direzione.
Jocelyn non riusciva più a resistere. L'oscurità le offuscò la vista, impedendole di vederci chiaro. Riuscì solo a distinguere le luci delle torce appese lungo i viali e gli occhi azzurri di Dream che si posavano su di lei.
«Jocelyn...», sussurrò appena Dream. Fece altri passi. Raggiunse la sua allieva. «Jocelyn!», alzò la voce questa volta.
Joy si sentì al sicuro. Il tocco di Silas sulle sue spalle scomparve, la sua Alpha le afferrò le braccia e provò a sostenerla. Ma la giovane Anima di Lupo rivolse lo sguardo al cielo e chiuse gli occhi. I polmoni e le ossa le bruciavano. Il volto di Hope balenò nella sua mente: crudele, inesorabile. Il viso di un'assassina. Jocelyn provò paura, dolore, e poi più nulla. Le tenebre la inghiottirono e lei perse i sensi.
Fioche voci giunsero alle sue orecchie, lontane e attenuate. La luce solare le bruciò la fronte e le palpebre, costringendola a svegliarsi di colpo e a scattare sulle gambe, mettendosi seduta sul materasso morbido che la ospitava. Si ritrovò davanti un paio di occhi verde smeraldo, che a primo impatto le sembrarono castani. Ricordò quelli della donna che l'aveva attaccata: una donna molto più grande e forte di lei. Urlò spaventata cercando di non far fluire la memoria. Le sue mani vennero bloccate dolcemente.
«Calmati, Joy! Sono io!». Jason sedeva ai piedi del letto, con le occhiaie violacee che gli contornavano gli occhi ed il volto sbiancato.
A Joy parve di trovarsi nella sala d'ospedale in cui si era risvegliata subito dopo essere stata attaccata da Arcan nel bosco. Le luci bianche dei led, le bende che circondavano il suo corpo e le persone che la guardavano curiose e spaventate. Lanciò un altro urlo quando anche questo pensiero riaffiorò.
«Hope!!!», nominò quindi, guardandosi le mani e le gambe. Sembrava stesse bene: i poteri di guarigione dell'Anima erano migliorati notevolmente adesso che Jocelyn era nel pieno della sua giovinezza. In effetti, non sentiva più alcun dolore. L'unica ferita ad esserle rimasta era quella inferta al suo animo.
Jason si avvicinò a lei e sibilò per farla tacere. «Sei nella reggia di Dream, adesso. Sei stata attaccata, ieri sera», le spiegò il ragazzo.
Come se Joy non lo sapesse già. Continuò a prendere lunghi respiri e alla fine riuscì a tranquillizzarsi. Un'altra cosa che avrebbe voluto dimenticare, però, le tornò in testa.
«Ti avevo detto di non seguirmi», mormorò ancora impaurita.
«Ed invece avrei dovuto inseguirti», mormorò J a sé stesso. «Avrei potuto proteggerti».
Jocelyn lo spinse via quando le strinse la mano. «Voglio parlare con Dream. Dov'è?», invocò sbrigativa.
Jason alzò lo sguardo, simile a quello di un gattino randagio. Non insistette, giusto per evitare un ennesimo litigio. «Anche lei vuole parlarti, ma non so di cosa». Si allontanò da lei, alzandosi dal letto. Raggiunse la porta e la aprì. «Te la chiamo subito», aggiunse, prima di sparire dietro l'uscio.
Jocelyn rimase da sola, per cui si guardò attorno. La stanza era piccola, con una finestra sola e le pareti in legno. Il letto su cui era coricata era stretto, ma grande abbastanza da ospitare il suo corpo. Guardando attraverso la finestra, Joy notò che era giorno, ma non aveva idea di che ore fossero. All'interno della camera non scorse né orologi, né clessidre o qualunque altra cosa venisse usata per "misurare" il tempo.
Un attimo dopo la porta si aprì di nuovo, lentamente. Ne fece capolino Dream, con un movimento insicuro.
«Alpha», salutò la ragazzina, non sapendo che fare. Forse Dream stava aspettando il suo permesso per entrare nella stanza, ma dopotutto quella era la sua reggia.
Per fortuna la leader fece due passi avanti, con una mano dietro la schiena, ed usò l'altra per chiudere la porta. «Buongiorno, Jocelyn», disse con tono smorto.
A Jocelyn non sfuggì il suo modo di parlare. «Ti senti bene?», domandò preoccupata.
Dream si sedette sul bordo del letto, quasi senza piegare sotto il suo peso le coperte. «Non tanto. Sembra che tu abbia un dono nel cacciarti nei guai e risvegliarti in luoghi che non conosci. La cosa mi preoccupa», sospirò rumorosamente, guardando altrove.
Joy abbassò il capo, arrossendo. «Non posso darti torto», ammise, «ma questa volta non è stata colpa mia». Era pronta a giurare, ma una profonda paura prese il sopravvento nel suo animo. Se avesse raccontato la verità, Hope l'avrebbe cercata e uccisa. Era una Beta, molto più forte di lei, molto più addestrata e pronta ad assassinare i suoi nemici. E Jocelyn era diventata una sua nemica, senza prendersene colpa né merito. Dream aveva spiegato della sua situazione: l'Anima di Lupo, l'ultima rimasta. I suoi poteri erano serviti in uno scontro tra eserciti, ma non aveva mai provato ad usarli in un corpo a corpo.
«Che intendi dire?», domandò Dream, tenendo le mani nascoste dietro il busto.
Jocelyn scosse la testa. «Nulla... io...». Provò a pensare ad una scusa convincente per non finire in guai ancora più grossi. Si sforzò di inventare qualcosa di realistico, ma non ci riuscì. «Io non ricordo nulla», sputò fuori alla fine. Sperò di essere stata brava a mentire.
L'Alpha non parve convinta. «Allora come fai a sostenere che non sia stata colpa tua?». Piegò la testa di lato e socchiuse gli occhi, cosa che faceva sempre quando aveva qualche sospetto nei confronti di qualcuno.
«Ho detto questo?», domandò retoricamente la guerriera. Ci ripensò: Dream era stata molto attenta al discorso. «Chiedo scusa. Sono ancora molto confusa. Intendevo dire che non credo sia stata colpa mia», farfugliò poco convinta. Per fortuna, fu abbastanza per convincere Dream.
«Forse posso darti una mano a ricordare», sussurrò Dream. Evidentemente c'era qualcuno fuori dalla porta che avrebbe potuto sentirle parlare. Con un gesto fiacco cacciò via le mani dalla schiena, poggiandole sulle coperte. Le sue dita stringevano una grande pergamena e tremavano in una maniera quasi inavvertibile.
A Jocelyn bastò guardarla per rammentare la sera precedente: il lycan del Branco alleato cadere al suolo mentre Hope cercava di ucciderla. Il suo corpo coperto di corde e ferite e, per ultima, la pergamena legata alla sua schiena con lacci stretti e incastrati nella pelle martoriata. Nonostante ciò, Joy non poteva fare saltare la sua copertura. «Che cos'è?», domandò solamente, la sua voce simile al ronzio di una mosca.
Dream alzò gli occhi. L'azzurro delle iridi macchiato di una tristezza velata fino a qualche attimo prima. Strinse a sé la pergamena, quasi come se non volesse che Jocelyn ne leggesse il contenuto. «L'ha portata Larion, un esploratore dei Ghiaccionero. Un ragazzo giovane, di appena vent'anni. Era andato in spedizione con alcuni nostri lycan: Ferina, Kelos e Melvin, che forse tu non conosci. Qualcuno o qualcosa li ha attaccati, là fuori». Dream tremò, raccontando. «I nostri Lunapiena non hanno mai fatto ritorno. Larion, invece, è stato attaccato e torturato. Alla fine lo hanno stretto nelle corde ed è stato fatto ritornare al villaggio. Qualcuno voleva essere sicuro che portasse con sé un messaggio», concluse.
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Wolf Souls - Demons
Werewolf[SECONDA STORIA DELLA SERIE WOLF SOULS] La guerra contro l'ultimo Zanna Rossa sembra ormai essere finita. Arcan è stato ucciso ed il Branco Lunapiena è finalmente in grado di godersi qualche anno di pace, ma si sa: la calma è solo apparente e preced...