La memoria [2]

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Dream stava ancora correndo, tramutata nella sua forma ferale, tra i combattenti che si dimenavano e si battevano valorosamente nella folla. Dopo aver affidato Dervyne alle cura di un medico aveva cercato, in compagnia della demone Domicka e dei suoi compagni, di mettere fine a quante più lotte possibili fino ad arrivare ad intromettersi tra quella di Frida e Karthio.

La Beta Lunapiena aveva accidentalmente graffiato una delle zampe dell'Alpha quando lei si era lanciata tra i due, per poi fermarsi, scusarsi sinceramente e subito dopo urlarle contro. Rispettosa o no verso la sua leader, ciò era più che comprensibile. Chiunque sarebbe stato confuso di presenziare ad una scena tanto insolita.

Come se non bastasse, Karthio stava per approfittarne e ferirla con la sua arma, cosa che sarebbe accaduta davvero, se non fosse stato per Jocelyn.

La ragazza aveva dimostrato ancora una volta il suo coraggio, aiutata da Jason e da Selestial, e la vista di Galtur privo di sensi e incatenato sollevò un gran peso dalle spalle di molti.

Less era stata riconosciuta da tutti ma, com'era stato previsto, qualcuno tra i demoni aveva continuato a lottare. I lycan e anche i più audaci del Clan delle Ossa Rotte s'impegnarono subito per contrastare l'ultima minaccia, mentre Dream ululava per riportare la calma. I ribelli finirono come il loro crudele re, in ginocchio e senza forze, fatti prigionieri. La maggior parte di loro venne però calmata dai compagni e, quando furono di nuovo mentalmente lucidi, si pentirono e gettarono al suolo le armi.

Jocelyn respirò con affannò, tornando umana e gettandosi sull'erba con il viso rivolto verso il cielo e una mano sul torace. Senza neppure accorgersene sorrise e finì anche per abbandonarsi ad una tenera risata, con gli occhi chiusi e i vestiti stracciati o sporchi di terra.

Jason la raggiunse subito, sedendosi accanto a lei e stringendole una mano.

«Sei stata fenomenale!», esultò con tutta la sua gioia. «Abbiamo vinto... la guerra è finita!», sospirò ancora, questa volta senza rivolgersi a nessuno in particolare.

Ancora dalla folla proveniva qualche acclamazione alla regina, che sulla piccola rupe dove si trovava abbassò la corona e rimase ad osservare il suo regno quasi sorpresa. I ricordi del passato riuscirono ad abbattere il robusto muro di pietra che il suo cuore aveva innalzato, e lei pianse. Tutta la sofferenza del più buio periodo della sua vita fu spazzata via dalle sue lacrime.

Scesa dalla roccia, trascinò con sé Galtur che picchiò con poca forza la testa e si svegliò.

«Che cosa... che cosa è successo?», domandò poco prima di comprendere di essere stato bloccato con delle corde.

Jason smise di dargli le spalle e gli puntò contro il dito indice.

«Sei stato sconfitto, ecco cosa è successo!», osò dire.

Galtur si contrasse e provò a spezzare le corde con le braccia, ma i nodi erano ben stretti e non si sciolsero.

«Piccolo maledetto...!», provò a minacciarlo ma, in quell'istante, Selestial diede uno scossone al lembo libero della corda, facendo in modo che il demone cadesse e affondasse il naso nella terra con uno sbuffo.

Dream si guardò attorno ma non vide Karthio, che nel frattempo aveva preso la sua lancia e risalito il colle fino a giungere di fronte a Less.

«Mia regina... non riesco ancora a capire. Galtur aveva giurato che fossi morta. Vederti qui di fronte a me sembra... quasi un miraggio. Comincio a credere di essere nell'aldilà...», mormorò appena l'elegante guerriero e comandante dell'armata, scostando una ciocca della sua lunga cresta nera dietro l'orecchio.

«Nessuno ti ha ucciso, Karthio», gli sorrise Selestial, ancora incredula ella stessa. «Ed io non sono morta. Quella raccontata da Galtur è stata solo una menzogna. Provò ad uccidermi e credette di esserci riuscito, inventando poi una dannata bugia che ha cambiato la mia vita per sempre...»

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