Un corno risuonò con la forza di un tuono nel cielo rosso. Qualcuno, sulle torri di guardia, avvertì dell'arrivo dei due Branchi. Non servì parlare né tanto meno spiegarsi, le grandi porte si spalancarono, spostandosi verso destra e sinistra scricchiolando rumorosamente e regalando un'atmosfera quasi medievale.
Di sicuro in quel posto non si trovavano macchine, furgoni, cellulari o fucili. Vampiri e licantropi, per evitare nuove guerre con gli umani, si erano da molto tempo ritirati nelle foreste, nelle grotte o in luoghi dimenticati (nel caso dei demoni, nelle altre piccole dimensioni collegate alla Terra) e non avevano potuto, a differenza degli uomini, seguire l'avanzamento delle tecnologie, ritrovandosi bloccati nel tempo, più o meno nell'era in cui la guerra aveva congelato ogni orologio.
Era la prima volta che Jocelyn vedeva un demone. Una schiera di quegli strani vampiri si avvicinò difensiva all'ingresso, con gli scudi alzati e le lance salde in mano. Avevano pelli strane, molto colorate, con una saturazione che nel mondo degli umani sarebbe stata considerata esagerata ed inquietante. Una sfilata di demoni interamente gialli, rossi, blu e verdi fece tremare Joy in modo violento. Era un piccolo esercito, tutti i soldati erano adulti, di entrambi i generi, coperti da corazze grigie luccicanti. Gli elmi dei demoni maschi avevano due o più fori, dai quali facevano capolino grosse corna: dritte, ricurve, creste intere simili a spine. Agli occhi di un inesperto, la vista ricordava un carnevale piuttosto alternativo.
Un demone, più precisamente un uomo un po' avanti con gli anni, dalla pelle gialla come una lucertola, spuntò dalla folla in modo goffo. Non aveva alcuna armatura, ma uno strano panciotto elegante che a stento non si sbottonava esplodendo a causa della grossa pancia che conteneva. La fronte dell'uomo, che aveva grossi baffi grigi e capelli del medesimo colore, era rigata dal sudore. Si muoveva con fatica, saltellando da un piede all'altro, come se fosse spaventato da tutti quei soldati alti il doppio di lui. Tra le mani teneva due elmi lucidati alla perfezione. Erano a forma di testa di lupo, meravigliosi, con due pietre preziose incastonate al posto degli occhi. Uno degli elmi era femminile, lo si vedeva dalla grazia che emanava, ma comunque dall'aspetto forte e coraggioso. I suoi occhi erano due zaffiri brillanti che riflettevano la luce del giorno. L'altro elmo, più grande e più scuro, rappresentava un lupo feroce ed arrabbiato ed era ornato da una coppia di granati. L'uomo che li sorreggeva con fatica arrivò sudato al cospetto dei due branchi.
«Saluti!», sorrise poggiando sulla strada di pietra i due grandi copricapi da guerra. «Io, Bulbar, ambasciatore e consigliere di Sua Altezza il Re Galtur, vi accolgo nel Regno Carminio a nome del Re e del Clan delle Ossa Rotte», balbettò in imbarazzo. Prima che Dream o Leonel, in capo al gruppo, potessero rispondere, Bulbar raccolse in fretta e furia gli elmi e quasi li lanciò tra le loro braccia, affaticato. Quello con gli zaffiri andò a Dream, l'altro al cugino. «Per ringraziarvi di essere venuti», ridacchiò. «Elmi in puro acciaio... so che l'argento non vi piace», sussurrò arrossendo di colpo. Ricevette un'occhiataccia dall'Alpha dei Lunapiena. L'argento era letale per ogni licantropo.Leonel fece svolazzare il copricapo da una mano all'altra come se fosse una pallina di carta, ridendo. «È splendido!», esultò.
«Anche delle nostre misure...», sibilò Dream, osservando il suo elmo con attenzione. Alzò gli occhi sull'ambasciatore. «Vedo che ci conoscete bene», disse sospettosa.
Bulbar indietreggiò, ridendo leggermente e spaventato. Lo sguardo inquisitorio della splendida donna lycan lo mise in soggezione. Per salvarsi da quella situazione lanciò un'occhiata ai guerrieri alle sue spalle, trovandovi un po' di conforto. «Sarò lieto di accompagnarvi ai vostri dormitori. Si trovano quasi tutti al secondo piano del castello del Re, ma i leader e la sposa...», Bulbar si bloccò, guardandosi intorno. «Perdonatemi, cari ospiti, ma dove è la sposa?», domandò vagamente irritato.
A Dream bastò un altro sguardo. «Non è ancora la sposa del tuo Re. Limitati a chiamarla Anima di Lupo», ordinò.
L'ambasciatore non osò contraddirla. «Ad ogni modo, dove si trova?», chiese di nuovo.
Dream e Leonel si voltarono. Jocelyn posò lo sguardo su Silas, Alois ed infine Jason. Poi, con un sospiro, fece un passo avanti, andando ad appostarsi tra i due capi. «Sono qui», annunciò ad alta voce.
Bulbar lanciò un gridolino di gioia e batté le mani. «Una fanciulla incantevole, come ci era stato detto», esclamò.
A Jocelyn non piacque il commento dell'uomo. «Bella o meno, sono stata costretta ad accettare», ringhiò mentre i suoi occhi ambrati luccicavano.
Leonel le posò una mano sulla spalla, scuotendola e abbassandosi all'altezza del suo orecchio. «Ormai siamo qui, ragazzina. Potremmo avere una chance di salvarti, ma non se ti comporti così», le consigliò bisbigliando. Si ritirò subito dopo.
Dream abbassò il mento. «Ci stavi indicando i nostri dormitori, caro ambasciatore. Continua pure», chiese.
L'uomo dal panciotto stretto annuì freneticamente. «Come stavo dicendo, gli accompagnatori riceveranno stanze da quattro letti ciascuna, al secondo piano. Alpha Leonel, Alpha Dream e l'Anima di Lupo, invece, saranno ospitati nella Torre del Tramonto, la torre ovest».
«E lasciare i miei compagni da soli? Mai», brontolò Leon. «Io prenderò una camera al secondo piano. E che ci sia spazio per tre persone», ordinò come se volesse prenotare la camera di un albergo.
Anche Dream doveva avanzare una richiesta. «Uno dei miei Lunapiena si è comportato in modo... scorretto. Vorrei che vi aiutasse nelle cucine, durante i prossimi giorni», spiegò.
Jason, qualche passo più indietro, sussultò. Avrebbe dovuto condividere la camera con demoni che lavoravano da sguatteri.
«Lo stesso vale per la mia Beta», grugnì Leonel.
Hope stava per ribattere, ma Tatiana le lanciò un'occhiata gelida che la mise a tacere mentre si mordeva la lingua pensando a svariati insulti da rivolgerle.
Il goffo Bulbar balbettò. «Credo... credo che il Re non abbia problemi a fare come richiesto», annunciò, per poi continuare a parlare, spiegando gli orari dei pasti ed elencando informazioni varie.
Joy, prima immobile, afferrò senza paura il braccio della sua Alpha. «Vuoi davvero lasciare Jason da solo nelle cucine? Per favore, Dream...», la implorò.
La donna non volle discuterne. «Non sarà da solo. Come avrai capito, Hope sarà con lui», disse per rassicurarla.
Eppure le sue parole mandarono nel panico Joy. Il suo caro amico sarebbe stato in balia di vampiri nemici... e di una Beta squilibrata. Pregò che non accadesse nulla e si voltò per incrociare gli occhi di J. Lui sforzò un sorriso e alzò il pollice, nonostante fosse impaurito e teso. Cucine o meno, l'unico problema che contava per lui era trovare un modo per impedire al Re Galtur di sposare Jocelyn.
Bulbar finì di spiegare, fece una breve pausa e poi riprese. «Le guardie vi accompagneranno nei vostri alloggi. Prima, però, il Re vorrebbe vedere l'Alpha Dream e l'Anima di Lupo. Se non vi dispiace, vi accompagnerò personalmente alla sua sala».
Il piccolo esercito Lunapiena si scosse, credendo si trattasse di una trappola, ma la leader prese sottobraccio l'elmo d'acciaio, lo consegnò ad un soldato e alzò una mano per imporre il silenzio. «Dobbiamo fare come richiesto. Ci incontreremo di nuovo questa sera, a cena», sentenziò.
Quando le guardie del Clan delle Ossa Rotte si mossero, Lunapiena e Ghiaccionero li seguirono.
Dream si fermò a parlare con suo cugino, dunque Alois, Silas e Jason ne approfittarono per avvicinarsi alla loro amica Joy. «Buona fortuna, tesoro», le sorrise Al. «Non mostrarti debole», aggiunse Sil. I due si allontanarono subito dopo. J, invece, rimase in silenzio. Quando Jocelyn provò a parlare si ritrovò stretta in un abbraccio. Jason prese un profondo respiro e poi si allontanò. «Ci vediamo a cena», disse. Con un sorriso andò via, lasciando Joy immobile e rossa in volto.
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Wolf Souls - Demons
Werewolf[SECONDA STORIA DELLA SERIE WOLF SOULS] La guerra contro l'ultimo Zanna Rossa sembra ormai essere finita. Arcan è stato ucciso ed il Branco Lunapiena è finalmente in grado di godersi qualche anno di pace, ma si sa: la calma è solo apparente e preced...