Il patto [4]

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La luce arancione era più flebile rispetto all'ultima volta che Jocelyn l'aveva vista. Illuminava a fatica tutta la casa, come se fosse stata colta da una malattia e si fosse di colpo indebolita.

Altri tre gruppi da cinque persone sorvegliavano l'amuleto. Su due balconcini interni, posti sui due lati della casa, i primi dieci lycan stavano fermi e composti, guardando dritti di fronte a loro. I restanti cinque, un gruppo di Ghiaccionero, si stavano riposando ai lati della casa, mangiando della carne ben cotta di cervide. Parlavano fra di loro in russo, e Joy non riuscì a capire neanche metà della loro discussione.

Vedendo l'Alpha, una Lunapiena si avvicinò, seguita da un uomo Ghiaccionero.

«Dream», sorrise, senza però inchinarsi. Jocelyn la riconobbe a prima vista: il suo nome era Elanie Harley, ed era stata una compagna di allenamenti di Dream quando entrambe erano solo delle bambine. L'uomo alle sue spalle mormorò qualcosa in russo, ed Elanie annuì. «Lui è Boris Andrevich, guerriero Ghiaccionero», lo presentò la donna dai capelli corti e neri e gli occhi verdi luminosi.

Dream alzò una mano. «Da, privet», provò a salutare in russo. Sperò di non aver sbagliato pronuncia né parola, ma Boris trattenne una risata. La leader cercò di non farci caso e si guardò intorno.

Elanie posò gli occhi su Jocelyn. «L'Anima di Lupo», sgranò gli occhi. «Mi fa piacere vederti qui, Jocelyn, ho apprezzato molto il tuo coraggio», si complimentò stringendole affettuosamente una mano. Sembrava essere gentile quasi come Aireen, ma il suo aspetto era un po' mascolino e tendeva a farla sembrare rozza, soprattutto a causa dei capelli corti, l'elevata altezza e il fisico robusto, muscoloso e dalle spalle larghe.

Joy non badò troppo al suo aspetto e la ringraziò con gli occhi lucidi. «Il mio coraggio, purtroppo, ci ha portati qui», sentenziò fredda ritraendo la mano.

Boris sembrò afferrare al volo quelle parole e disse qualcosa in una lingua incomprensibile per Joy, ma che venne seguito da una risata e da una gomitata da parte di Elanie.

Mentre Dream veniva affiancata dagli altri suoi guerrieri, che la informavano degli avvenimenti recenti, Elanie si voltò leggermente di spalle. «Non badare a ciò che la gente può pensare di te. Ci hai già salvati una volta. Due anni fa mi trovavo rinchiusa nella torre del villaggio dei draculiani insieme a tutti gli altri prigionieri, e credevo che sarei morta con loro. Ma poi... poi sei arrivata tu e ci hai liberati», esultò.

Joy avrebbe voluto risponderle, ma Dream chiamò a gran voce il nome della sua vecchia amica, che si voltò di scatto, fermandosi quasi sull'attenti. Dream sembrava arrabbiata, ed i suoi seguaci Lunapiena tremarono per qualche secondo al suono biasimante della sua voce. «Non mi hai informata dell'arrivo dell'ambasciatore», esclamò con un tono di rimprovero.

La gigantesca guerriera assunse un'espressione afflitta. «Non ne ho avuto modo, Dream. Era ancora il mio turno di guardia quando Bulbar è passato di qua. Ha chiesto di entrare, ma ho preferito riceverlo fuori dalla casa, per parlare. Mi ha riferito che Galtur ha intenzione di spedire alcune sue guardie in aiuto, per sorvegliare il portale. So che avrei dovuto parlarne prima con te, ma ho detto che al momento non abbiamo bisogno di supporto. Mi dispiace, ma non mi fido dei demoni». I muscoli delle sue braccia si tesero, le vene ben visibili pulsarono ingrandendosi anche sulla sua fronte.

Dream sospirò. «Che fortuna. Non avrei agito diversamente. Grazie, Elle, sei stata gentile», sorrise soddisfatta appioppandole un tenero soprannome.

Jocelyn sentiva un peso gravare sul suo cuore. Era ancora immersa nei ricordi che Elanie aveva ravvivato. Quel giorno, nella torre, Joy aveva perso la sua migliore amica Serena, ed il dolore non l'aveva mai abbandonata. Si sentiva in colpa per aver trascinato una persona a lei cara in un guaio come quello, anche avendola vendicata.

In quel momento si rese conto che tutti i suoi amici erano in pericolo. Alois, Silas, Dream, Jason e tutti altri stavano correndo un grave rischio per lei, per l'ennesima volta. Per un secondo desiderò di essere morta, eliminata dal mondo, per evitare ulteriori spargimenti di sangue. Singhiozzò tra sé, cercando di non iniziare a piangere.

Dream rimase a parlare con gli altri ancora per qualche minuto, facendo domande a tutti e chiedendo a Elanie di tradurre le sue parole in russo. I Ghiaccionero non le portavano lo stesso rispetto che destinavano a suo cugino Leonel, per cui qualcuno se la prendeva comoda prima di rispondere, oppure faceva qualche battuta che l'Alpha non poteva capire. Uno di loro in particolare ricevette una terribile spallata da Elle, finendo a terra ad invocare perdono mentre Dream osservava impassibile.

Al termine dell'interrogatorio e del controllo del portale, l'Alpha e Jocelyn salutarono Elanie ed uscirono dall'edificio, tornando alla forma ferale.

"Non posso credere che Galtur ci veda come un ammasso di stolti", ringhiò imboccando una strada più corta, che conduceva alla fortezza.

Joy scosse le spalle. "Lo hai detto tu, Dream: lui vuole il portale, non me", le ricordò.
La leader parve ruggire. Era davvero furiosa. "Non l'otterrà. Se proverà a metter mano sull'amuleto se la vedrà con me e Leonel. Poi vedremo se ci considererà ancora degli sciocchi", sogghignò calmandosi.

Jocelyn aveva un terribile presentimento, ma non mise apertamente in dubbio le parole della sua Alpha. Si limitò a seguirla in silenzio, tenendo gli occhi fissi sulle zampe. E se il Clan delle Ossa Rotte stesse pianificando di rubare il portale? O peggio, cosa sarebbe accaduto se questo piano fosse andato a buon fine?

Guaendo, Joy provò ad immaginare quali orrori sisarebbero scatenati sui due Branchi, ed un'immagine si dipinse nella sua mente:corpi, feriti e morti, a dozzine davanti ai suoi occhi, e lei che camminava tradi loro, piangendo e sanguinando. Le mani rosse del demone strette alla suagola.

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