La discordia [1]

549 49 10
                                    

Alois si torturava le mani, rigirando i pollici fino a sentirseli formicolare per la stanchezza. Quella mattina, teneva i capelli rossi legati in una crocchia alta e arruffata. Abbassò una mano e strinse saldamente quella di Silas, che sospirò.

«Si può sapere che hai?», domandò snervato il ragazzo. Drizzò la testa, spostando la mano che Alois gli aveva afferrato, spostandola più in alto. La poggiò sulla spalla della ragazza, cingendole la schiena con un braccio, come a volerla confortare.

Al sembrava sul punto di piangere. «Stamattina non ho visto Jocelyn. Ho persino controllato la sua stanza, ma lei non c'era, e neppure Dream», confessò con voce acuta ed ansiosa. Sbuffò aria fuori dalle labbra, iniziando a dondolare le ginocchia.

Silas la conosceva molto bene, sapeva tutto di lei, e riconobbe quel gesto: ogni volta che la sua ragazza iniziava a muovere le gambe, indicava un senso di forte agitazione, che poteva persino sfociare in un tremendo momento di panico. Per evitare quella situazione e anche per calmarla, Sil prese il volto della sua amata fra i due palmi e le accarezzò le guance con i pollici.

«Stai tranquilla, amore mio. Se anche Dream era assente, di sicuro saranno uscite a sbrigare qualche commissione». Mosse un altro dito, spostando un ciuffo ramato dalla fronte della ragazza.

«Ma Jocelyn è mia amica. Mi avrebbe informata, se fosse uscita...», continuò a tormentarsi Alois. Era inquieta, gli occhi sbarrati e il colorito più pallido del solito. Grosse borse violacee le contornavano le linee inferiori degli occhi color miele.

Silas non riuscì a trattenere un gemito. Vedere la donna che amava così triste e sconsolata lo feriva molto, spezzandogli il cuore. Strinse la presa sulle sue guance, senza farle del male, e avvicinò a lei il suo viso. Poteva sentire il respiro fresco e profumato di Al sulle sue labbra e si sentì in paradiso.

«Lo so, in altre circostanze ti avrebbe di certo avvertita, ma devi comprendere la sua situazione, amore mio». Continuò a ricoprirla d'affetto, per alleviare la sua angoscia. «E poi manca pochissimo all'ora di pranzo, potrai vederla nella sala grande. Se non dovessero esserci, Leonel si insospettirebbe», mormorò.

Alois schiuse le labbra e annuì, rilassando le sopracciglia prima aggrottate verso l'alto. Azzerò la distanza tra il suo viso e quello del suo fidanzato, lasciandogli un breve bacio di sfogo. In pochi secondi, si ritrasse e respirò a fondo. «Ciò non toglie che appena me la ritroverò davanti se la dovrà vedere con una lycan furiosa», sbottò senza riflettere. Per quanto potesse apparire docile ed indifesa, il suo carattere era forte e arduo da gestire.

Silas sorrise e fece per ribattere, quando una voce alle sue spalle lo interruppe.

«Parlate di Jocelyn?», domandò una vivace ragazza dai capelli castano chiaro del Branco Ghiaccionero.

Alois la riconobbe subito. Aveva avuto occasione di conoscerla la sera della cena al Campo Lunapiena. Scattò in piedi per salutarla, buttandole le braccia al collo. «Denirah!», gioì chiudendo e riaprendo le palpebre. Solo allora si rese conto che il gemello della ragazza, Dervyne, era in piedi davanti a lei e sorrideva paonazzo.

Silas si alzò e strinse la mano di Denny, dando anche una pacca amichevole alla schiena di Vyn. «Parlavamo di Joy, sì», confessò senza esitare.

Dervyne percepì la preoccupazione stampata nella voce di Alois. «Non devi preoccuparti, questa mattina l'ho vista uscire nel giardino in compagnia della vostra Alpha, poi si sono dirette in città», mormorò con la sua solita voce dolce e un po' infantile. Sorrise e le sue guance sembrarono gonfiarsi come quelle di un bambolotto. I suoi occhi ghiacciati e il suo fisico addestrato, però, lo rendevano un ragazzo molto attraente.

Wolf Souls - DemonsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora