Il ritorno [4]

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Fu Jason a squarciare il silenzio.

«Giù la testa!!!», gridò.

Tutti si voltarono a guardarlo e si dovettero gettare a terra per non essere investiti dalla palla di fuoco scagliata dalle mani del mago.

Hope arrivò a credere che stesse mirando lei e si stese letteralmente al suolo con la pancia rivolta verso il cielo e la schiena contro l'erba umida di pioggia e rugiada.

Fu quando la fiammata superò di netto tutto il gruppo che i presenti iniziarono a credere che avesse sbagliato mira ma il colpo invece andò perfettamente a segno.

Jocelyn udì un rumore strano, come quello di una raffica di vento, poi un urlo agghiacciante. Quando sollevò la testa vide un demone cadere al suolo in preda al fuoco, rotolandosi nel tentativo di farlo spegnere.

Pensò si trattasse di un singolo esploratore, ma meno di due secondi dopo dall'angolo della fortezza comparvero file e file di soldati demoni. Sembravano non finire mai. Erano già almeno un centinaio quando i lycan si accorsero del pericolo. Per fortuna Jason aveva notato il primo demone e aveva lanciato l'allarme.

«Ci hanno trovati! Fuggite, presto!»

Jocelyn, inorridita e paralizzata dalla paura, ci mise qualche secondo ad elaborare l'accaduto. Quando si rialzò, strattonata in parte da Jason e in parte da Dervyne, con Hope alle calcagna che per poco non si aggrappò alla sua caviglia nella speranza di trascinarla a terra, sentì la testa pulsarle velocemente, al ritmo del battito del suo cuore. La pervase uno strano senso di calore e l'adrenalina prese a far muovere il suo corpo.

Si prese un attimo per voltarsi, non completamente, ma piegando il viso di profilo mentre correva, e realizzò che Galtur aveva raccolto tutte le sue forze in quel cortile sul retro del castello, che se prima le aveva dato l'impressione di essere talmente vasto da non avere limiti, ora le sembrava misero e stretto a tal punto da farle mancare l'aria.

Si spostò di dosso le mani dei due amici quando riuscì a muoversi autonomamente e si spinse sulle punte dei piedi cercando, tra la piccola folla in movimento, i visi familiari di Silas e Alois, che però mancavano all'appello.

"Ti prego, fa' che abbiano già usato il portale", implorò qualsiasi essere superiore la stesse udendo. Perdere anche loro l'avrebbe colmata di tristezza e senso di colpa, spingendola una volta per tutte ad abbandonare il Branco e a tentare una vita da solitaria nei pressi della città.

Sentì dietro di sé Hope che continuava ad incespicare su se stessa mentre la inseguiva, e capì che era lei la nemica più vicina. Nel caos del momento avrebbe potuto attaccarla e ucciderla e far passare il tutto per un assassinio da parte dei demoni, e questo Joy non poteva permetterselo. Era sopravvissuta fino a quel momento e non aveva più intenzione di morire nel Regno Carminio come era toccato a Leonel.

Le sue falcate si fecero più larghe, ma le toccò fermarsi quando tutti si accalcarono di fronte al portale.

Dream cercava inutilmente di sistemare le persone in fila, in quanto il portale era troppo debole per trasportare due o più persone allo stesso tempo e avrebbe rischiato di danneggiarsi o di infliggere gravi ferite a chi lo avesse usato. Il suo intento era nobile e saggio ma i demoni correvano troppo velocemente. L'unico modo di guadagnare tempo era respingendoli, e non sarebbe stato facile per un lycan qualunque.

Grazie al Cielo, Jocelyn non era affatto una semplice lycan e disponeva di armi segrete che anche quella volta, a parer suo, si sarebbero rivelate utili e miracolose. Avrebbe di certo salvato gli altri, ma per farlo prima di tutto avrebbe dovuto mettere in pericolo la sua vita, nonostante non ne avesse alcuna voglia. Esitò prima di prendere la scelta definitiva, ma poi si prese carico delle sue responsabilità.

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