Le sorelle [1]

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Il cielo, durante tutto l'arco della mattinata, era stato limpido e rosso pallido, ma all'improvviso era diventato più scuro, l'aria si era raffreddata bruscamente e sferzate di vento improvvise erano penetrate nei corridoi del palazzo, facendo riecheggiare il suono, simile ad ululati strazianti, nelle sale strette tra le mura di pietra. Il tempo variava in fretta nel Regno Carminio ma le piogge erano rare e le nuvole quasi inesistenti. Restava l'aria, che a distanza di tre giorni dal pomeriggio più caldo era diventata un vero e proprio vento autunnale.

Non c'erano torce accese nel castello: i servi del Re provvedevano ad alimentare le fiamme solo nel tardo pomeriggio, in vista del calar della notte priva di luna.

Il tacco degli stivali alti e neri di Tatiana colpiva il pavimento di andesite con ritmo regolare mentre lei avanzava verso l'uscita in un vortice di gonne svolazzanti dietro di lei. Camminava di fretta, molto a disagio, sentendosi poco sicura nell'attraversare il castello completamente da sola. Nella fretta di aiutare Leonel aveva deciso di lasciare il suo piccolo Viktor tra le braccia di una cara amica fidata, che potesse prendersene cura almeno fino all'ora di pranzo. La moglie dell'Alpha non si era mai sentita tanto in colpa: non solo non aveva affatto voglia di disturbare una sua compagna per un incarico che di certo non era suo, ma erano stati gli occhi del neonato, che scoppiò in lacrime, a darle il colpo di grazia:

Viktor aveva allungato le piccole braccia affusolate verso la madre, chiamandola tra i singhiozzi servendosi di mugolati incomprensibili a chiunque non fosse stata madre per almeno una volta.

Tatiana gli aveva stampato un bacio in fronte quando in realtà avrebbe voluto prenderlo in braccio, cullarlo, accarezzargli le guance e fargli sentire la sua presenza, poi si era dovuta dileguare, sforzandosi per non piangere a sua volta sentendo il richiamo del figlio farsi più forte ad ogni suo passo verso l'ingresso del castello. Allora la donna aveva stretto i pugni e non si era fermata, aveva continuato ad allontanarsi finché il pianto del bambino non divenne che un amaro ricordo. Adesso Tatiana aveva raggiunto di nuovo il corridoio della sua camera, aveva indossato un vestito consono alla moda del Regno Carminio e si era affrettata a inoltrarsi nel dedalo di corridoi della fortezza. Quando trovò la strada giusta dovette tirare un sospiro di sollievo, prendendo fiato ad occhi chiusi e sentendosi già stanca e di cattivo umore.

Probabilmente nulla sarebbe potuto andato peggio in quella mattinata, nulla eccetto forse uno spiacevole incontro. Quando riaprì gli occhi, la giovane e bellissima Tatiana si ritrovò davanti ad una conoscenza che la fece bloccare sul posto, incredula, con le mani strette sui fianchi opposti alle braccia, cercando comunque di restare composta e di non dimostrarsi infastidita dalla sua presenza.

Si scostò qualche filo di capelli corvini dalla fronte e li spostò indietro sulla nuca. Sbatté più volte le palpebre e poi deglutì cercando le parole giuste.

«Hope», salutò mimando un'aggraziata prontezza. «Credevo ti stessi occupando delle mansioni elencateci da Alpha Leonel».

La sua seconda frase apparve più come un rimprovero, ma Tatiana non poté fare nulla per migliorare il suo tono di voce. Era nervosa e facilmente irritabile. Avrebbe solo voluto tornare a casa, la sua vera casa, per vivere in serenità in compagnia della sua famiglia e prendersi cura del Branco.

Hope era seduta su una panca senza un minimo di adeguatezza o contegno: gambe incrociate e abbandonate su uno dei braccioli di ferro, schiena curva che occupava tutta la grandezza del posto, braccia sollevate e poste dietro la testa, con i gomiti aperti.

«Ho già svolto il mio lavoro», rispose indifferente, guardando altrove. «Ho dovuto accompagnare i bambini all'asilo. E tu?», domandò.

Tatiana non ci mise molto a comprendere che stava parlando dei ragazzi impegnati nel loro castigo. Hope aveva l'incarico di scortare o riportare a palazzo il gruppo di Jocelyn, Jason e Dervyne, che lavoravano ormai da qualche giorno al Rifugio del Fuggiasco.

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