Hope camminava a passo fiero e testa alta, imboccando uno dei corridoi che portava alla temporanea residenza di Leonel. Si fermò ad osservare le piccole finestre colorate e dei contrafforti che reggevano la bassa volta a crociera sopra la sua testa, considerandola insolita per un luogo del genere. Qualcuno le poggiò una mano sulla schiena. Era fredda e delicata. La Beta si voltò subito, infastidita.
Tatiana si sforzò di sorriderle, ritirando la mano e usandola per sorreggere il piccolo Viktor, che dormiva beato tra le sue braccia. Lo cullò, spostando sui suoi scarsi capelli neri tutta la sua attenzione visiva.
«Sei venuta ad accertarti che l'Anima di Lupo e gli altri ragazzi ricevano una punizione adeguata?», domandò. Stava tentando di mantenere un tono di voce tutt'altro che ostile, ma sapeva di non stare affatto simpatica ad Hope, soprattutto per aver sposato Leon.
La Beta guardò disgustata il neonato che teneva in grembo, avvolto in una spessa coperta celeste.
«Dovrebbe interessarti?», sibilò allontanandosi di qualche passo. La porta della camera di Leonel era chiusa, qualche metro più avanti, ma dall'interno arrivavano flebili voci.
Tatiana sospirò, assumendo un aspetto più dolce e rattristito del solito. Sapeva bene che l'odio che aveva affondato le sue radici nel cuore di Hope era stato alimentato dalla gelosia e dall'invidia, ma lei non era mai stata una persona rancorosa e cercava di non biasimarla per essersi innamorata di suo marito.
«Cercavo solo di discutere», si spiegò con un fil di voce. Parve fare un piccolo inchino di congedo, indietreggiando. «Ma non importa, dico davvero. Leonel è con Dream all'interno della nostra camera. Stanno decidendo cosa fare di quei ragazzi. Sei vuoi raggiungerli fai pure».
«Non ho bisogno del tuo permesso». Hope si voltò e le passò accanto, colpendola con una spallata che fece quasi cadere al suolo il bambino. Tatiana provò a cullarlo quando lui si svegliò e prese a piangere. La moglie dell'Alpha sapeva quanto Hope potesse rivelarsi meschina ed insolente, ma voleva credere che esistesse un minimo barlume di speranza per lei, qualcosa che sarebbe riuscita a cambiarla in meglio. A sua volta, con le tempie che le pulsavano per lo spavento che Viktor avrebbe potuto farsi del male, si allontanò cercando l'uscita per raggiungere il giardino.
Il pensiero di bussare alla porta prima di spalancarla poco elegantemente non passò neanche per la mente di Hope, che s'introdusse nella stanza di Leonel con il volto corrucciato e la schiena un po' piegata.
L'Alpha era seduto ad un tavolo abbastanza lungo che ospitava l'elmo ricevuto in dono il giorno dell'arrivo al Regno Carminio, e si era accomodato su una poltrona artigianale dei soliti colori vermigli e le sfumature vagamente ingiallite.
Dream era in piedi, appoggiata alla parete e con lo sguardo fisso oltre il vetro trasparente della finestra. Sembrava spossata. Dall'altro lato del grande tavolo, voltati verso di lui, tre ragazze e tre ragazzi tenevano la testa bassa, sentendosi colpevoli e ancora un po' ammaccati dalla rissa.
Jocelyn, seduta al centro della fila, tra Jason ed Alois, fu la prima a voltarsi verso l'ingresso della camera. La ragazza sentì il sangue congelarsi nelle vene quando Hope la squadrò con un ghigno. Rimase immobile e solo dopo qualche secondo riuscì a deglutire. Le sue dita si chiusero come una trappola intorno ai braccioli di legno della sua sedia.
Dream parve accorgersene, avendo girato la testa in sua direzione.
Joy, per non destare sospetti, sprofondò nella sedia tornando a guardare Leonel. Delle goccioline di sudore freddo le comparvero sulla fronte e la leader, a braccia conserte, scrutò Hope indisturbata, cominciando ad avere qualche sospetto.
Leonel alzò il viso dai ragazzi e notò la sua Beta, non affatto sorpreso di vederla lì.
«Credevo che stessi scortando Galtur», bofonchiò spostandosi un boccolo di capelli ricci dietro l'orecchio.
Hope si tuffò sulla prima poltrona che vide, accavallando le gambe tozze su uno dei braccioli e gettando le braccia dietro la nuca. «Si stava preparando e non avevo alcuna intenzione di aspettarlo mentre cercava la camicia più adatta all'occasione. Saprà trovare la strada da solo, quel mostro cornuto». Allungò una mano verso un piatto dorato e afferrò il rametto di un grappolo d'uva verde, che Tatiana aveva portato con sé dal Campo Lunapiena dopo averla ricevuta da una coppia di simpatici contadini lycan. Se la portò alle labbra e la addentò, divorandola chicco per chicco e sputando i minuscoli semi amari di nuovo nel recipiente, benché fosse ancora colmo di altra frutta autunnale.
Dream non riuscì a trattenersi. «Da dove deriva tutta questa insolenza nei confronti di Galtur?», domandò con un'aria decisamente interessata. I suoi occhi gelidi inchiodarono Hope in un istante. «Credevo che lo trovassi simpatico. Vi ho visti parlare poco fa, mentre mi recavo qui con i ragazzi. E mi siete sembrati piuttosto... affiatati». La sua voce si fece fintamente inoffensiva.
La Beta serrò i denti ed il rumore dei semi che venivano schiacciati tra di loro fu talmente forte da attraversare la stanza. Ancor prima di aver incrociato Tatiana, si era diretta alle stanze del Re, che aveva però trovato nei pressi della sala grande. La voce della lite si era già diffusa, dato che Dream stava portando i giovani incolpati da Leon. Hope non l'aveva vista, essendo troppo occupata a discutere di piani con Galtur, ed in quel momento, sentendo pronunciare tali parole incriminanti, non poté fare a meno di sentirsi in pericolo. Proprio come un lupo spaventato che risponde con un ringhio, cercò di mantenere la sua dignità e di trovare delle parole sensate da rivolgere alla fin troppo perfetta rivale che si trovava di fronte.
«Stai insinuando qualcosa?», chiese dopo aver mandato giù l'ennesimo chicco. In rare occasioni si era ritrovata a balbettare ed esitare, ma quella fu una delle poche.
Dream sfoggiò un sorriso fatale. «E perché dovrei? Sono certa di non poter mettere in dubbio la tua fedeltà a mio cugino e al suo Branco».
Prima che l'altra donna potesse ribattere, Leonel sollevò una delle grosse mani. «Signore, per favore! Non vi ho lasciato entrare nella mia camera per parlare di questo». La mano si spostò ad indicare tutti i ragazzi, scivolando nell'aria fino a riposarsi sulla superficie del tavolo. «L'unica rissa di cui ho intenzione di occuparmi è quella avvenuta tra di loro. Voi, per favore, limitatevi ad ascoltare e non intervenite troppo spesso», sospirò.
Entrambe si zittirono: Dream era d'accordo, Hope era furiosa, ma nessuna delle due si permise ad aprir bocca dopo aver ricevuto quella sorta di ordine.
Leonel ringraziò Fenis per avergli donato un attimo di pace, poi incrociò le dita sotto il mento e diresse la sua attenzione su Dervyne. «Vyn, tu sei sempre stato un guerriero silenzioso ed educato. Posso sapere da te cosa è accaduto?», lo interpellò.
Il ragazzo sembrava fuori di sé. Alzò il viso, mostrando la ferita che gli solcava lo zigomo, ed indicò Jason, seduto oltre Denirah. «Io ho solo cercato di difendere Denny! Jason l'ha attaccata!», lo incolpò nervoso.
Il mago biondo scattò sulla difensiva e si portò un palmo al petto. «Io l'ho attaccata? È stata lei a colpirmi per prima, lo hai dimenticato?», tuonò senza riflettere. Ciò che stava dicendo era comunque la verità.
Denirah schiuse le labbra, stupefatta. «Ci stavi insultando! Che avrei dovuto fare, darti ragione?».
Alois strinse la mano di Silas e parlò. «Ma non è questo il modo di risolvere le cose. Sil, diglielo anche tu che ho ragione, su'!», mormorò convinta alzando gradualmente la voce.
Il ragazzo al suo fianco annuì. «Credo sia colpa di entrambi. Alla fine, una cosa ha tirato l'altra e la rissa è scoppiata», spiegò meglio.
Dervyne bisbigliò qualcosa in russo che non aveva affatto l'aria di essere un complimento. Denny scoppiò a ridere rispondendo alle sue parole, ma Jason capì al volo di essere stato beffeggiato. A sua volta urlò contro Vyn, che insieme alla sorella si accanì verbalmente in sua difesa, e gli altri due si unirono al chiassoso coro d'offese e accuse.
L'unica a rimanere in silenzio fu Jocelyn, ancora con gli occhi sgranati e la paura insidiata sotto la pelle.
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Wolf Souls - Demons
Werewolf[SECONDA STORIA DELLA SERIE WOLF SOULS] La guerra contro l'ultimo Zanna Rossa sembra ormai essere finita. Arcan è stato ucciso ed il Branco Lunapiena è finalmente in grado di godersi qualche anno di pace, ma si sa: la calma è solo apparente e preced...