La lista [2]

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Quando la luce del sole scomparve oltre i colli, le porte della reggia si chiusero con un tonfo.

Dream aveva ospitato un paio di persone, convocando un'assemblea per discutere dell'imminente viaggio nel Regno Cremisi. Leonel era stato l'ultimo ad arrivare, seguito dal suo Omega Mikhail e da tre guerrieri ufficiali: la snella e slanciata Bea, il possente Artemi e la saggia Sonya. L'Alpha dei Lunapiena era già accomodata al tavolo delle riunioni nell'enorme ala del palazzo, circondata da Frida, dai suoi fratelli ed i guerrieri ufficiali e, ovviamente, da Jocelyn, che le sedeva accanto. Aveva un'aria spaesata, non sembrava affatto pronta a discutere. Dream le aveva chiesto di non innervosirsi, poiché sarebbe dovuta restare cosciente durante la discussione. Leon dovette sedersi di fronte a Joy, tra Lex e Dream. Osservò bene l'Anima di Lupo con i suoi occhi socchiusi e misteriosi, e ciò fece andare nel panico la ragazzina, che temeva avesse in mente di rivoltarsi contro di lei.

«Dov'è la tua Beta, Hope?», domandò Dream, attirando l'attenzione del cugino.
Se per un secondo Joy si era sentita sollevata dallo sguardo del Ghiaccionero, in quel momento il viso di Hope lampeggiò davanti a lei, anche se non si trovata affatto là. Sussultò, facendo strisciare la sedia contro il pavimento con un cigolio preoccupante. Gli occhi di una decina di persone ricadde su di lei. Iniziò a sudare e a tremare.

Leonel assunse un'aria confusa, prima di tornare a guardare Dream. «Non l'ho vista. Speravo che fosse già qui, ma evidentemente sarà rimasta con mia moglie ed il bambino». Sollevò le enormi spalle e quando poggiò le braccia sul tavolo, Joy sentì il povero ripiano scricchiolare sotto il peso di tutti quei muscoli.

Con tutta se stessa, pregò che Hope non arrivasse mai.

«Ti dispiace se iniziamo?», domandò la sua Alpha con la solita gentilezza.

«Affatto», la rassicurò l'uomo.

Dream si schiarì la voce e usò una mano per colpire il tavolo leggermente. Tutti coloro che si erano distratti tornarono subito composti e attenti. Ciò fece sorridere la donna. «Buonasera, cari amici. Vi ringrazio per essere presenti. Siete stati tutti informati sulle ultime novità, dunque sapete perché siamo qui», annunciò poggiandosi allo schienale. «Purtroppo siamo diventati il bersaglio del Clan delle Ossa Rotte e dell'intero Regno Carminio. Attualmente, non c'è modo di provvedere. I demoni si saranno pure quasi estinti, ma ci ritroviamo a combattere contro la più grande armata della loro razza che si sia mai vista sulla Terra. Il loro Re, Galtur, è un uomo di cui si sa poco, ma non possiamo ritenerlo affidabile. Nonostante ciò siamo obbligati a rispettare i loro termini per garantire la sopravvivenza dei nostri due Branchi. Ghiaccionero, mi spiace avervi trascinato in questa situazione. Sappiate che non era assolutamente mia int-».

«Dacci un taglio, cugina», la fermò Leonel. «Vi avremmo aiutati comunque. Noi Ghiaccionero non abbiamo paura di combattere. Siamo nati per farlo. Vai dritta al punto: cosa ti serve?», domandò, facendogli segno di proseguire con una mano.

Dream balbettò per qualche attimo, poi riprese a parlare. «Durante la Guerra delle Specie i demoni sono stati cacciati e confinati in dimensioni alternative, come il Regno Carminio, che non è più grande di una città. Gli sciamani hanno creato questi mondi per tenerli rinchiusi ed evitare che facciano del male a qualcuno. Dopotutto, la loro è una delle razze più bellicose che esistano. Il problema sarà raggiungere questo mondo, cosa che sarebbe impossibile». Si fermò un attimo. «Loro... sanno che abbiamo il portale. Di sicuro hanno degli esploratori che sono riusciti a scappare dal Regno per estorcere informazioni, osservandoci. Mi vengono i brividi, se penso che siamo stati spiati per mesi, se non anni».

Mikhail alzò una delle esili mani per parlare. «Alpha Dream, mi spiace dovertelo dire così, ma a nome di tutto il Branco Ghiaccionero, credo che il portale dovrebbe essere tenuto al sicuro, non portato nel Regno dei demoni», spiegò lentamente. «È troppo prezioso, unico, oserei dire».

Leonel si grattò la barba. «Siamo stati in grado di crearlo, suppongo che riusciremo a proteggerlo per qualche giorno», lo contraddisse. «Dovessi farlo anche da solo, aiuterò i Lunapiena». Osservò il suo seguito come se stesse attendendo una risposta.

Questa arrivò da Sonya, una ragazza non molto bella ma gentile ed intelligente. «Siamo con te, mio Alpha, questo è scontato. Nonostante ciò, Mikhail non ha torto, il portale è prezioso, se cadesse nelle mani sbagliate potrebbe comportare l'inizio di una nuova guerra, che non potremmo mai vincere. Se vogliamo portarlo con noi, credo che dovremmo usarlo solo per raggiungere la nostra destinazione, poi mandarlo indietro, qui al Branco».

Frida alzò un sopracciglio. «E se i demoni si rivoltano contro di noi? Come faremo a scappare, senza un portale?», chiese con voce ovvia.

Sonya abbassò la testa e al suo posto parlò Bea. «Ciò che dici è giusto, ma dubito che questo accadrà. Loro vogliono l'Anima, per costruire il loro impero, sempre all'interno del Regno Carminio».

«Questa cosa non mi convince», sospirò Irvine, uno dei fratelli di Dream. «Il Clan delle Ossa Rotte ha in mente qualcosa. Che se ne farebbero dell'Anima di Lupo se comunque dovranno rimanere bloccati nel loro mondo? No, secondo me vogliono anche il portale. In questo modo avranno tra le mani due enormi poteri».

Jocelyn si limitò a sussultare ogni volta che la parola "Anima" veniva pronunciata, ma non fiatò.

Lex si passò una mano sulla barba e guardò il cugino Leon. «I demoni saranno anche forti, ma non così intelligenti. Evidentemente questo sciocco re Galtur vuole una moglie degna di lui, niente di più».

Marren, l'Omega dei Lunapiena, era rimasta in silenzio per tutta l'assemblea, ma si decise a parlare, seppur con una vocina flebile e spezzata dalla timidezza. «Concordo con Lex», espresse il suo parere. «Non dobbiamo preoccuparci del portale, solo di Jocelyn». La citata alzò lo sguardo su di lei. «Non voglio offendere nessuno, ma cos'è un oggetto magico al confronto della vita di una ragazzina?», mormorò.

Irvine non sembrava d'accordo. Si voltò verso Dream, alla ricerca di un sostegno. Lei, però, si limitò a battere le unghie sul tavolo e richiamare il silenzio. «Le vostre teorie sono tutte ben fondate e sono sicura che ci torneranno utili, ma la mia era una domanda semplice. Leonel, ci offrirai il portale ed il tuo aiuto?», domandò in fretta. Lui annuì, senza aggiungere altro. «Grazie». Dream poggiò la mano sulla spalla dell'uomo e gli sorrise. «Adesso vorrei passare ad affari più importanti. Vi ricordo che dobbiamo ancora nominare cento persone da portare con noi nel Regno Carminio», fece notare con assoluta tranquillità. Come facesse a mantenere la calma in qualsiasi circostanza restava un mistero.

Frida si alzò, poggiando le mani sul tavolo. «Portami con te, mia Alpha. Ti proteggerò e lotterò fino alla fine, se sarà necessario», la implorò ad occhi chiusi.

«Siediti», le ordinò Dream. La Beta fece come richiesto. «Tu mi servi qui, Frida, che ti piaccia o meno. Quando accompagnerò Joy in quell'inferno, qualcuno dovrà tenere il resto del Branco al sicuro. I demoni hanno esploratori tra le nostre foreste, ma non sappiamo quanti. Se dovessero attaccare, dovrai guidare il Branco nella battaglia», le spiegò.

Frida strinse i pugni. Odiava essere trattata così. «Allora, con permesso, vorrei congedarmi per questa sera». Dream mosse la testa e la sua Beta saltò giù dalla sedia, scomparendo oltre il muro, nel corridoio della reggia.

Leonel ridacchiò. «Irascibile, la ragazza», commentò. Ricevette un'occhiataccia da Dream.
«Leonel, ti posso lasciar portare cinquanta dei tuoi Ghiaccionero, ed io porterò cinquanta Lunapiena», spiegò l'Alpha dopo aver sospirato.

L'uomo alzò una mano. «So già chi portare. Ho lycan pronti, agili, forti e micidiali. Te ne accorgerai tu stessa».

«Lo spero proprio», rispose Dream. «Io convocherò i miei guerrieri ufficiali, due dozzine di Lunapiena fidati e...», non riuscì a completare la frase.

Qualcuno entrò nella sala con il fiatone e si fermò accanto a Jocelyn, sbattendo i pugni sul ripiano di legno. «Voglio partire con voi», esigé con determinazione.
Joy si voltò lentamente. Accanto a lei c'era un ragazzo che conosceva bene.

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