Il risveglio [4]

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La giornata trascorse rapida e ben presto la luna fu alta sul campo Lunapiena e sulle montagne silenziose che lo circondavano. Il canto delle cicale e il frinire dei grilli non riempiva più l'aria come nei mesi estivi e la brezza tiepida non soffiava più tra gli alberi. Il gelo si faceva sempre più intenso, in particolar modo durante la notte, quando il sole scompariva oltre le cime a Sudovest. Le fiamme che illuminavano le strade dall'alto delle loro torce scoppiettavano colpite dal vento e più di una finì per estinguersi.

Finalmente i viali erano tranquilli e lo scalpitio pomeridiano taceva. I feriti dormivano nelle tende, riscaldati da pellicce, fuochi e dalla compagnia dei loro cari, eccetto che per Tatiana.

Dream le aveva fatto visita in tarda serata ma non era stata ben accolta.

La causa di ciò era ovviamente Mikhail, che in sua assenza si era preso la libertà di raccontare qualche sciocchezza alla sua Alpha.

Lei aveva pianto quasi tutta la giornata, calmandosi gradualmente solo dopo aver riabbracciato Viktor. Il neonato era stato portato da lei dalla stessa tata Mila e ora dormiva tra le sue braccia quando la leader Lunapiena era giunta all'infermeria.

Il medico Nichalas non era presente, probabilmente perché aveva preferito lasciare qualche ora di libertà alla donna e a suo figlio.

Mik se ne era andato subito e Tatiana aveva cercato più volte di scacciare Dream, accusandola a sua volta di essere, seppur indirettamente, l'artefice della morte di suo marito.

La giovane Alpha aveva cercato di persuaderla a cambiare idea ma ciò era servito a ben poco. La questione aveva addirittura finito per peggiorarsi.

«Collaborare con te, offrirti i miei guerrieri, mangiare alla tua tavola... è una cosa che non potrò più fare», le aveva spiegato cullando il suo bambino e accarezzando i pochi ciuffi corvini sulla sua nuca, «Tu sei quella che capisce meglio il mio stato d'animo attuale, quindi spero vivamente che non vorrai insistere». Aveva tirato un lungo sospiro prima di continuare. «Il portale è stato riparato e ora funziona perfettamente. Intendo seguire il consiglio del mio Omega, farò ritirare il mio Branco nelle sue terre. Voglio sciogliere la nostra alleanza e tagliare qualsiasi rapporto con i Lunapiena. Mikhail mi ha consigliato di dichiararvi guerra ma questo non mi ridarà il mio amato. Non ti odio, Dream Hunter, ma non posso neanche guardarti con gli stessi occhi di prima. Non verrà versata più alcuna goccia di sangue Ghiaccionero in questo posto o nelle tue battaglie».

Dream aveva insistito, facendo aggravare l'umore di Tatiana ancor di più. Le chiese di attendere, perlomeno per il tempo necessario a scoprire chi l'avesse quasi uccisa e, quindi, quale fosse il nome e l'identità generale del traditore che aveva causato lo scontro nel Regno Carminio e, dunque, la morte dell'Alpha Leonel.

«Non voglio vendetta e oramai non credo che sarà possibile fare giustizia. Se ricorderò il volto del mio aggressore, mi assicurerò personalmente di porre fine alla sua vita. Il resto non ti riguarda più», spiegò.

Dream allora aveva osservato il viso del bambino che riposava sul petto della madre ferita e aveva sospirato. Nelle sue vene scorreva non solo sangue Kazakov ma anche Turbin ed Hunter. Faceva parte della famiglia e ne era il discendente più giovane ma non avrebbe mai potuto ricongiungersi con i suoi parenti e ereditare nulla da loro se non il cognome.

Scoraggiata e a testa bassa, non aveva potuto fare altro che rimuginarvi sopra a lungo mentre tornava alla sua dimora. Una volta giunta alle porte, le aprì e sospirò. Una raffica di vento improvviso la fece rabbrividire e la spronò ad allontanarsi dall'ingresso. Sbadigliò coprendosi le labbra e si diresse verso il corridoio del piano superiore, dove si trovavano le camere. Salì le scale e si ritrovò di fronte Selestial, coperta da un pigiama ricamato con pelli e da una vestaglia molto lunga.

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