La rivalsa [5]

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I mobili accostati alla porta si mossero e caddero ad ogni nuovo colpo.

I demoni non possedevano arieti di guerra, ma accalcandosi contro la porta sarebbero di sicuro riusciti nel loro intento. Le loro voci furiose di udivano rimbombare in ogni angolo dell'edificio.

Jocelyn si spostò verso destra, avvicinandosi un po' di più a Dervyne.

"Se dovessero entrare, sarebbe la fine!", pensò guardandosi attorno, "Qui sono pochi quelli in grado di combattere. Per la maggior parte si tratta di feriti, anziani, bambini o donne in gravidanza. Dobbiamo difenderli..."

Mentre lei escogitava un piano per respingere l'assedio, gli altri parvero semplicemente perdere il controllo e andare nel panico.

Vyn e Alois si scambiarono uno sguardo d'intesa, poi il ragazzo afferrò con non troppa forza il braccio di Jocelyn.

«Dobbiamo andare via di qui, è troppo pericoloso! Cominciate ad andare, cercherò di portare come anche Denirah, Silas e Jason...», affermò, come sempre in maniera altruista e mai egoistica.

Joy scosse la testa e si liberò dalla sua presa.

«Mai e poi mai! Non permetterò che accada qualcosa a tutti gli altri! Dobbiamo occuparcene qui e adesso!», si ostinò a dire.

Al sembrò angosciata.

«Cosa pensi di fare? Uscire e chiedere ai demoni di tornare da dove sono venuti? Magari, se glielo domandi gentilmente, potrebbero accettare». Il sarcasmo nella sua voce fu tanto evidente che non fu necessario controbattere.

Joy si voltò verso Vyn.

«Fai un rapido giro per la sala, torna qui con tutti i combattenti che riesci a trovare», gli chiese, «e tu, Alois», continuò dopo, rivolgendosi all'amica, «fa' in modo che tutti gli altri si spostino dall'altro lato della sala».

La ragazza non trattenne un amaro sorriso

«Non funzionerà mai. Sono troppo spaventati persino per ascoltarmi, non udiranno neanche la mia voce», ammise con tristezza.

«Allora urla, trascinali!», si spazientì la giovane Anima di Lupo, «O meglio: dì loro che Dream è qui ed è da lei che proviene l'ordine», azzardò.

Dervyne sospirò.

«Quindi dovremmo mentire?», mormorò. Pian piano si arrese a quell'idea.

Joy respirò a fondo.

«Certe volte una menzogna può essere d'aiuto. Non amo ingannare le persone ma questa volta ne avremo bisogno», concluse.

A quella sua affermazione, entrambi le risposero con un sonoro "Va bene" e corsero ai lati opposti della sala. Neanche dieci secondi dopo molti lycan si radunarono di fronte alla porta, mentre gli altri, in grande vocio di "Dream è qui! L'Alpha è venuta a salvarci! La guerra sta per finire!", si spostarono sul fondo dell'edificio.

Joy si tramutò a sua volta nella forma ferale e si preparò a guidare il gruppo. Nella confusione del momento, magari, avrebbero potuto scambiarla per Dream o Frida, sostenendo quindi il suo gioco.

Nessuno infatti sembrò notare l'assenza della leader e molti, alle sue spalla, esclamarono "Alpha! Alpha!"

Tutto ciò lasciò Jocelyn abbastanza confusa. Di certo la sua pelliccia non assomigliava a quella Dream, né la sua stazza. Decise però di non voltarsi, per evitare di scatenare l'ira di alcuni.

"Jocelyn", la chiamò qualcuno. La voce era femminile, stanca ma determinata.

Questa volta la giovane fu costretta a voltarsi in direzione del richiamo. Restò sbalordita quando, in effetti, si ritrovò di fronte ad un'Alpha. La sua pelliccia era corta e nera, le sue iridi di un profondo celeste. Per un attimo, pensò si trattasse sul serio di Dream ma, una volta osservata meglio, poté riconoscere l'alleata.

"Alpha Tatiana? Cosa ci fai qui? Dovresti riposarti, non ti sei ancora ripresa del tutto..."

"Quando avrai una tua famiglia, ti sorprenderai di come tutto cambierà. Quando qualcuno a cui tieni è in pericolo, trovi facilmente la forza di combattere", si spiegò la donna, camminando fino a giungere al suo fianco, "I demoni hanno già ucciso mio marito. Non gli permetterò di portarmi via anche mio figlio, né chiunque altro".

Joy ammirò il coraggio di Tatiana: era la forza di una madre.

"Sono davvero spiacente per la tua perdita. Continuo a ripetermi che avrei potuto fare qualcosa per evitarlo...", ci tenne ad informarla.

Tatiana non le rivolse neppure uno sguardo, tenendo questo fisso sulla porta e sui lycan che si gettarono contro di essa per respingere i demoni, che sarebbero entrati nella sala a breve.

Molti maghi lanciarono incantesimi difensivi contro la porta, ma essi furono annullati da altre magie, evocate dall'esterno.

"Non ho intenzione di perdere tempo piangendo sul latte versato. Uccidere i nostri nemici non mi ridarà Leonel ma eviterà che altre vite vengano mietute a causa dell'egoismo di un re". Seguì un silenzio quasi imbarazzante, ma che durò poco. "Hai avuto una bella idea, Jocelyn. Sapevi che la presenza di Dream avrebbe convinto molte più persone... una mossa astuta. Permettimi di informare Dream quando questo sarà tutto finito, sono sicura che le farà piacere", sussurrò la lupa corvina.

"Dici sul serio?", domandò la più giovane. Non aveva pensato a ciò che avrebbe conseguito la sua scelta.

"Ti sei comportata coraggiosamente. Come... come un'Alpha. Per questo voglio parlarne con lei. Voglio essere sicura che noti la tua dedizione... e ti nomini sua erede", rivelò.

Erede. Quella parola rimbombò nella testa di Jocelyn. Poteva davvero esserlo? In futuro, in quel caso, avrebbe dovuto gestire un intero branco. Lottare per difenderlo. Assumersi ogni responsabilità. Avrebbe dovuto nominare un Beta, un Omega e un gruppo di guerrieri ufficiali. Sarebbe stata un'impresa... una sfida che sarebbe potuta finire con un disastro.

Jocelyn non era pronta. Si preparò per esporre i suoi dubbi a Tatiana ma ricordò di ritrovarsi al centro di un assedio solo dopo che la porta crollò di fronte a lei. A quel punto si sentì spingere da tutti i lati. I lycan in grado di combattere, tra cui alcuni troppo vecchi o troppo giovani, o magari coperti di bende e ferite, si lanciarono all'attacco.

Qualche metro più in alto, luci di incantesimi si fecero battaglia esplodendo in vortici di ghiaccio o di fuoco. Le saette quasi causarono un incendio, che però venne subito spento con un getto d'acqua grazie ad un anziano Lunapiena che provvide immediatamente. Fu allora che la vera guerra iniziò.

Joy girò con fatica la testa verso sinistra, in cerca di Tatiana, ma non la vide più al suo fianco.

La nuova Alpha, ormai vedova e unico genitore di un bambino troppo piccolo per comprendere ciò che stava accadendo dall'altro lato della sala, era subito scattata in avanti e stava combattendo con ogni sua forza.

Ghiaccionero e Lunapiena le corsero dietro, ululando il suo nome e quello dei rispettivi Branchi, giurando vendetta e mettendo tutto il loro animo e il loro corpo nello scontro.

Da qualche parte, la ragazza fu in grado di riconoscere anche le voci di Dervyne ed Alois, finalmente di ritorno. A quel punto anche lei si gettò a capofitto nella mischia.

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