La lista [3]

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«Jason!», urlò Dream, furiosa. «Chi ti ha dato il permesso di entrare?!?».
In quel momento Frida riapparve sulla porta, sembrava stanca. «Perdonami, Alpha... ho cercato di fermarlo, ma questo stupido mi ha lanciato contro un incantesimo congelante!», disse scuotendo le gambe. Sull'estremità dei pantaloni della divisa si potevano notare tracce di ghiaccio non ancora sciolte.

Dream si alzò lentamente dalla sedia e guardò J dritto negli occhi. Leonel sembrava affranto. «Dovresti insegnare le buone maniere ai tuoi lycan, mia cara cugina», ringhiò.

L'Alpha Lunapiena sembrava sul punto di esplodere. «Pretendi di partire con noi dopo esserti comportato così? Dovrei farti rinchiudere in una cella, o esiliarti per una settimana», gli gridò contro.

Jason indietreggiò, rendendosi conto di cosa aveva combinato. «Sappiamo tutti che Jocelyn ha bisogno di me. Se non fossi arrivato adesso a chiedervelo, non mi avreste mai ascoltato!», spiegò ad alta voce.

Jocelyn lo fissò sorpresa. «Scusami?», lo chiamò quasi divertita. «Non ho bisogno di te, Jason. Il Branco sì, invece». I due Alpha la guardarono fieri.

Jason sembrava disorientato. «Ma... hai detto che avresti scelto tu qualcuno da portare con te», boccheggiò.

«Ma non ho mai fatto il tuo nome», sibilò Jocelyn.

Dream alzò le spalle. «Molto bene. Immagino che possiamo chiudere qui questa discussione. Frida, fammi il favore di scortare Jason fino a-».

«No!», si ribellò lui, sicuro come non mai. «Alpha, io devo venire con voi».

«Disobbedisci agli ordini della tua leader? Se fossi stato un Ghiaccionero ti avrei già gettato nella tundra a morire di freddo», alzò la voce Leon.

Jason deglutì. «So che non sono mai stato bravo a seguire le regole, ma vi chiedo di capirmi. Neanche da umano ho avuto molti amici, ma qui ho conosciuto Jocelyn. Lei è sempre stata l'unica in grado di consolarmi ed incoraggiarmi quando ne ho avuto bisogno. Senza di lei sarei stato ucciso due anni fa, dall'ultimo Zanna Rossa», si fermò per guardare Joy. «È la mia migliore amica. Io le voglio bene e voglio starle accanto finché mi sarà possibile. Per favore, fatemi venire con voi. Non sono ancora pronto a dirle addio». Pronunciò quest'ultima frase con un tono talmente addolorato che persino Dream fu costretta a sedersi per riflettere.

Joy alzò gli occhi su di lui. «Jason...», mormorò.

L'Alpha posò lo sguardo su di lei. «Lascerò a te la scelta, Joy», disse tutto d'un fiato. «Vuoi che venga con te?», chiese.

La ragazza si avvicinò istintivamente a Jason. Lo guardò, si perse nei suoi occhi verde smeraldo, studiò il suo viso e poi osservò le facce di tutti coloro che la circondavano. Dream era in attesa, elegante come sempre, composta e maestosa; Lo sguardo di Leonel la intimidiva. Sembrava ferocemente curioso e le sue folte sopracciglia erano tese verso il basso, le labbra nascoste dai baffoni; Frida, ferma all'ingresso, ancora dondolava le gambe bagnate dal ghiaccio. Era nervosa, certamente inquieta. Tutti gli altri erano, come loro, in silenzio, ansiosi e spossati. La situazione del momento era critica, ma riguardava principalmente Jocelyn.

Provò a domandarsi quanti di loro le servissero realmente durante le brevi giornate precedenti al matrimonio. I due Alpha potevano difenderla e riportarla a casa se fosse avvenuto qualcosa di spiacevole, i guerrieri ufficiali erano necessari alla spedizione ed i consiglieri non erano da meno. Conosceva a stento alcune persone e ignorava totalmente il resto di quelle, ma non era compito suo proibire o consentire la loro partecipazione al viaggio. La domanda era una, semplice e chiara. Joy squadrò di nuovo Jason, che restava immobile e col cuore in gola al suo cospetto. Aveva interrotto un momento sacro per il Branco, una riunione a cui non gli era permesso partecipare e come se non bastasse aveva anche attaccato la Beta del suo Branco per assistere. Non era stato né gentile, né educato. Meritava davvero di passare una settimana d'esilio, di essere punito come meritava, non solo per il suo comportamento sgarbato, ma anche per tutto ciò che aveva combinato in passato.

Ricordò il momento in cui Dream aveva quasi abbassato la spada dei Lunapiena sul collo del giovane mago, quando era stato nominato traditore. Quel giorno Jocelyn aveva quasi perso il suo migliore amico, che non le aveva mai voltato le spalle e si era dimostrato pronto a morire per lei, anziché darle la colpa.

Questo pensiero fece rabbrividire le ragazza. Se fosse partita senza di lui, nessuno gli avrebbe proibito di cacciarsi nei guai e nessuno l'avrebbe salvato in seguito. Questa volta non si trattava della sua incolumità, ma di quella di J. Lasciarlo da solo significava abbandonarlo a se stesso e al resto del Branco, a cui di sicuro non stava molto simpatico. Joy sarebbe morta di sicuro, ma non voleva trascinare Jason con lei. Per quanto rancore serbasse nei suoi confronti, lui era il suo migliore amico, la persone alla quale ormai teneva di più. L'unico che riuscisse davvero a capirla e che avesse il coraggio di prender parte alle sue stravaganti idee, come quando avevano cercato di smascherare l'ultimo Zanna Rossa. J non si era mai tirato indietro, né si era lamentato dei rischi che aveva attraversato. Aveva sopportato ogni cosa in silenzio, fedele e leale, come ogni vero amico dovrebbe essere. E adesso era lì, in piedi accanto a lei, e la implorava con lo sguardo di non abbandonarlo per sempre. Non in quel momento.

Joy cedette, incapace di sostenere la vista di quella scena. «Sì», soffiò piano. «Lasciatelo partecipare al viaggio...», disse a bassa voce.

J sorrise come mai aveva fatto prima: gli angoli delle sue labbra si tirarono fino all'orecchio e il ragazzo si fiondò su Jocelyn. «Grazie!», singhiozzò contro il suo collo mentre lei passava delicatamente una mano sulla sua schiena. «Ti proteggerò, lo prometto. Sempre e da chiunque», le giurò lui.

«Sempre», bisbigliò Joy a se stessa. Non aveva idea di quanto sarebbe durato il suo "sempre", non più di un anno, poco ma sicuro.

Dream si alzò, infilò una mano nel colletto della divisa di Jason e lo tirò indietro. «Non cantare vittoria. Verrai con noi, ma ti occuperai del cibo e della pulizia alla fortezza del Re», lo avvertì poco d'accordo con la scelta di Jocelyn.

J annuì rapidamente. «Ne sarò onorato», sorrise di nuovo.

Joy si sentiva debole e triste, ma riappacificarsi con il suo maghetto preferito le fece molto piacere.

Leon picchiettò i piedi a terra per qualche momento. «Non posso dire di esserne contento, ma tanto vale proseguire con la riunione. Tu... Jason, giusto?». Con una delle sue enormi mani indicò il ragazzo. «Aspettaci fuori adesso. Reputati fortunato per questa volta».

Il ragazzo fece due passi indietro. «Ti aspetterò alle scale», enunciò in direzione della sua amica, prima di congedarsi. Voltò le spalle e scomparve nel corridoio, seguito dalla furiosa Frida, che probabilmente lo colpì con un calcio, talmente era arrabbiata.

Jocelyn non sembrava più vista di buon occhio dalla maggior parte dei partecipanti alla riunione. Specialmente i Ghiaccionero, la osservavano contrariati e non più molto propensi ad aiutare i Lunapiena.

«Il danno è fatto». Dream tornò seduta all'estremità del tavolo. Si scambiò uno sguardo d'intesa con sua sorella Marren, che posò sul tavolo una pergamena bianca, inchiostro e calamaio che aveva preso poco prima da uno degli scaffali della sala. «Dunque», esclamò l'Alpha. «Hai scelto la prima persona che formerà il tuo seguito, Joy. Nominane altri e Marren prenderà nota».

Per la prima volta, quel giorno Joy sorrise. «Alois Elleè, Silas Hood...», ed il suo elenco iniziò.

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