L'incubo [4]

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La marcia proseguì lenta e, quando tutti i lupi arrivarono all'ingresso del villaggio, questo risultò essere del tutto vuoto. Lo spiazzo libero dagli alberi oltre la porta principale era deserto e silenzioso e questo fece infuriare Dream, che avanzò fin sotto l'arco d'ingresso con le zanne in vista.

"Non è possibile! Dove sono finiti?", domandò incredula.

Frida si guardò attorno ancor più stupita. "Impossibile... impossibile! Erano qui, li ho visti! Almeno un centinaio di guerrieri!", esclamò.

Mikhail la affiancò e si avvicinò con cautela alla vegetazione ma non trovò nessuno neanche nel bosco.

La Beta osservò sconvolta. "Devono essersi ritirati...", ipotizzò.

"I demoni sono troppo orgogliosi per ritirarsi. Sento il loro odore... sono qui, da qualche parte. Branco, tenetevi pronti all'attacco!", alzò la voce infine. Fece per tornare al suo posto ma un lugubre grido le fece rizzare la pelliccia. Proveniva dall'interno del campo.

Alcuni lycan, quelli sulla retroguardia, ulularono e guairono. Ringhi e ruggiti fecero tremare ogni presente.

Jocelyn si sentì congelare dalla paura. I demoni avevano di certo approfittato del ritardo d'arrivo del gruppo, che aveva perso tempo nel tentativo di discutere e radunare altri guerrieri. Ciò era costato loro la possibilità di un attacco alle spalle che, infatti, si era verificato.

"Dozzine di lupi sono laggiù, e stanno morendo...", pensò inorridita facendo pressione contro altri licantropi nel tentativo di spingerli a correre a lottare per difendere i loro alleati, ma l'intera armata era paralizzata dallo stupore.

Adesso l'Alpha, insieme al resto dei migliori componenti dei branchi, si trovavano fuori dal campo, mentre i più impreparati venivano assaliti di colpo, senza avere a disposizione un momento per reagire o il giusto spazio per difendersi e riprendere fiato.

Una lingua di fuoco guizzò nel cielo ed esplose in un fulmine luccicante, accompagnato da un grido simile al rombo del tuono che accompagnò il lampo.

Joy riconobbe in quel grido la voce di Jason e lasciò la mascella penzoloni, con i denti che le dolevano per l'aria gelida e le zampe infastidite dal terreno umile che rendeva il suolo scivoloso.

"Dobbiamo andare da loro!", gridò. Non si fece scrupoli a dare qualche spallata per poter passare.

Alois latrò e le andò alle calcagna, seguendola disperata. "Silas!", gridava mentre i suoi occhi cambiavano colore per l'angoscia del momento.

In quel momento le file si ruppero e scoppiò il panico generale. Grandi gruppi di lycan, per la maggior parte Ghiaccionero, corsero a ripararsi nella foresta, con la coda fra le zampe, mentre il resto correva a rifugiarsi o a combattere all'interno del villaggio.

Dream tentò inutilmente di riportare l'ordine. "Fermi! Fermatevi! Dobbiamo restare uniti!", urlò scoraggiata. Le sue richieste furono vane e nessuno parve ascoltarle.

Persino Mikhail perse di colpo tutte le sue speranze. "Siamo perduti...", mugugnò spaurito, lasciandosi cadere a terra, con la testa abbandonata sulle zampe.

Frida si sbrigò a raggiungerlo e colpirlo con una zampata all'orecchio. "Torna in piedi, sciocco! Abbiamo una guerra da vincere!", ringhiò prima di lanciare un'occhiata alla sua Alpha e correre dentro il villaggio.

Alcuni demoni stavano tornando all'arco di ingresso per stringere l'esercito lycan in un cerchio mortale, così la Beta se ne ritrovò qualcuno di fronte. Attaccò a destra e a manca, atterrando e uccidendo nemici a più non posso.

Jocelyn rimase bloccata nella folla, che veniva stretta sempre di più. "Jason!", urlava, "Silas!"

Alois, alle sue spalle, era scomparsa, sommersa dai lycan qualche passo più indietro.

Attorno a lei decine e decine di suoi alleati combattevano per non essere soffocati, alzandosi sulle zampe posteriori e schiacciando i meno fortunati, troppo bassi e piccoli per restare a galla. Pian piano, molti svennero o morirono.

Joy trattenne un grido d'orrore quando per sbaglio calpestò la spalla del corpo senza vita di Caleb, un grande e grosso lycan che anni prima era stato inviato tra i primi quattro ad attirare i Discendenti draculiani fuori dalle loro mura per poterli sconfiggere.

Joy saltò di lato, spintonando accidentalmente una lupa che inciampò ed innescò un effetto domino, che andò a terminare con la caduta di un terzo lycan, proprio sui piedi di un demone.

Fu allora che Joy si sentì in colpa e comprese di essere quasi riuscita ad arrivare alle ultime file. Chiuse gli occhi e si mosse in avanti. Si ritrovò schiacciata tra due cacciatori, uno di loro venne afferrato e strattonato da un soldato di Galtur. In quel momento la ragazza ne approfittò e si lanciò in avanti, riuscendo a fuggire dalla matassa di lupi.

Una demone le sbarrò la strada e la lupa sentì i denti dolerle quando colpì con essi l'asta della sua lancia. La nemica roteò l'arma, che scavò una ferita superficiale dietro l'orecchio della lycan.

Lei poté sentire l'adrenalina scorrerle in corpo, annientando qualsiasi dolore e dandole la spinta per combattere. Per prima cosa si piegò e azzannò la gamba della rivale, che torse fino a farla cadere al suolo. Lo spazio ristretto stavolta fu per lei un vantaggio, infatti la demone picchiò la testa contro il tronco robusto di un albero vicino.

Jocelyn mollò la gamba e morse con tutte le sue forze la guerriera all'addome. La sollevò in aria e la lancia si spezzò contro il fusto dell'albero. Cominciò a sballottarla in ogni direzione. Il sangue putrido tipico dei vampiri la costrinse ad aprire le fauci e respirare dalla bocca anziché dal naso, per evitare di sorbire il fetido odore del liquido vitale e della carne calda che aveva morso. I suoi occhi lacrimarono per il disgusto, ma quando la demone cadde a terra la vita l'aveva già lasciata.

Jocelyn tossì e sputò, poi si decise a muoversi e trottò verso le ultime file. Riuscì ad aprire bene gli occhi ma lasciò la lingua penzoloni, inorridita come se avesse appena masticato una cimice verde. Scosse la testa e la sua vista si fece meno opaca. Le sue zampe si inchiodarono al suolo quando sfiorò una barriera magica. La cupola azzurra copriva uno spazio di circa tre metri quadrati in tutto, in fondo alla retroguardia. Al suo interno v'erano due ragazzi. Uno era a terra e si teneva una mano sulla gola, contorcendosi per il dolore. I suoi ciuffi castani erano macchiati di terriccio e sangue.

Quando Jocelyn riconobbe in lui un amico, abbaiò spaventata.

"Silas!!!", gridò.

Sil era stato morso e, adesso, il veleno demoniaco scorreva nelle sue vene. Nonostante fosse meno potente e rapido di quello dei draculiani, le possibilità di sopravvivere ad un morso simile erano drasticamente basse, per questo Hope si vantava spesso di non aver perso la vita, arrivando persino a convincere se stessa e gli altri di essere l'unica e sola Anima di Lupo.

Accanto a Silas, Jason teneva un braccio alto sopra la testa e manteneva stabile la cupola protettiva. Nessuno dei due poté udirla ma lei riuscì a notare un demone intento a perforare la barriera con la sua lama. La punta della lancia riusciva perfettamente a scalfire, a intermittenza, la superficie magica.

Jason era ferito al fianco, anche abbastanza gravemente, e dunque non riusciva a usare più di tanta energia per difendersi. Il suo viso era sconvolto e scavato dalla paura.

Il demone riuscì a distruggere l'enorme scudo. Grandi pezzi composti da un materiale simile al vetro caddero a terra, rovinandosi ed esplodendo in altri mille pezzi, per poi dissolversi in una nube bluastra.

Il giovane mago sembrò soffrirne e cadde al suolo, accanto a Silas.

Il demone si avvicinava minacciosamente a lui, con un ghigno sulle labbra.

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