Il sacrificio [2]

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Il gruppo fu lasciato tra le mani dei guerrieri ufficiali di Leonel e in quelle di Elanie, di cui Dream si era sempre fidata. Il portale fu nascosto nella vecchia capanna degli attrezzi e quindici guerrieri circondarono l'area per difenderlo. Avrebbero potuto attirare l'attenzione ma non poteva restare privo di sorveglianza.

I due Alpha, l'Anima di Lupo e la regina in esilio si munirono di una borsa di cuoio offerta da uno dei loro soldati e percorsero a piedi una grande porzione di regno, senza usare il portale per non diminuire ancora di più la sua potenza e arrivando addirittura ai quartieri della zona Sud.

Tredos, druido morto per mano di Dervyne nonché uno degli esponenti del Clan delle Ossa Rotte, possedeva una discreta residenza a meridione. A vederla da fuori non sarebbe mai sembrata la casa di un uomo così importante: non era altro che un mucchio di mattoni bianchi, privo di qualsiasi finestra e con una minuscola porta di rovospettro in cima a dei gradini. All'interno però era molto più grande di quello che sembrava.

Il piano terra era arredato come una comune casa del volgo ma Less condusse i lycan giù in una botola segreta sotto il tavolo.

Quando si furono ritrovati nella stanza degli esperimenti, Joy fu costretta a deglutire per lo stupore.

La camera era scura e buia, anche dopo che la demone provvide ad accendere tutte le torce, le candele e i candelabri presenti, e nella penombra erano distinguibili le forme dei macchinari di tortura di cui Tredos si era servito in vita, alcuni dei quali... ospitavano ancora delle ossa. L'odore respirabile era quello di sangue e carne putrida, mischiato al fetore di altri ingredienti come veleni, fiori selvatici di palude, fango e molto altro. Il tavolo dove il mago teneva le sue agende di lavoro e l'elenco delle sue prede, ancora da completare, era pulito e ordinato come gli scaffali e i bauli sparsi nella stanza, ciò significava che non era passato molto tempo dall'ultima volta che il crudele Tredos era stato lì sotto.

L'insieme di tutto questo ricordò subito a Jocelyn le sembianze della camera delle torture del vecchio campo Lunapiena, appena sopra la prigione.

"A parte la presenza di queste orribili macchine del dolore si tratta di tutta un'altra storia. La stanza delle torture dei Lunapiena era ormai in disuso da parecchi anni, Dream non se ne serviva mai e sono certa che sia felice che sia stata distrutta, seppur con il resto del campo", rifletté però.

Selestial si spostò nella camera, si sedette alla sedia del druido e rovistò tra i cassetti della scrivania, riuscendo infine a trovare una chiave arrugginita e grigia.

«Quell'idiota non si è mai preoccupato di nasconderla, ha sempre creduto che la botola fosse impossibile da trovare».

Rigirò la chiave tra le dita e si alzò, andando dall'altro lato della camera. Si inginocchiò di fronte ad un baule e sollevò le spalle.

«Galtur mi portò qui una volta. Il mago voleva mostrarci una sua nuova invenzione... una specie di intruglio esplosivo. Bah, non riuscì neanche a farlo funzionare e soprattutto non si preoccupò di "pulire" la stanza prima di ospitarci. Ricordo che però c'erano dei corpi...», si perse nel ricordo, disgustata.

Quando tornò alla realtà infilò la chiave nella serratura e la ruotò. Si sentì uno schiocco metallico e un cigolio. Less sollevò la chiusura del baule e sorrise.

«Ecco qui. Guardate pure, come avevo promesso», indietreggiò per lasciare spazio agli altri.

Jocelyn non resistette e si sporse per guardare. Nel baule riposavano le ultime gemme magiche di scorta del Regno Carminio, perfettamente uguali a quella del portale, ma di colore viola e decisamente meno brillanti. Non potevano essere più di una cinquantina.

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