La convocazione [1]

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Attenzione: La storia è attualmente in revisione. Mi scuso per eventuali fastidi.

Storia pubblicata in data 01/01/2017 e conclusa in data 12/03/2018. Tutti i diritti sono riservati. Qualsiasi copia o modifica - totale o parziale - dei contenuti è vietata e perseguibile legalmente.

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L'ennesima foglia dalle sfumature arancioni e cremisi cadde da uno degli alberi posti lungo il viale, adagiandosi lentamente sul ciglio della strada. Altre foglie la seguirono, compiendo un percorso quasi identico. Una raggiunse la strada e una macchina, sfrecciando via, la sfiorò facendola sollevare e danzare nell'aria ancora per qualche secondo, finché non si appoggiò su uno stivale nero dai lacci stretti.

La ragazza alla quale apparteneva la scarpa si chinò con poca grazia a raccogliere la foglia. Il movimento era stato reso piuttosto goffo da un giubbotto dello stesso colore degli stivali, lucente e nuovo di zecca. La giovane si rigirò il piccolo stelo ligneo tra le dita, osservandone la composizione così come se non ne avesse mai visto uno prima d'allora. Si ritirò indietro e sospirò.

«Non c'era bisogno che Dream ci fornisse degli abiti nuovi. Saremmo potuti rimanere nascosti con le nostre solite tute e le avremmo risparmiato anche il problema di procurarseli», si lamentò sentendosi quasi in colpa.

Alle sue spalle la mano di un ragazzo afferrò la barriera di metallo del marciapiede al quale era appoggiata l'amica e, senza scrupoli, usò l'altra per scostare una ciocca di capelli mori dalle sue spalle, tirando fuori dal colletto un lembo della divisa della ragazza.

«Dimentichi, Jocelyn? Ormai sei la cocca dell'Alpha. Per te comprerebbe decine di abiti nuovi», la schernì con il suo solito sorrisetto, «e non nascondo di esserne un tantino invidioso».

Jocelyn tossì una risata e lasciò andare la foglia, che volteggiò di nuovo, finendo in un prato umido di pioggia. «Secondo me è già tanto se ci ha accordato il permesso di venire qua. Sappiamo entrambi quanto sia rischioso».

Il ragazzetto accanto a lei sbuffò. «Non darti troppe colpe. Se la mia famiglia vivesse qui, anch'io avrei fatto di tutto per rivederla. Almeno un'ultima volta. E dopo tutto quello che hai fatto per Dream due anni fa, questa concessione te la meritavi proprio», la rassicurò, ma provocò solo una reazione inversa.

La ragazza abbassò la testa. Erano passati due anni da quando la sua nuova vita era iniziata. Era stata morsa da un licantropo dopo essersi persa nella foresta, diventando lei stessa una lycan, e non una normale lupetta: era l'Anima di Lupo, un'entità donata di straordinari poteri. E come se non bastasse, quel licantropo che l'aveva strappata dalla città si era rivelato essere Arcan, un guerriero formidabile e pieno di segreti, che aveva tramutato la migliore amica di Jocelyn, Serena, in una draculiana. Come avesse fatto, ormai, era semplice capirlo: Arcan era l'ultimo Zanna Rossa, un ibrido tra tutte le specie esistenti capace di trasformarsi in umano, licantropo o vampiro a suo piacere. Arcan aveva attaccato il Branco di Jocelyn e lei, per salvare il suo popolo e la sua Alpha, l'aveva combattuto e ucciso con l'aiuto del suo nuovo amico Jason, che adesso la affiancava sul marciapiede. Era incredibile pensare che tutto ciò fosse la realtà. Sembrava la trama di un nuovo film d'azione, più che la storia di una comune adolescente.

«Non so neanche come hai fatto a convincermi a portarti con me», brontolò Jocelyn. Con un rapido passo si allontanò nervosa dalla barriera.

Jason alzò gli occhi al cielo. «Considerami la tua guardia del corpo», esclamò. Con gli occhi ispezionò la strada e l'edificio che si trovava davanti a loro. Era una scuola. Una normalissima scuola frequentata da normalissima gente: tutto ciò che Joy desiderava per se stessa. «Sicura che sia questo il posto?», le domandò pensieroso.

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