Il sacrificio [3]

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Galtur sorrideva diabolico e se ne stava fermo ad attendere, con in mano una lancia alta quanto lui dalla punta quasi di sicuro avvelenata e affilata come un rasoio. Non aveva armature addosso, solo dei pantaloni verdi e una camicia sbottonata bianca e sudata con la quale aveva di certo dormito anche se per poco.

«Ce ne avete messo di tempo, ma alla fine siete arrivati dritti nella tagliola», ridacchiò e mentre lo faceva le sue spalle vennero scosse da un brivido.

Dream serrò i denti prima di rispondere. «Il Re in persona... come immaginavo».

Lui lanciò un'occhiata alle sue spalle, notando anche la presenza di Leonel e Jocelyn. «Allora ci siete proprio tutti. Allontanare i membri più importanti del branco dal resto del gruppo è stata una pessima idea». Sbadigliò e fece oscillare la lancia. «Peccato, però. Non mi sarebbe affatto dispiaciuto sposare l'Anima di Lupo. Sempre ammesso che tu lo sia veramente. Non ci hai neanche sentiti arrivare...», mise su una faccia dispiaciuta ma recitata.

Jocelyn sentì ribollire l'istinto del lupo dentro di sé e ciò la spinse a rivelarsi del tutto, mentre Selestial si nascondeva in un angolo buio della casa.

«Non ti aspetterai che io ci creda davvero. Mi avresti solo sopportata il tempo necessario per rubare il portale e poi mi avresti riservato lo stesso trattamento della tua vera moglie», lo accusò. «Hai escogitato un trucco anche per ingannare i miei sensi da Anima. Se così non fosse avrei capito che ci stavate seguendo!».

L'uomo rise ancor di più. «Non vi stavamo affatto seguendo. Sapevamo già dove vi sareste diretti, anche se mi sorprende che abbiate trovato il posto giusto così in fretta. Eppure... sì, un trucco in realtà l'ho usato, ma solo grazie alla tua gentile collaborazione», rivelò.

Dream e Leonel squadrarono sbigottiti la guerriera, che arrossì.

«Cosa... cosa intendi dire? Non mi è mai saltato in mente di aiutarti!», chiese delle spiegazioni.

«Ricordi il dolce sapore di tutti quei bicchieri di estratto di rovospettro?». Galtur picchiò il suolo con la parte inferiore della lancia di legno, facendola schioccare. «Non c'è rimedio migliore dell'alcol per sciogliere la lingua di qualcuno. Eri talmente brilla da rivelarmi una grande debolezza dei lycan: il loro incredibile senso delle emozioni». Fermò il ritmo regolare preso dall'incontro tra la pietra della strada e l'arma lignea e piegò la testa, tornando serio. «Voi grossi cani tendete a esagerare i vostri sentimenti. Se avete paura vi sentite terrorizzati, se siete felici vorreste fare i salti di gioia...», elencò guardando il cielo. «Per cui mi è bastato farvi prendere un bello spavento per costringervi a non pensare ad altro. Specialmente a te, Anima di Lupo. Eri talmente preoccupata per il portale da non osservare ciò che ti circondava», finì.

Joy restò attonita. «Preoccupata per il portale?», ripeté.

Lui abbassò il viso e alzò un sopracciglio, con un debole sorriso in volto. «L'amuleto si è rotto quando il tuo amico mago si è teletrasportato al vostro rifugio, uhm?».

Dream intervenne sconcertata. «Che diamine ne sai tu di cosa è accaduto all'amuleto?», domandò con rabbia.

Galtur sollevò le spalle. Le guardie dietro di lui ridacchiarono. «Quando i vostri uomini hanno invaso l'armeria sono stato costretto a privarmi della mia sorveglianza. Non potevo di certo lasciare che qualcuno entrasse di soppiatto e rubasse il portale per poi farvi fuggire tutti nel vostro mondo, quindi ho preso uno dei miei coltelli d'argento...», affondò la mano nella tasca appesa alla sua cintura di cuoio e mostrò l'arma in questione. L'argento era letale per qualsiasi tipo di licantropo, questo era risaputo, e lui se ne era munito per sicurezza. «... e ho spezzato la gemma magica. Giusto per sicurezza», confessò.

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