Il ritorno [1]

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Dopo essere stata trascinata per circa metà del regno nel giro di dieci minuti, Dream riuscì a tornare padrona della sua coscienza e decise di correre verso l'accampamento senza essere trascinata con la sua allieva e con Selestial, ma la rabbia l'aveva fatta tramutare erroneamente in lycan più e più volte.

Jocelyn era semplicemente esterrefatta. Non le era mai capitato di vedere l'Alpha alle prese di problemi con le trasformazioni o esplodere e manifestare i suoi sentimenti in una maniera così distruttiva.

I demoni le inseguivano facendo un baccano assurdo e Less si preoccupò quando, nonostante avessero svoltato molte volte strada e imboccato svariati vicoli bui, si accorse che non erano ancora riuscite a seminare i guerrieri alle loro calcagna, o perlomeno non tutti.

Si aggrappò alla spalla di Jocelyn, che correva senza fermarsi, spinta dall'istinto di sopravvivenza e dalla paura, seguita da Dream che ora restava in silenzio completo, cercando di non tornare in forma da lupa.

«Anima di Lupo!», la chiamò cercando di tirare fuori un po' d'aria dai polmoni doloranti e stremati, «Non possiamo continuare se ci inseguono! Troverebbero gli altri, la maggior parte sono feriti e diventerebbero facili prede. I demoni potrebbero usare anche i loro maledetti corni per...»

Cedette. Il fiato le venne a mancare, ma Joy intese.

"Per chiamare i rinforzi", dedusse.

Rallentò la camminata. I nemici avanzarono comunque.

«Non possiamo fermarli tutti, né lasciare qualcuno indietro per fermarli. Leonel si è sacrificato per noi, ma non voglio che qualcun altro dia la sua vit-»

Un ruggito raggelante alle sue spalle la fece tremare. Quando si volse, vide la sua Alpha in corpo ferale dare inizio alla carneficina. Guidata dalla furia con solo due morsi uccise due soldati, con un forte e veloce attacco di coda ne spedì uno contro un muro, facendogli perdere i sensi, e usò una zampata per squarciare il petto di ben altri tre soldati.

Joy ringraziò Fenis quando si rese conto che i demoni arrivati fin lì non erano neanche la metà di quelli che le avevano seguite partendo dalla casa di Tredos ma restava comunque il dubbio che Galtur stesse radunando le forze per attaccare l'accampamento, caso in cui avrebbe di sicuro vinto grazie al suo esercito ancora nettamente in vantaggio rispetto a quello dei Branchi.

Alla fin fine Dream aveva avuto una buona idea ad attaccare i rimanenti inseguitori, anche se molto probabilmente non ci aveva riflettuto molto sopra prima di agire. Era semplicemente fuori di sé. In passato anche i suoi genitori erano morti durante una situazione simile a causa dei vampiri draculiani, mentre lei era stata presa prigioniera e stordita abbastanza da non avere le forze per ribellarsi o anche solo per disperarsi, cosa che l'aveva portata ad accettare pian piano la sua grave perdita. La morte di Leonel, invece, era stata tragica. Era accaduto tutto davanti ai suoi occhi e per questo si sentiva colpevole del suo sacrificio.

Joy sapeva che la sua Alpha si sarebbe sentita facilmente in colpa, immaginandosi come una complice dell'omicidio, ma lei avrebbe fatto di tutto per aiutarla a superare anche questo periodo. Pensò anche di agire subito, per sostenerla contro i demoni, ma prima ancora che potesse trasformarsi in lupa dovette realizzare che le uniche anime vive rimaste sulla strada erano lei, Dream e Less.

I corpi dei nemici giacevano a terra in pozze scure e raccapriccianti. Persino la regina in esilio si stupì di fronte a quel tremendo spettacolo.

Dream invece non fiatò, tornò umana e s'impose di mettere un piede davanti all'altro, con un'espressione inesistente che non faceva trasparire alcun sentimento. La giovane donna era ormai diventata vuota e indifferente, anche se di sicuro dentro di lei si stava combattendo una sanguinosa guerra tra la rabbia e la ragione.

Nessuno poteva sapere quale delle due fazioni avrebbe vinto. Si limitò ad avanzare in completo silenzio, fermandosi senza volgersi in direzione delle altre due compagne quando intuì che non la stavano seguendo.

«Abbiamo poco tempo, voglio tornare al campo Lunapiena prima che il sole sia alto sulla foresta», proferì. Solo quando si decise a parlare fu possibile scorgere un briciolo di sentimento nella sua voce: era nostalgia.

Joy la percepì e provò quella stessa emozione. Fu allora che in poche falcate la affiancò e provò a sorridere. Non ci riuscì, nonostante gli sforzi, ma sembrò che Dream avesse comunque apprezzato il suo gesto.

Less diede loro le spalle per un attimo, osservando il regno non ancora ben illuminato.

Le case erano immerse nella luce rossa e scura mentre la poca brezza soffiava leggera. La pioggia aveva lentamente smesso di cadere ma alcune pozze d'acqua stagnavano ancora nei pochi e rari fossi lungo la via.

Osservò attentamente ogni minimo particolare.

«Questo è il posto dove sono nata e cresciuta», commentò solenne. Fu allora che strinse i pugni e si riunì al resto del piccolo gruppo. «Ci ho passato fin troppo tempo, in questo maledetto mondo rosso».

Era impaziente di andare via. Raccolse la borsa con gli amuleti che era caduta a terra quando Dream si era trasformata e la osservò per un po'. Finalmente sarebbe sfuggita a quella prigione che non le aveva dato mai nulla, se non sofferenza.

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