Il desiderio [4]

308 33 14
                                    

Joy e Jason camminavano da molto ormai, seguendo tracce inesistenti della misteriosa figura bianca apparsa tra gli alberi.

J dondolava la testa avanti e indietro, sbuffando e di tanto in tanto sedendosi sull'erba per riposare.

«Non ti facevo così pigro», lo rimbeccò la ragazza, tirandolo su con uno strattone.

«Camminiamo da almeno un'ora! Non abbiamo neanche fatto colazione!», si lamentò lui appoggiandosi ad un albero.

Jocelyn alzò gli occhi al cielo. «Prima troveremo il Fantasma, prima mangeremo. Quindi datti una mossa», dichiarò mentre si guardava attorno. Anche lei era stanca e affamata ma non lo diede a vedere in nessun modo, continuando a camminare senza assumere la forma di lycan. Nel caso avessero davvero incontrato la creatura che ormai da quasi un mese terrorizzava i più deboli del campo Lunapiena, le energie le sarebbero servite a sconfiggerla una volta per tutte.

Jason la seguì sospirando. «Credo proprio che non mangeremo, allora. Questo Fantasma è bello che inesistente», commentò.

«L'idea di cercarlo è stata tua, io sono l'ospite», gli ricordò lei sporgendosi sulle punte dei piedi per controllare un movimento sospetto al di là di un cespuglio.

Poco dopo un leprotto grigio corse via del cespo, aggirando la grande pozza d'acqua e tuffandosi di nuovo nella foresta.

«Siamo arrivati al lago, a quanto pare ci siamo allontanati un bel po'», pensò ad alta voce Joy, avvicinandosi al corso d'acqua.

Il ragazzo ne approfittò per gettarsi in ginocchio e bere dell'acqua. «Un po' troppo», continuò dopo essersi rinfrescato. Una volta idratato parve riacquistare parte delle sue forze. «Non abbiamo trovato nulla. La stessa Dream ha detto che si tratta solo di una diceria. Da umano mi sarebbe parso strano vedere un grosso lycan bianco sfrecciare di fronte alla mia casa, ma non più. Quei testimoni sono semplicemente spaventati, al punto da chiamarlo Fantasma. Fantasma... puah, che razza di nome. I fantasmi non esistono, perché questo dovrebbe, invece?», continuò a lagnarsi.

Joy badò poco alle sue parole. «Meglio così, il Branco avrà un problema in meno da affrontare, soprattutto ora che i Ghiaccionero se ne torneranno a casa», mormorò distrattamente.

J alzò un sopracciglio. «Dunque andranno via? Compreso il ragazzino pallido e la sua insopportabile gemellina?», domandò speranzoso.

Lei si voltò di scatto, riservandogli uno sguardo da degna omicida.

Lui, allora, trasalì e tornò a guardare l'acqua calma del lago. «Va bene, va bene, scusa!», concluse.

«Resta qua e controlla la zona. Andrò a perlustrare la sponda opposta del lago. Se non troverò nulla neanche lì, ce ne torneremo al campo», ordinò Joy, spostandosi.

Jason annuì in risposta, anche se lei non poteva vederlo, e si gettò sull'erba fredda della riva.

La ragazza proseguì verso Sud e svoltò a destra seguendo la forma circolare dello specchio d'acqua. Giunse all'altra riva e alzò la guardia per evitare spiacevoli inconvenienti. Controllò ovunque, persino dietro i tronchi degli alberi, ma senza risultati. Si preparò a tornare indietro muovendo il capo sconsolata.

«Anche qui nulla. Dev'essersi trattato davvero di una semplice immaginazione», ipotizzò tornando sui suoi passi.

Mentre era immersa nei suoi pensieri, però, colpì per sbaglio una radice con il piede destro e inciampò al suolo, lanciando un urlo di stupore che fece sollevare in volo gli uccelli neri appollaiati sui rami più alti della quercia contro cui era andata a sbattere. Non si fece troppo male, se non alla caviglia, ma si sentì tremendamente stupida.

Wolf Souls - DemonsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora