85 - Marco C

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Sorrido,ogni volta che è con me,mi capita.Sorrido quando sbuffa,contraendo le sopracciglia.Sorrido quando fa una smorfia disgustata. Sorrido quando mi abbraccia,sprofondando nel mio petto.Sorrido quando sento la sua anima così vicina alla mia.

Un sole impacciato fa capolino tra le nuvole,su nel cielo.Non fa così freddo,è  tutto sommato piacevole.Lei è tutta stretta nel cappottino grigio con lo sciarpone ed il berretto,e a me fa tanta tenerezza.Perchè le guance le si arrossano alla prima folata di vento o alla mia battuta con evidenti doppi sensi,gli occhiali le scendono e per aggiustarli fa spostare il berretto.E' una bimba.Ed è la bimba di cui ho intenzione di occuparmi,con il più grande piacere di questo mondo.

Chiudo l'auto e lei si avvia sulla spiaggia deserta.Credo le faccia bene una giornata così:solo noi due.

Quando le sue azioni mi fanno pentire di questa scelta.Ma porca la putt-..

'Va ben qui?'-chiede goffamente a gattoni sulla coperta a quadri aperta sulla sabbia fredda.Non so  a cosa pensare:se alla macchina ancora aperta,alla posizione della coperta o al suo fantastico fondo schiena offertomi così spudoratamente.

'Marco,lo vedi dopo il mio culo..'-ride,scuotendo la testa.Con le mani pulisce la sabbia volata sopra e si piazza con i cuscini ed una coperta sulla pelle.Scuoto la testa:me la sono scelta bambina e con la lingua biforcuta..Non chiedo di meglio!

Chiudo tutto e mi avvicino a lei,mettendomi sotto la coperta.Bella idea,penso.Il mare è una distesa d'olio con qualche rigolo fuori posto.Una macchia d'olio scura con schizzi biancastri.

Ma infondo a me,dei soldi,non me n'è mai fregato niente.Potrei essere a casa mia,in una stanza con un letto a due piazze e mezzo,con riscaldamento e piscina.Ma essere abbracciato a sta bambinetta,sotto delle coperte che sanno di pulito,con la brezza invernale piacevole,mi va bene.Mi va bene che sorrida,che mi stringa la mano e che rida perchè la sabbia le fa il solletico ai piedi.E mi va anche bene che ogni tanto la dica,qualche parolaccia.E' così fresca che sembra una ventata d'aria fresca:la mia ventata d'aria pura.

Il rumore delle onde,qualche gabbiano che sulla battigia improvvisa una battuta di pesca e Rebecca che ride quando le mordo il naso può essere una routine.

Deve diventarlo.

Faccio si che poggi la testa sul mio braccio,per stringerla meglio.Nasconde il visetto nel mio collo,il suo respiro mi da i brividi.Come in quinta elementare quella bambina che mi stringeva la mano.Come in seconda media,quando quella ragazzina mi baciò sulla guancia.Quando in quarto superiore Lara mi baciò sulle labbra.Brividi,come quelli creati dalla ragazza incontrata all'università che ora ride come una persona felice.Ed è forse vero che noi persone siamo empatiche,quando siamo felici.La sua felicità diventa pian piano la mia.

'Marco..'-mormora piano,con voce sottile.-'Ho portato i cornetti..'-sorride felice,tirando due sacchetti di cornetti confezionati al cioccolato.Mordo il labbro,scartandolo.Prima di addentarlo mi soffermo nel vedere lei.Lo scarta,mangiandone cautamente la punta.Questa ragazza è tutta una sorpresa.Si siede al centro delle mie gambe,come se fosse naturale.Beh,infondo lo è.Le stringo la vita mentre lei fa intrecciare le nostre mani.

Questo cornetto ci voleva proprio.

Finito il cornetto si accoccola a me come un gattone.La stringo e non m'importa.

'Ma allora lo vuoi questo gelato?'-ridacchio,quando giocherella con le mie mani,perdendo.Alla mia richiesta sgrana gli occhi e si gira gettandomi le braccia al collo e sorridendo.

'Sì!Il gelato!'-sorride felice,e per non farle fare un piccolo volo,le afferro le cosce.Ma il volo lo fa comunque e la mia mano finisce al centro delle sue cosce,e lei fa un piccolo casquette.Ora la sua testa è vicina al mio braccio destro e le gambe verso quelle sinistro.

L'assistente di Mister BernaldiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora