117 - Massimo C

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Gli chiederai parole diverse.

Parole di carta,

parole di tasti,

parole di labbra.

Ritroverai silenzi uguali.

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'Max,ma adesso si staranno chiedendo dove..'-chiede ridendo,mentre la zittisco nell'unico modo che preferisco.Tappo quelle labbra meravigliose e morbide con un bacio che urla:urgenza.Urgenza di dirle quanto mi sia mancata e quanto sia dipendente da lei.

Cazzo dopo sei mesi lontano da lei ho una fame assurda.

E non me ne frega un cazzo delle foto.Domani manderò a Marco le mie scuse,ma so già che non dirà nulla;la mia felicità è anche la sua.

'Ma chi cazzo se ne mh..Frega..'-sibilo,mordendole le labbra.Afferro in fretta e furia le chiavi,aprendo la serratura con lei che ride per la mia foga.

Credo che Max junior sia pronto per una battaglia da cui ne uscirà vincitore.

Rosita è a casa,le ho dato la giornata libera pensando di tornare solo e completamente ubriaco.Beh,alla fine sono tornato,non solo ma totalmente ubriaco dall'unica persona dalla quale ho una forte dipendenza.Sei mesi di astinenza mi sono più che bastati,adesso basta però.

'Max ma non..'-continua a ridere e la stanza da letto mi sembra così fottutamente lontana che mi incazzo da solo per la grandezza della casa.Ma a cosa pensavo quando l'ho costruita?

La prendo di peso,leggera com'è,e con una decina di falcate raggiungo la nostra stanza da letto.

Il suo vestito continua a svolazzare,morbido e leggero sfiorando quella pelle che tra poco sarà tutta nella mia bocca.Bacerò,morderò e leccherò ogni singolo centimetro della sua pelle.Perchè dopo sei mesi di distanza ho bisogno di urlarle silenziosamente il caos che ho dentro.

'Amore,siamo stati lontani troppo tempo e mi dispiace così tanto..'-mormoro entrando in stanza ed afferrandole il viso.La sua fronte poggiata sulla mia,ed i nostri nasi che si sfiorano come fosero mani,portando le labbra a toccarsi come corpi frementi di un contatto.

Mi sorride,accarezzando le guance che ho decido si radere,dal momento che un barbone era conciato meglio.

Nel periodo in cui sono stato solo non mi importava più di nulla:della barba,dell'abbigliamento,del cibo.A stento mangiavo un po' di pasta e mi rimpilzavo di  caffè.Rosita era arrivata a cucinare i miei piatti preferiti tutti i santi giorni,ma io non li volevo.Benedetta amava mangiare ed io amavo vederla felice.Senza di lei non aveva senso neanche mangiare.L'unica cosa su cui puntavo era il lavoro:lì ero divenatto davvero una belva.Restavo in ufficio anche venti ore al giorno,tanto a casa non avrei avuto nessuno con cui stare,tranne la mia cara Rosi,e Riccardo qualche volta.La casa era così vuota senza la mia Benedetta..

'Mi sei mancato così tanto amore,ma ora sei qui..Ora,siamo qui..'-mi sorride,baciandomi.Dalla foga che ho di lei,levo la giacca e la camicia e non ho mai avuto tanta fretta di fare l'amore con lei.Ride,quando vede che non riesco a slacciare i pantaloni e viene verso di me sorridendo maliziosa.

Oh oh oh,adesso si che le cose si fanno interessanti..

'Ancora una volta problemi in paradiso?'-sorride maliziosa,ed io non riesco a capire cosa sia:la coroncina di fiori le conferisce un'aria angelica assieme a quel bellissimo vestito.Ma l'espressione maliziosa la fa sembrare un piccolo diavoletto,pronto a tentarmi.

Cazzo,sono proprio fuso..

'Aspetta..'-scuote la testa.Le onde morbide di ricci si muovono assieme ad essa e avvicina le dita piccoline al mio pube.Mi guarda negli occhi,due gemme verdissimeal di sotto di ciglia nere.Mi fissa,cercando in me un segno di diniego.Le sorrido,accarezzandole la guancia.Sorridendo timidamente prosegue verso la zona proibita.Sbottona in poco tempo i pantaloni blu che erano così stretti.Si morde il labbro,e la tortura è stata vederla ballare con quel piccolo stronzo.E poi l'abito e adesso questo.Un po' di pietà per me e che cazzo!

L'assistente di Mister BernaldiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora