Capitolo 54

32 14 1
                                    

Quando sento la porta aprirsi, non mi muovo, ma resto poggiata a lui.

«Avete tutto il tempo...» mormora James. Non voglio uscire da quella casa, perché non voglio rivedere quello spettacolo terrificante.

«No, non possiamo più aspettare.» ribatte Gabriel baciandomi la fronte. «Alzati, Aurora. Più ci fermiamo e più aumenta il pericolo. Dobbiamo arrivare all'accampamento prima che ci diano per dispersi ed inviino qualche truppa.»

Come fai a non essere scosso quanto me? Come fai a non essere crollato dopo quello che abbiamo fatto? Dopo quello che abbiamo visto?

Cerco di darmi una spiegazione ma l'unica cui riesco a pensare è che non può crollare dinanzi ai miei occhi. Sono già crollata io. Senza aprire bocca, poggio le mani per terra e, con tutta la forza che ho, mi alzo.

«Siete sicuri?» chiede James preoccupato a causa del mio aspetto.

«Non possiamo più aspettare.» ripeto schiarendomi la voce e cercando di assumere un atteggiamento degno di una guida. Tutto fuori appare più tranquillo. 

Sean e Mark sistemano l'ultimo corpo in una piccola buca che hanno scavato e la ricoprono di terra. 

La donna si abbassa e posa delicatamente un fiore su quella tomba, priva di un nome, priva di identità.

Tutto ciò che siamo stati scompare nell'istante in cui il nostro corpo viene posto sotto terra. Tutti i sogni e le speranze terminano nel momento in cui i nostri occhi si chiudono per non riaprirsi mai più.

Spero che i vostri spiriti trovino la pace.

Guardo quel campo e piego la testa in segno di saluto.

Una farfalla si posa leggera sulla croce di quella che dev'essere la tomba di Jimmy. Ha le ali azzurre e beige con i contorni bianchi. Piccole palline nere e arancioni ricoprono la parte esterna. Sembra osservarmi con i suoi occhi neri prima di librarsi in volo.

Buon viaggio Jimmy. 

Saluto la farfalla che ai miei occhi rappresenta quel ragazzino il cui corpo giace ormai sotto terra. 

È in questi momenti che sono sempre più convinta che esista un altro mondo; un mondo in cui non vi siano ingiustizie e in cui i nostri spiriti possano vivere in serenità aspettando l'arrivo dei nostri cari. E Jimmy, così come tutti quei bambini e donne e uomini, è lì e sta aspettando che la sua mamma lo raggiunga.

«Sto bene.» mormoro quando Fey poggia la mano sulla mia spalla. «Proseguiamo.» ordino afferrando la mano di Jessy che deve aver pianto fino a pochi minuti prima. 

Mi guarda preoccupata negli occhi che evidentemente sono rossi. 

«Mi occuperò io di te d'ora in poi. Te lo prometto.»

Annuisce e mi segue stringendomi con più forza la mano.

Il villaggio ad ogni passo si fa sempre più lontano. 

Il risveglio della FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora