Capitolo 19

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Non riesco a credere ai miei occhi. Tom, il ragazzo del sogno, il ragazzo dell'altra dimensione, mi stringe fra le braccia. 

Questo non è un sogno. 

Sgrano gli occhi incredula e stupita avvertendo il calore del suo corpo contro il mio, dei miei polpastrelli contro i suoi bicipiti. Il cuore inizia a battere così forte che ho paura che tutti possano sentirlo. Inconsapevolmente, alzo la mano e l'avvicino ai suoi capelli; inizio a toccarli e a farli scivolare fra le dita; poi, con l'altra, inizio a toccare il suo volto.

‹‹Questo non è un sogno. Sei realmente qui.›› sussurro così piano che a malapena riesce a sentire le mie parole. Tom chiude gli occhi e inspira.


‹‹Finalmente ti ho trovata, Principessa

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‹‹Finalmente ti ho trovata, Principessa.›› dice a voce bassa e sommessa, aprendo gli occhi ed iniziando a guardarmi attentamente. ‹‹Non sai quanto ero preoccupato dopo il nostro ultimo incontro. All'inizio della mia ricerca, pensavo fossi lontana ed invece eri più vicina di quanto pensassi... se Alex e gli altri l'avessero capito prima, avremmo risparmiato moltissimo tempo.›› sbuffa stringendomi quasi come se avesse paura di perdermi.

‹‹Alex? Cosa c'entra Alex con tutto questo?››

‹‹Se avessimo capito anni fa che eri tu, penso che sarebbe stato tutto più facile. Non penso che Alex sia il tipo che mira alle belle Principesse.››

Incredula, resto pietrificata mentre il ragazzo del sogno, alzando lo sguardo al cielo, scoppia a ridere quasi di gusto e una serie di immagini, voci e pensieri mi si accavallano nella testa. 

Vedo me stessa, delirante, sdraiata su un divano mentre un gruppo di persone, tra i quali vi sono Debora e Mark, mi stanno accanto; poi, sento la voce di qualcuno che urla contro Tom e inizia a chiamarmi. 

È la voce di Alex. Non l'avevo riconosciuta fino a questo momento.

‹‹Ora capisco tutto...›› mormoro abbassando la testa ed iniziando a pensare e ripensare a tutto ciò che ho vissuto con tutti coloro che ho amato e che si rivelano essere le pedine della scacchiera di cui io sono la Regina; la Regina che tutti vogliono difendere, ma a cui nessuno ha avuto il coraggio di dire la verità.

Tutti quegli anni a mentirmi, a farmi buon viso a cattivo gioco. Sono troppe rivelazioni da assorbire in un istante. Non sono una persona debole; non lo sono mai stata ma questa volta fa male. Fa male perché, per quanto assurda possa sembrare questa storia, non posso più negare l'evidenza, la verità. E la verità è che si sono presi gioco di me. Tutte le bugie dette ogni volta che sparivano, le famiglie ignote, le loro vite. Si sono creati un'identità dal nulla, non so come e forse ora come ora non mi interessa.

Mi chiedo se sono mai stata qualcosa per loro oltre che un semplice elemento di quest'incredibile e assurda scacchiera mentre una serie infinita di domande inizia a prendere vita nella mia mente stravolgendo il mio mondo. 

Il risveglio della FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora